Non solo il professor Monti, ma anche componenti del suo attuale governo
dicono, e ripetono, di vedere una luce in fondo al tunnel. Ma di quale
luce si tratta? A mio parere la luce che dicono di vedere è solo
quella degli incendi che stanno distruggendo un po' di boschi. Un puro
fraintendimento che, sempre a mio parere, rivela puri intenti
propagandistici e ignoranza o silenzio sulla portata dell'attuale crisi
che non è solo italiana, ma europea e mondiale. Come non tener conto
che dopo gli incoraggiamenti (forse solo a fini speculativi) delle
agenzie di rating è bastata una flessione della borsa di New York a
provocare un ribasso di tutte le borse?
ilmanifesto.it valentino parlato
La crisi che ci sta macinando non è roba
da congiuntura ed è difficile, assai difficile, avere politiche per
fronteggiarla. Non dimentichiamo che la crisi del '29 (a mio parere meno
grave di quella attuale) fu contrastata con il new deal di Roosevelt e
poi risolta con la seconda guerra mondiale. Ma c'è un governo che
abbia oggi la forza e il coraggio di tentare un new deal? La
maggioranza dei paesi (Usa compresi) è semiparalizzata dal debito e, di
conseguenza (come in Italia) predica e pratica l'austerità, cioè
togliere sangue a un corpo soggetto a grave emorragia. Per altro verso
nessuno oggi può avere la speranza di una guerra salvatrice, anche se
un po' di guerre locali possono aiutare, se ben controllate. Ma con un
mondo caldo come l'attuale, bisogna avere molta paura anche delle
guerre locali.
Da chi governa, e anche dai partiti, che sono in
prossimità di una difficile campagna elettorale, i cittadini dovrebbero
pretendere una seria analisi della crisi attuale e delle sue
dimensioni e radici. In Italia, ma non solo, la produttività è in calo
da un bel po' di anni: per tutti la competizione è più aspra e
nell'Eurolandia anche le svalutazioni competitive (l'Italia nel passato
le ha utilizzate traendone vantaggio) sono impossibili.
Questa
crisi è mondiale. Per il 2013 si annuncia recessione negli Stati uniti e
anche la domanda cinese, che finora ha aiutato (soprattutto gli Usa,
ma non solo) dà segni di rallentamento. Anche i Bric rallentano il
passo. E poi, ancora, c'è il disastro della finanza che agisce su due
fronti: fino a quando si può fare denaro con il denaro senza passare
per la produzione di merci perché dovrebbe esserci una ripresa della
produzione e dell'occupazione? E sempre sulla finanza, come
sottovalutare gli effetti disastrosi delle grandi operazioni
speculative che fanno saltare banche e imprese, con danno dei
risparmiatori e dei lavoratori?
Insomma, smettiamola di raccontare
che si vede la luce in fondo al tunnel. Il tunnel è assai oscuro e
nessuno può dire quanto sia lungo.
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