Inaugurato il nuovo anno giudiziario. Il presidente regionale De Dominicis: "Abbiamo avviato una indagine sui contratti che riguardano il Comune di Roma e che vennero stipulati alcuni anni fa". E da gennaio un'inchiesta aperta anche dalla Procura. Il presidente Musso: "All'Ama operazioni fallimentari". "Inefficaci i controlli amministrativi".
Gestione disinvolta del denaro pubblico, amministrazione dissennata di Ama e preoccupazione per la sanità. E anche: "Abbiamo avviato una indagine sui contratti derivati che riguardano il Comune di Roma e che vennero stipulati alcuni anni fa". E' amaro il discorso inaugurale del nuovo anno giudiziario della sezione giurisdizionale per la Regione Lazio della Corte dei Conti affidato al presidente Ivan De Musso e al procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio, Raffaele De Dominicis.Nel 2012, nel Lazio, è stato spiegato, ci sono stati episodi "emblematici del livello di disinvolta gestione del denaro pubblico raggiunto nel nostro Paese e della inefficacia dei controlli amministrativi". In particolare, De Musso ha ricordato come l'anno giudiziario 2012 si sia aperto "con la condanna, suscettibile di rivalutazione in corte d'appello, di dieci società concessionarie del gioco lecito nonché di alcuni dirigenti dei Monopoli di Stato, in quanto le inadempienze contrattuali delle prime e l'omissione di efficaci controlli da parte dei secondi hanno prodotto un danno da disservizio all'erario di 2,5 miliardi di euro".
Altra fattispecie di "ingente danno erariale", secondo De Musso, "è stata individuata in materia di riscossione di tributi ed entrate comunali (circa 80 milioni di euro). Il fatto riguardava in particolare una nota società concessionaria della riscossione, oggi in amministrazione straordinaria, alla quale, in virtù di un'apposita convenzione,
"C'è poi chi ha lucrato anche sui farmaci salvavita", ha aggiunto De Musso citando il caso della "titolare di una farmacia che, approfittando della dicitura urgente apposta sulla prescrizione del medico di base, ha attivato la procedura ordinaria (invece della semplice messa a disposizione) per la richiesta ai centri del servizio sanitario nazionale del farmaco. Procedura che prevede il rimborso, a favore della farmacia, del prezzo pieno del farmaco anziche' del solo costo della sua distribuzione".
Quanto all'Ama, è il procuratore regionale del Lazio della Corte dei Conti Angelo Raffaele De Dominicis a parlare di "dissennata gestione della società partecipata al 100% dal Comune di Roma". Secondo De Dominicis, l'Ama "attraverso la sua controllata Ama International, affidò ad Ama Senegal lo spazzamento, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani in Senegal. L'esito è stato fallimentare, in quanto l'operazione non è riuscita e i danni accumulati sono stati ingenti, con pesante accollo al Comune di Roma".
Sulla sanità nel Lazio i motivi di preoccupazione sono noti e diversi: "Ospedali troppo piccoli, troppi posti letto, qualità delle cure non all'altezza dei costi, disfunzioni organizzative e inidoneità degli organi di controllo interno". De Dominicis, tra le altre cose, ha sottolineato "la prassi contra legem di sopperire alle assenze di personale medico facendo ricorso a prestazioni aggiuntive rese dai medici in servizio, con anomalo incremento delle loro retribuzioni: si tratta di un vero e proprio aggiramento dei divieti imposti dalla legge, al punto che l'effetto del blocco delle assunzioni è risultato del tutto inutle sul piano economico oltre che deleterio sotto il profilo amministrativo e organizzativo". De Dominicis ha comunque sottolineato che, nel comparto della sanità del Lazio, "nel 2012 si sono colti aspetti positivi e di miglioramento del servizio rispetto agli anni precedenti". In particolare, "il policlinico Umberto I va assumendo un volto efficiente, più adeguato alle sfide dei tempi nuovi"
De Dominicis si è più soffermato sul tema dei derivati sostenendo che "le modalità di accesso ai contratti derivati da parte degli enti locali, come ci ricorda la giurisprudenza della Corte costituzionale, devono essere accompagnate da cautele in grado di prevenire l'accollo da parte di enti pubblici di oneri impropri e non prevedibili all'atto della stipulazione". "Ma" ha aggiunto, "sui derivati sono inciampati un pò tutti gli enti pubblici. Rappresentano delle bombe a fior d'acqua. Comunque il carattere aleatorio dei contratti derivati è incompatibile con la corretta gestione delle risorse pubbliche".
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