domenica 4 novembre 2012

Solidarietà con i lavoratori caricati all'Ikea di Piacenza

 Picchetti dei lavoratori all'Ikea di Piacenza, pullman di crumiri, manganellate della polizia per farli entrare. Volano i lacrimogeni. Cinque lavoratori portati via dalle ambulanze. 

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Una giornata di lotta per i diritti che sembra presa dalle cronache di un altro secolo. I lavoratori del consorzio Cgs che gestisce il magazzino centrale dell'Ikea a Piacenza, stavano picchettando i cancelli d'entrata. Con loro i lavoratori della Tnt,della Gls e di altre cooperative della logistica, attivisti del Sicobas e compagni di varie realtà milanesi, tra cui il Csa Vittoria autore di un ampio documento proprio sulla funzione della logistica nel sistema produttivo.
Questa mattina presto alla porta 2 sono due pullman di crumiri scortati dalla polizia. Sono volate calci e manganellate e sono riusciti a sfondare. Alla porta 9, intorno alle nove la polizia ha intimato di sciogliere il picchetto. I lavoratori si sono seduti per terra e hanno iniziato a fare resistenza passiva abbracciandosi e incatenandosi tra loro. Passato un quarto d'ora la polizia ha cominciato a spostarli di peso, ma ben presto sono volati anche qui calci e manganellate e cinque lavoratori sono stati feriti e portati via in ambulanza. Intorno  a mezzogiorno, ai cancelli del magazzino Ikea sono arrivati anche il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi e l'’assessore comunale al Lavoro, Luigi Rabuffi). Il sindaco ha chiesto ai lavoratori di togliere i picchetti  ai cancelli, ma i lavoratori hanno tenuto duro e il Questore Germanà ha dato il via libero allo sgombero forzato dei picchetti. Cariche della polizia, manganellate contro i lavoratori che cercavano di rimanere uniti, anocra lancio di lacrimogeni e, naturalmente altri feriti.
Due giorni fa Ikea aveva imposto ai consorzi e alle cooperative che gestiscono il magazzino centrale di Piacenza di procedere con il licenziamento dei lavoratori più attivi nella lotta e nei picchetti iniziati il 17 ottobre scorso. Proteste miranti a ottenere i diritti che l'enorme deregulation sul lavoro che impera nel settore della logistica e della distribuzione tende ad abolire.

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