Il 24 aprile, in occasione del Global Digital
Strike, abbiamo lanciato Ritorno al Futuro, la nostra campagna per
chiedere che la ripartenza dopo il Coronavirus non sia un ritorno alla
normalità, ma un salto verso un mondo nuovo.
Chiediamo un grande piano di
investimenti pubblici in grado di salvare non solo l’economia, ma
l’intera umanità dal collasso climatico e sociale; il nostro appello e i nostri 7 punti,
in cui delineiamo il nostro progetto, sono stati sottoscritti da oltre
300 scienziati, da migliaia di cittadini e decine di associazioni, tra
cui Greenpeace, WWF, Legambiente, Terra!, Stop TTIP, Libera, CGIL, Slow
Food e molte altre.
Oggi facciamo un ulteriore passo avanti: nella giornata mondiale dell’ambiente, pubblichiamo un “allegato”
alla lettera con cui abbiamo lanciato la campagna: un documento,
redatto con l’aiuto degli esperti e delle associazioni che ci hanno
sostenuto, contenente nel dettaglio i principi e le misure che
proponiamo alle istituzioni per mettere in atto la rinascita
post-coronavirus.Fra le richieste – che si aggiungono alle rivendicazioni storiche che FFF ha portato avanti in questi mesi – la riduzione delle emissioni di almeno il 7,6% l’anno, la ripubblicizzazione dell’acqua, la chiusura degli allevamenti intensivi, il trasporto pubblico diffuso, il rifinanziamento del sistema sanitario, la moratoria su trivellazioni e accordi commerciali, la riconversione delle imprese inquinanti e un abbandono dei mercati del carbonio in favore di misure più incisive.
Il tutto dovrà avvenire grazie a un rinnovato impegno dello Stato nell’economia, possibile solo superando il paradigma dell’austerità e la trappola del debito.
Vogliamo una transizione ecologica e giusta, che sostenga i lavoratori durante questo passaggio con un’espansione del welfare sostenuta ad esempio dai proventi di una carbon tax.
Ma abbiamo la certezza – confermata da illustri economisti come il premio Nobel J. Stiglitz e da istituzioni come il Fondo monetario internazionale – che non esiste un’altra strada per risollevarci da questa crisi sanitaria senza con ciò spianare la strada ad una serie di nuove catastrofi climatiche, sanitarie, umanitarie.
Vogliamo che il governo e il parlamento utilizzino le enormi risorse che vengono mosse in questo momento, in particolare grazie al Recovery Fund europeo, vincolando gli investimenti ad un reale piano di riconversione ecologica dell’economia.
Negli scorsi giorni alcuni esponenti della politica italiana ci hanno dichiarato la loro gratitudine e il loro sostegno. E’ il momento che a queste parole corrispondano i fatti.
La giornata di oggi segna anche il ritorno di FFF nelle città d’Italia. Dopo essere stati costretti in casa a causa della crisi sanitaria, oggi in oltre 30 città italiane gli attivisti e le attiviste per il clima riprenderanno a manifestare, rispettando le disposizioni di sicurezza del Ministero della Salute.
Nonostante le apparenze, la crisi climatica non si è fermata in questi mesi, ma anzi ogni giorno nel mondo causa nuovi disastri, come ad esempio l’invasione di locuste che abbiamo vissuto anche in Sardegna.
“Non possiamo permetterci di sprecare questo momento. Una simile occasione per cambiare rotta non si ripresenterà per anni. E in gioco non c’è ‘l’ambiente’. Ci sono le nostre vite, la nostra salute, la nostra economia, il nostro futuro.”
Qui è possibile scaricare il documento tecnico
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