«Ma scusate, quando è sceso lo spread? E’ sceso dopo che la Bce, tra dicembre e febbraio, ha fatto due prestiti alle banche. E non poteva farli prima? Sì, che poteva. Ma non li ha fatti prima, quei prestiti, perché la speculazione viene usata come una clava per obbligare gli Stati a demolire il welfare: demolire i diritti dei lavoratori e, nello stesso tempo, tenerli in vita con la bombola d’ossigeno». Sembra di sentire Paolo Barnard, il promotore italiano della Modern Money Theory, e invece è Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, già ministro prodiano. Ormai, sotto la scure del rigore, Barnard ha fatto scuola: «Non è vero che la speculazione è un incidente», dice ancora Ferrero: «E’ scelta e mantenuta, perché è il modo in cui si riesce a tenere sotto pressione la gente. Per una ragione di fondo: che la gente non ne capisce nulla, della speculazione».
Informare gli italiani sul complotto della finanza: è esattamente la missione di Barnard, ospite – con Ferrero – della trasmissione “L’ultima parola”, l’info-talk di RaiDue condotto da Gianluigi Paragone. Evento rarissimo, che la televisione generalista tocchi il cuore del problema: se ci hanno potuto manipolare al punto da farci credere che solo Monti sarebbe riuscito a salvare l’Italia, è proprio perché l’economia resta appannaggio di élite finanziarie e addetti ai lavori, tutt’altro che indipendenti. Mentre la politica italiana era ipnotizzata dalle prodezze diBerlusconi, c’era chi lavorava nell’ombra per arrivare esattamente dove siamo adesso: allo Stato commissariato da un governo di tecnocrati, incaricati di “suicidare” il welfare e aggravare la crisi a vantaggio della speculazione finanziaria, trasformando in un incubo quello che, con moneta sovrana, sarebbe il vero “mestiere” dello Stato: un sano debito pubblico, appositamente creato per il benessere diffuso dei cittadini.
«Gli Stati Uniti – spiega Barnard – non ripagano il proprio debito dal 1837: lo rinnovano sempre». Motivo? «Un debito denominato in moneta sovrana, negli Usa come anche in Giappone, non è un problema», perché «lo Stato inventa il proprio denaro». Per noi, invece, sono guai: «L’Italia ha un debito denominato in una moneta che deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati. A questo punto lo Stato deve ripagare un debito reale, e non ha altra alternativa se non tassare quanto spende o tassare più di quello che spende». Fino, appunto, all’aberrazione del “pareggio di bilancio”: cioè il suicidio, certificato, della ragion d’essere dello Stato come autorità pubblica, esclusivamente deputata alla rappresentanza e alla tutela della comunità nazionale. Niente è avvenuto per caso, aggiunge Barnard, e Mario Monti lo sa benissimo: «Quell’uomo è un bugiardo, oltre che un criminale, perché è stato messo al governo da un golpe finanziario», quello che si è verificato dall’11 al 16 novembre 2011, sotto l’offensiva pilotata dello spread, con la deposizione dell’esecutivo Berlusconi – indigesto fin che si vuole, ma democraticamente eletto dagli italiani.
Ed ecco l’avvento del professore della Bocconi, il tecnocrate della dispotica Commissione Europea, l’uomo della Goldman Sachs, del Bilderberg e della Trilaterale. «Un bugiardo», che mente sapendo di mentire, «perché è un docente universitario di economia, è un monetarista, e sa perfettamente che la catastrofe economica che sta inglobando l’Europa e distruggendo il SudEuropa è un progetto di settant’anni, che nasce con l’economista francese François Perroux, un filo-nazista francese che si inventò la moneta unica», con un solo obiettivo: togliere ai popoli la protezione sociale dello Stato, neutralizzando l’amministrazione pubblica nel modo più efficace, e cioè mutilandola della sua arma economica per eccellenza, la moneta sovrana. Monti studia queste cose, le conosce benissimo: «L’euro è stato disegnato da un progetto franco-tedesco di settant’anni fa per arrivare alla distruzione del Sud Europa». Il “professore” è lì per questo: per attuare finalmente il piano, sulla nostra pelle.
«Quello che le aziende italiane stanno vedendo oggi è un progetto di distruzione, di deflazione economica del SudEuropa», continua Barnard. Perché Monti non lo ammette? «E’ un bugiardo, non spiega al pubblico qual è la reale natura dell’euro: chi emette l’euro, dove finisce l’euro quando viene emesso e cosa succede agli Stati ex-sovrani, oggi, per avere la moneta necessaria per la spesa pubblica». La realtà è ormai davanti agli occhi di tutti, sotto forma di crisi. Una sciagura collettiva, in apparenza inspiegabile. E invece, basta dare un’occhiata al meccanismo folle della moneta unica: «L’euro è emesso da un sistema di banche centrali e viene immesso direttamente nelle riserve dei mercati di capitali privati europei; gli Stati ex-sovrani devono andare a bussare alla porta di questi strozzini e chiedere ogni singolo euro che spendono per i cancellini delle scuole, per gli stipendi degli insegnanti. Vengono strozzinati dai tassi di interesse: e questo ha creato il disastro economico-finanziario che stiamo vivendo».
Chiaro, no? Peccato però che, quando la moneta europea fu introdotta – moneta comune ma non pubblica, non gestita direttamente da nessuno degli Stati membri dell’Eurozona – nessuno spiegò mai ai popoli europei la natura dell’euro: privatizzando la moneta, sarebbe stato privatizzato anche il debito pubblico, fino a dover chiedere allo Stato – impoverito e amputato del suo strumento operativo naturale, la sovranità monetaria – di smettere di proteggere i cittadini, comportandosi con loro come una banca qualsiasi e non più come il loro garante istituzionale. Come al solito, Barnard espone dati inoppugnabili: prima del divorzio tra Banca d’Italia e ministero del Tesoro, dice nello studio televisivo di Paragone, l’Italia era la più ricca che avessimo mai conosciuto nella nostra storia: «Era l’Italia dove la Banca d’Italia comprava i titoli i Stato: per risparmio, eravamo il secondo paese al mondo dopo il Giappone». A proposito: proprio il Sol Levante, segnala Paolo Ferrero, nonostante un debito pubblico mostruoso, pari al 238% del Pil – qualcosa come 11.000 miliardi di dollari – piazza tranquillamente i suoi titoli di Stato allo 0,1%.
«Il ruolo della banca centrale giapponese nell’acquisto dei titoli di Stato è fondamentale», aggiunge Ferrero, e la stessa cosa capita in Inghilterra, che ha un debito pubblico di poco inferiore a quello italiano ma un debito privato (famiglie e imprese) molto superiore al nostro: «Eppure, la Banca Centrale d’Inghilterra, essendo compratrice di ultima istanza, fa sì che i titoli di Stato inglesi siano piazzati allo 0,2% – non al 4 o al 5%, come i nostri». Ecco il punto fondante, per il segretario di Rifondazione comunista: «Noi stiamo regalando i soldi dei lavoratori, dei pensionati, delle imprese, degli artigiani e dei commercianti a questi signori della finanza. La vogliamo chiudere, quest’idrovora?». Lo studio di Paragone si scalda, fra le proteste di Matteo Colaninno, del Pd, quando Barnard chiama “criminale” il premier Monti. Analisi-verità, ammette il giornalista Oliviero Beha, ma forse conviene abbassare i toni, per evitare di mandare in confusione «un pubblico disabituato a ragionare, dopo anni di imbarbarimento culturale».Barnard non è d’accordo: «Demolire il welfare significa condannare milioni di persone a un’esistenza infame: questo non è un crimine?».
Un abuso spaventoso, con tanto di “mandanti”, cioè i veri “padroni” di Mario Monti: «Questo disgraziato ci sta rovinando, con delle politiche studiate apposta per deflazionare l’economia e mandare milioni di famiglie e di aziende alla rovina, per un cartello di speculatori finanziari e di industrie neomercantili franco-tedesche a cui lui risponde». Lui, Mario Monti: che Barnard ha denunciato ai carabinieri per “golpismo finanziario” insieme al suo king-maker, Giorgio Napolitano. E’ d’accordo con Barnard un altro politico, che proviene da uno schieramento opposto a quello di Ferrero: Guido Crosetto, del Pdl. Come Ferrero, Crosetto contesta la narrazione della crisi che i media hanno spacciato agli italiani: eravamo di fronte al disastro e quindi era necessario subire la cura-Monti. «E’ stata una scelta che tutti stavano indicando come l’unica possibile per salvare l’Italia e guidare il paese fuori dalla crisi». Errore fatale: «Ha ragione Barnard», dice Crosetto: «La differenza sono i soldi dati dalla Bce», che prima ha strangolato il governo regolarmente eletto, e poi ha regalato ossigeno al suo commissario, incaricato di sequestrare la democrazia italiana mettendola al servizio delle élite di Bruxelles, che tagliano i diritti del lavoro e vorrebbero privatizzare tutti i beni comuni.
Peccato che, da allora, la situazione non sia affatto migliorata, aggiunge Crosetto, nonostante «tre manovre e svariati miliardi, messi sul tavolo dalla Bce». Perché? «Semplicemente perché, se la ricetta è la stessa, cioè se l’obiettivo principale del paese è il pareggio di bilancio», il fallimento è garantito, «qualunque sia la situazione economica». Non è un problema di esecutivo: «Al governo ci puoi mettere Monti, Prodi, Paragone, Barnard», ma è tutto inutile, «se l’unico obiettivo è quello contabile», che «non tiene conto della situazione del paese». Ovvero: «Se io l’asticella la alzo sempre di più perché il buco aumenta sempre di più, allora aumento sempre di più le tasse e l’asticella non fa che allontanarsi ancora». Si chiama: spirale della deflazione economica indotta. E fa parte del piano, fin dall’inizio: obiettivo, secondo Barnard, la retrocessione del Sud Europa a mercato minore, di lavoro sottopagato, a esclusivo vantaggio del sistema germanocentrico, della sua industria e dei sicari della sua finanza “criminale”. Gente che – come Monti – è allevata fin dall’università per imparare a dominare il mondo imbrogliando le carte, traviando lapolitica e cambiando le leggi, come fa il “Group of 30”, la super-lobby planetaria nella quale milita Mario Draghi.
Un quadro oscuro e inquietante, nel quale Oliviero Beha aggiunge due elementi che lo peggiorano ulteriormente: lacrisi storica, mondiale, del capitalismo globalizzato, e la particolarissima debolezza di quello nostrano: «All’interno del capitalismo italiano, non c’è una mafiosità spaventosa? Una sorta di mancanza di trasparenza, di oscurità, di ambiguità generale». Una questione di mentalità culturale, che mina l’intera classe dirigente, compresa quellapolitica: «Non vi sembra che questo sistema sia alla frutta e che quindi vada rifondato a cominciare dagli stessi partiti, che si preoccupano solo di vincere le elezioni, mentre il paese sta affondando?». Tutto vero, ma a patto che non si ricominci a trascurare la madre di tutte le questioni: se siamo in ginocchio c’è un motivo drammaticamente concreto. «Siamo strangolati dall’euro», insiste Barnard: «E’ l’Eurozona che ci sta uccidendo». L’Eurozona e, naturalmente, tutti gli esecutori di un piano concepito settant’anni fa da chi nutriva un odio irriducibile nei confronti del nostro bene supremo: la democrazia.
François Perroux era un devoto del regime di Vichy, agli ordini di Hitler, e gli economisti europei dell’epoca – ricorda il professor Alain Parguez, già consigliere di Mitterrand e poi grande accusatore del presidente francese – idolatravano l’austriaco Friedrich Hayek, principe della destra europea. Attenzione: destra pre-moderna, nostalgica della monarchia e del sistema feudale, che non tollera il potere popolare condiviso attraverso l’autorità legittima di istituzioni democratiche. Un incubo, fatto di suggestioni intellettuali? Niente affatto: il peccato originale si chiama Trattato di Maastricht, che i nostri governi si sono affrettati a firmare, guardandosi bene dal sottoporlo a referendum. Un evento misterioso, rimasto nel vago, di cui oggi scontiamo le conseguenze.
In televisione, Paolo Ferrero ne fa una traduzione pratica: se Monti fosse andato dai lavoratori e avesse detto “adesso vi aumentiamo di sei anni l’età per andare in pensione”, la gente avrebbe domandato: ma l’Inps è in attivo o in passivo? Sorpresa: l’Inps è in attivo. «La gente lo prendeva a pedate, Monti». E invece: «Col fatto che “c’è lo spread”, la catastrofe, le cavallette che stanno arrivando, la gente ha detto “mah, chissà che così non ci salviamo”. Solo che, così, ci stiamo avvicinando, alla Grecia – non allontanando». Nella tragedia quotidiana dei suicidi a catena, almeno una buona notizia: Barnard in televisione, sulla Rai, a discutere civilmente con Ferrero, Crosetto e Beha. D’accordo, tutti e tre, sull’origine del male: se lo Stato continuerà ad essere condannato a non poter più spendere un euro oltre il tetto del gettito fiscale, nessuno ne uscirà vivo. Raccontano che il “pareggio di bilancio” è la normalità? Falso: è una pazzia. Agli italiani – come ai francesi, ai greci e a tutti gli altri – resta solo la politica: c’è da sperare che, anziché il funebre teatrino destra-sinistra, spettacolo gremito di vecchi cialtroni oggi spaventati da Beppe Grillo, entri in agenda il vero problema: come salvare l’Italia dalla menzogna di un’Europa costruita per strangolare i suoi popoli.
Nessun commento:
Posta un commento