martedì 28 agosto 2012

Solare, la beffa degli incentivi "Fondi finiti in poche settimane"

Il decreto del governo criticato anche dalla Unione europea: "Procedure troppo complicate". L'esecutivo ha fissato un tetto massimo di spesa per 6 miliardi all'anno. 

repubblica.it di LUCA PAGNI Con la prossima settimana entra in vigore il cosiddetto Quinto conto energia. Di fatto, il provvedimento con cui il governo ha determinato gli incentivi per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Nonostante le critiche e le resistenze del settore che hanno cercato di convincere l'esecutivo a rivedere le sue posizioni, è rimasto il tetto di 6,7 miliardi di spesa all'anno: soldi che vengono presi da una apposita voce nella bollette delle famiglie e delle partite Iva e destinate ai produttori di energia fotovoltaica.
Oltre questo tetto, il governo ha deciso che ci sarà un ulteriore plafond da 700 milioni per i nuovi impianti. "Il rischio - come spiega Tommaso Lascano, presidente di Punto Fotovoltaico, una delle società leader del settore in Italia - è che i finanziamenti distribuiti raggiungano in poche settimane il plafond dei 700 milioni e che a quel punto vengano bloccati i nuovi impianti, mettendo in crisi aziende e installatori".
Del resto, l'intento del governo è proprio questo. Limitare l'esborso degli italiani in bolletta, che - tra incentivi diretti e indiretti - aveva superato nel 2011 i 9 miliardi annui. Il problema è che il tetto dei 6,7 miliardi è già stato raggiunto a metà luglio; e con il ritmo attuale dei nuovi impianti nel giro di poche settimane anche l'ulteriore plafond verrà esaurito. "Per me non si arriva a Natale, sono pronto ad accettare scommesse", si legge in uno dei blog più seguiti del settore. Dopodiché il Gse, il gestore della rete, potrebbe bloccare le ulteriori concessioni proprio per evitare di sfondare il tetto per il 2013.
Negli incontri dei mesi scorsi con gli imprenditori del fotovoltaico, il ministro allo Sviluppo economico, Corrado Passera, era stato molto chiaro: il settore deve arrivare alla grid parity il prima possibile, deve sostenersi economicamente senza incentivi. E, tutto sommato, gli operatori sono anche d'accordo: "Ma il governo ci deve mettere in condizione di arrivarci alla grid parity", sottolinea Vincenzo Quintani, uno dei responsabili di Gifi, l'associazione di categoria legata a Confindustria. "Per esempio deve spiegarci perché non è possibile per una impresa che ha messo dei pannelli su un tetto vendere energia elettrica ai suoi vicini: altrimenti come è possibile diventare autonomi economicamente?".
Sul tema, del resto, ha avuto da ridire anche l'Unione europea, visto che secondo il commissario dell'Energia Gunter Ottinger le nuove norme "renderanno difficile se non impossibile per i produttori accedere ai finanziamenti per i propri progetti". Troppo burocrazia e regole troppo complicate. E ha chiesto degli aggiustamenti. Ma, per ora, si parte con quelle che ci sono. 

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