“Mamma, rivoglio il grattacielo!”. Sul blog “Il Corsaro”, Claudio Riccio riassume così, con una battuta, la vicenda dell’occupazione-lampo della Torre Galfa di Milano, sgomberata con estrema sollecitudine dalla polizia dopo il tentativo di “Macao”, il collettivo artistico che voleva replicare nel capoluogo lombardo l’esperienza del Teatro Valle di Roma, “restituendo” alla popolazione uno spazio-simbolo rimasto desolatamente vuoto per quindici lunghi anni. «Nonostante i numerosi appelli, anche istituzionali, finalizzati ad aprire il dialogo», il grattacielo è stato rapidamente sgmberato «senza alcuna mediazione e con grande celerità rispetto alla media degli sgomberi in Italia». Per via dello stile “rigoroso” del governo Monti? Forse, ma non solo: perché allo sfratto dei manifestanti è interessato direttamente il figlio del ministro dell’interno.
Facendo risuonare l’infelice sortita sui “bamboccioni” evocati da Tommaso Padoa-Schioppa, qualche mese fa Anna Maria Cancellieri dichiarava: «Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città a fianco di mamma e papà». Come c’era da aspettarsi, commenta Claudio Riccio, queste dichiarazioni suscitarono l’ira di molti,giovani e non. A Milano, oppressi da una città che concede pochi spazi alla libera espressione creativa, ragazzi e artisti hanno messo gli occhi sulla Torre Galfa: 109 metri per 31 piani. Nel 2006 il grattacielo è stato venduta, per 48 milioni di euro, alla Immobiliare Lombarda, società del gruppo Fondiaria Sai, il cui presidente onorario è Salvatore Ligresti. L’ex palazzinaro craxiano controlla la finanziaria della compagnia di assicurazioni attraverso la holding Premafin Finanziaria Spa, titolare di una quota del 47% del gruppo. Ma attenzione: il direttore generale di Fondiaria Sai è il figlio di Anna Maria Cancellieri, ministro dell’interno.
Il giovane manager si chiama Piergiorgio Peluso, ha solo 42 anni ed è impegnato nella difficile trattativa sulla possibile fusione del suo gruppo con Unipol Assicurazioni, Premafin e Milano Assicurazioni: la Torre Galfa è un pezzo importante del patrimonio del gruppo, alle prese in questi giorni con delicatissimi negoziati. Una vera jattura, quindi, il blitz del 5 maggio con il quale «molti giovani, collettivi, e soprattutto tanti artisti che rivendicano autonomia per la propria vita, spazi per fare cultura e per ridare vita aMilano» hanno deciso di occupare proprio quel grattacielo, abbandonato al degrado. E’ nato “Macao”, ambizioso progetto politico, artistico e culturale che ha sollevato grande entusiasmo, non solo a Milano. «Ligresti, che patteggiò 2 anni e 4 mesi nelle inchieste di Tangentopoli, invoca la legalità». E il Gruppo Fondiaria Sai «fa sapere di volere indietro il proprio grattacielo, inutilizzato da 15 anni». Ci pensa Anna Maria Cancellieri, che manda sul posto la polizia: ai ragazzi di “Macao” resta solo la strada, ai piedi del grattacielo. Conclude Riccio: «Non tutti gli italiani sono “fermi al posto fisso a fianco di mamma e papà”, ma a volte avere la mamma al proprio fianco aiuta?».
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