Numeri finora sconosciuti emersi grazie alla pubblicazione del bilancio sul sito Internet dei Radicali.
corrieredellasera.it Sergio Rizzo
ROMA - Da destra a sinistra non c'è chi non abbia invocato più trasparenza sui soldi pubblici destinati alla politica. Ma di passare ai fatti non se ne parla proprio. Se si eccettuano, naturalmente, alcune meritorie iniziative purtroppo isolate.
Qualche settimana fa il gruppo radicale al Consiglio regionale del Lazio presieduto dall'avvocato Giuseppe Rossodivita ha pubblicato sul sito internet il proprio bilancio. Un documento impressionante, che illumina un angolo del capitolo costi della politica finora tenuto accuratamente all'oscuro. Ovvero, i contributi che le Regioni erogano ai gruppi «consiliari».
Nel 2011 il Consiglio regionale del Lazio ha versato al gruppo radicale, composto da due persone, 422.128 euro. Dividendo a metà questa somma si può dedurre che ogni singolo consigliere abbia avuto lo scorso anno a disposizione 211.064 euro. Oltre, naturalmente, a stipendio, diaria, annessi e connessi. Un paragone con i contributi ai gruppi parlamentari della Camera rende bene l'idea delle dimensioni.
In questa legislatura ne è già stata fatta una che stanzia 3 mila euro al mese procapite. E dato che i consiglieri sono 71, considerando anche la presidente Renata Polverini, quella «manovra d'Aula» ha determinato un introito annuale aggiuntivo per i gruppi «consiliari» di oltre due milioni e mezzo. Ma a che cosa servono quei soldi in più?
Il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese (Jpeg)
Il conguaglio è giustificato con l'esigenza di pagare altri
collaboratori. In realtà quei denari possono venire utilizzati con
discrezionalità assoluta. Anche perché i collaboratori sono l'unica cosa
che davvero non manca. Il Consiglio regionale del Lazio, da questo
punto di vista, non teme confronti. In un'assemblea di 71 componenti, i
gruppi «consiliari» sono ben 17: cinque di questi sono stati costituiti
durante la legislatura, grazie al fatto che esiste un limite minimo. È
ammesso, cioè, anche un gruppo composto da una sola persona. Diciamo
subito che è una pessima abitudine in voga in quasi tutte le Regioni.
Tanto che di «monogruppi» se ne contano 75 in tutta Italia.
Soltanto nel Lazio ne esistono ben otto:
e sorvoliamo sulla definizione grottesca di uno di essi, il «gruppo
misto» presieduto e composto dall'unico consigliere Antonio Paris. Il
presidente di se stesso ha diritto a una indennità aggiuntiva di 891
euro netti mensili, e in quanto titolare di un «gruppo», può avvalersi
di alcuni collaboratori. Sette, per l'esattezza: due laureati, due
diplomati, una segretaria, un addetto stampa e un responsabile della
struttura. Ma per i «gruppi» più numerosi si può arrivare fino a 24
dipendenti. Secondo le tabelle, il numero dei collaboratori dei politici
nel consiglio regionale del Lazio potrebbero arrivare a 201.Sarà questa l'impellente motivazione per cui la superficie della sede di via della Pisana ha bisogno di un ulteriore rilevante espansione? Lo prevede un bando da poco pubblicato sul sito internet del Consiglio, nel quale si spiega che «l'ampliamento consta nella realizzazione di n. 2 palazzine definite da tre livelli fuori terra più un piano interrato e un corpo centrale». Base d'asta, 8 milioni 259.750 euro e 49 centesimi. Iva esclusa. Questo per la serie: «riduzione dei costi della politica».
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