Questa mattina mi sono svegliato di soprassalto. Ho fatto un sogno veramente brutto. Un bruttissimo incubo direi, in cui per la prima volta in vita mia davo ragione a Ratzinger.
Praticamente mi trovavo al meeting del CL, a Rimini, quando sento vibrare la mia tasca, da cui estraggo un iPhone – sì avevo pure un iPhone –, un tweet di Ansa diceva che il Papa stava per mettersi in contatto con la fiera e voleva comunicare un messaggio urgente ai suoi fedeli. Eravamo tutti molto impazientiti, dopo qualche minuto il messaggio del pontefice è stato trasmesso dal vivo in tutti i padiglioni:
«Cari fedeli, badatevi dalla tecnologia. In questi giorni di solitudine e vacanza, la preghiera deve essere una priorità. Vi esorto, altresì, ad approfittare per stare alla lontana da aggeggi tecnologici che possano farvi accedere a posti maledetti… Temo, cari fedeli, che brutti tempi ci aspettano… Ho il timore che un noto esponente del maligno tecnologico, Julian Assange, abbia ingravidato una PussyRiot, per dare vita così all'anticristo»
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