(Adnkronos) - Secondo la Fao sono circa 1,6 miliardi le persone che vivono in paesi o regioni con un'assoluta scarsità d'acqua e si stima che per il 2025 due terzi della popolazione mondiale potrebbe vivere in condizioni di stress idrico. Riduzioni evidenziate dal World Business Council for Sustainable Development: in Africa si passerà dai 16.000 metri cubi del 1960 a meno di 4.000 al 2025, in Medio Oriente dai 4.000 metri cubi del 1960 ai 2.000 al 2025, in Asia da circa 6.000 a 2.000.
Per affrontare le problematiche legate alla scarsità
dell'acqua e alla sicurezza alimentare, è in corso fino al 31 agosto, la
settimana mondiale dell'acqua. Professionisti del settore scientifico,
economico, della comunità politica e civile si raduneranno nella
capitale della Svezia per la Stockholm World Water Week. La Fao stima
che ogni anno vanno sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo.
Una riduzione del 50% delle perdite alimentari e dello spreco di cibo a
livello globale farebbe risparmiare 1.350 km3 di acqua all'anno.
In media un essere umano beve da 2 a 4 litri di acqua al giorno, ma ci vogliono da 2.000 a 5.000 litri di acqua per produrre la quantità di cibo che esso consuma in un giorno. Ed infatti l'agricoltura, a livello mondiale, è responsabile del 70% del consumo d'acqua di superficie e delle falde freatiche.
Secondo quanto rileva l'Unicef, sono prevalentemente i poveri delle aree rurali coloro che non hanno ancora accesso alle risorse idriche. L'organizzazione, dunque, invita i governi a prestare particolare attenzione alle persone che vivono nelle zone rurali e che non godono dei progressi del loro paese, specialmente per quanto riguarda l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari di base.
Il rapporto 'Progress on Drinking Water and Sanitation 2012' afferma che il mondo ha raggiunto già alla fine del 2010 l'obiettivo del millennio riguardante l'acqua potabile, avendo l'89% della popolazione mondiale (cioè 6,1 miliardi di persone) accesso a fonti migliorate di acqua potabile. Tuttavia nel rapporto è anche detto che gli abitanti delle aree rurali hanno una probabilità molto più alta rispetto a chi vive nelle zone urbane di non aver accesso ad acqua potabile sicura.
In media un essere umano beve da 2 a 4 litri di acqua al giorno, ma ci vogliono da 2.000 a 5.000 litri di acqua per produrre la quantità di cibo che esso consuma in un giorno. Ed infatti l'agricoltura, a livello mondiale, è responsabile del 70% del consumo d'acqua di superficie e delle falde freatiche.
Secondo quanto rileva l'Unicef, sono prevalentemente i poveri delle aree rurali coloro che non hanno ancora accesso alle risorse idriche. L'organizzazione, dunque, invita i governi a prestare particolare attenzione alle persone che vivono nelle zone rurali e che non godono dei progressi del loro paese, specialmente per quanto riguarda l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari di base.
Il rapporto 'Progress on Drinking Water and Sanitation 2012' afferma che il mondo ha raggiunto già alla fine del 2010 l'obiettivo del millennio riguardante l'acqua potabile, avendo l'89% della popolazione mondiale (cioè 6,1 miliardi di persone) accesso a fonti migliorate di acqua potabile. Tuttavia nel rapporto è anche detto che gli abitanti delle aree rurali hanno una probabilità molto più alta rispetto a chi vive nelle zone urbane di non aver accesso ad acqua potabile sicura.
Nessun commento:
Posta un commento