Sottile: facciamo come Napoli per evitare la proroga di Malagrotta |
messaggero.it di Mauro Evangelisti
Il prefetto Goffredo Sottile, commissario per l’emergenza rifiuti, ha deciso che la discarica provvisoria sarà realizzata sul terreno e con il progetto di Manlio Cerroni (proprietario di Malagrotta) nella stessa area, a Monti dell’Ortaccio. Ma quest’ultima discarica provvisoria potrà accogliere solo rifiuti già trattati. Come fare, visto che fino ad oggi Roma non è riuscita a trattare tutti i rifiuti che produce? Il Patto per Roma (siglato da tutte le istituzioni insieme al ministro Clini) prevede che i quattro impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico) funzionino finalmente a pieno regime. In questo modo tutti rifiuti saranno trattati (significa che sono meno inquinanti e ridotti di dimensione) e andranno a Monti dell’Ortaccio dal 31 dicembre.
Tutto perfetto, no? No. Perché la settimana scorsa il prefetto Goffredo Sottile ha rivelato al Messaggero: «Temo che per il 31 dicembre Roma non sarà pronta, resterà comunque una parte di rifiuti che non riuscirà a trattare nei quattro impianti esistenti. Come faremo? Non lo so. Ma a Monti dell’Ortaccio non possono andare». Si tratta di 1.200 tonnellate giornaliere, ipotizzano gli esperti. Che succede, allora, si rifila l’ultima beffa agli abitanti di Valle Galeria: oltre ad aprire la discarica di Monti dell’Ortaccio si proroga anche Malagrotta? Ieri, in un’intervista al Messaggero, il sindaco Gianni Alemanno, ha detto: «Escludo una proroga per Malagrotta. Bisognerà portare fuori da Roma i rifiuti tal quali». Ecco che si riaffaccia l’idea di esportare almeno una parte dei rifiuti in altre regioni o all’estero come fa Napoli.
Ieri il prefetto Goffredo Sottile (un’eventuale proroga di Malagrotta dovrebbe firmarla lui) ha commentato: «La proroga di Malagrotta sarebbe l’ultima opzione, da evitare a ogni costo». Portiamo le 1.200 tonnellate di rifiuti non trattati all’estero? Sottile: «Il problema dell'intrattato al primo gennaio ci sarà e bisogna trovare una soluzione adeguata, perché per realizzare il quinto impianto di Tmb ci vorrà del tempo. Rifiuti all’estero? A suo tempo dissi seguiamo l'esempio di Napoli... non voglio ridire cose che poi suscitano critiche, perché non mi compete. Però dico: Napoli lo sta facendo, e si parlerebbe solo delle parti non trattate. E anche questa è una situazione provvisoria, finché il quinto impianto andrà in funzione. Ora, non è che un problema così complesso come i rifiuti di Roma si può risolvere in 15 giorni».
C’è un problema di costi: 1.200 tonnellate portate in Olanda potrebbero costare, in media, 150.000 euro al giorno. Anche ipotizzando di ottenere migliori condizioni di mercato e di ridurre gradualmente la quantità di rifiuti che non passa nei Tmb, significherebbe comunque andare ad incidere sulla tariffa dei rifiuti (che pagano i cittadini). Eppure, da anni era di fronte agli occhi di tutti che i quattro impianti di Tmb (due di Ama e due di Cerroni) non trattavano tutti i rifiuti prodotti. Si è posta molta attenzione al nodo del sito dove realizzare la discarica, ma si è dimenticato questo altro tassello fondamentale. Quali alternative ci sono ai rifiuti all’estero? Fare un accodo con un’altra regione; aumentare la produzione dei Tmb esistenti (in attesa che sia pronto il quinto impianto); portare i rifiuti in altre discariche del Lazio. Appaiono tutte e tre molto, molto complicate.
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