giovedì 10 maggio 2012

Sul libro «Bastardi senza storia» di Valerio Gentili. Un intervento di WM5


Bastardi senza storia[La riflessione che segue prende le mosse dalla lettura di Bastardi senza storia, terzo libro di Valerio Gentili, già autore dei saggi La legione romana degli Arditi del Popolo (2009) e Roma combattente (2010). In BSS, Gentili recupera e "mette al lavoro" una grossa mole di materiali per troppo tempo ricoperti dalla polvere degli archivi e, con un taglio giustamente divulgativo (è un libro esplicitamente rivolto a chi tiene il culo in strada), racconta molte storie dimenticate. Protagoniste della ricostruzione sono quelle milizie di proletari (e sottoproletari) comunisti o socialisti - formazioni "cugine" dei nostrani Arditi del Popolo - che negli anni Venti e Trenta, in Germania, Austria, Francia e Belgio, cercarono di opporsi all'ascesa dei fascismi. Gentili passa in rassegna veri e propri eserciti della classe operaia, come lo Schutzbund (Lega di difesa repubblicana) della socialdemocrazia austriaca o la Reichsbanner Schwartz-Gold-Rot (Vessillo dell'Impero nero-rosso-oro) della socialdemocrazia tedesca, e formazioni forse meno numerose ma che ebbero un ruolo importante in seguito rimosso, come la RFKB(Lega dei combattenti rossi di prima linea) del partito comunista tedesco. Gentili racconta di come un simile arsenale di resistenza e contrattacco fu svuotato e mandato in malora, errore strategico dopo errore strategico, fino al compiersi della tragedia.
Lo scenario principale è, naturalmente, la Germania di Weimar. Fu in quella temperie inter-bellica che brillanti strateghi della contro-propaganda come Sergej Chakotin e artisti grafici come John Heartfield inventarono segni e simboli destinati a un successo planetario, come il saluto a pugno chiuso, la doppia bandiera rossa e nera dei movimenti "Antifa", le tre frecce oblique etc. BSS ripercorre anche la traiettoria di questi segni, fino a ritrovarli nelle odierne sottoculture giovanili, o meglio: su una delle rive opposte del fiume di certe sottoculture, come quella skinhead. BSS è un'operazione che va salutata con favore e una lettura che consigliamo, pur sentendo necessari i rilievi critici che seguono.
Un'ultima chiosa prima dell'articolo vero e proprio: ci auguriamo che BSS esaurisca la tiratura e venga ristampato, ma al contempo ci auspichiamo che, prima di ristamparlo, la casa editrice passi sul testo quella "mano di editing" e correzione bozze che - molto evidentemente - è mancata al primo giro. Un autore ha diritto a che il suo testo venga trattato con la massima cura e attenzione, non gli si fa un favore prendendo il file, scagliando il testo nella gabbia grafica e inviando il tutto  in tipografia a tempo di record.]

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