domenica 28 giugno 2020

Straordinaria avventura accaduta a Vladimir Majakovskij in campagna

100Futurismo - rivoluzione | Fondo Magazine di Miro Renzaglia 

Di cento soli ardeva il tramonto,
l'estate scivolava verso luglio,
c'era calura:
ciò accade in campagna.
La collina di Pùskino aveva per gobba
il monte degli Squali,
e ai piedi del monte
un villaggio
corrugava la scorza dei tetti.
Dietro al villaggio un buco,
e in quel buco, immancabilmente,
calava sempre il sole
con lentezza e con precisione.
Ma il mattino seguente
di nuovo
il sole sorgeva scarlatto
a inondare l'universo.
E un giorno dopo l'altro
tutto questo cominciò
a irritarmi terribilmente.
E una volta, arrabbiandomi così
che tutto impallidì dallo spavento,
gridai al sole a bruciapelo
"Scendi!

Basta di gironzolare in quell'inferno"
Gridai al sole
"Scroccone! Tu poltrisci tra le nuvole,
mentre io, sia estate o inverno,
seggo a disegnare cartelloni! "
Gridai al sole "Aspetta!
ascolta, fronte d'oro,
se invece di tramontare nell'ozio,
tu venissi a prendere il tè"
Che ho fatto!  Sono perduto!
verso di me di buon grado,
allargando i passi dei suoi raggi,
avanza il sole per i campi.
Non voglio mostrarmi pauroso -
e mi ritraggo indietro.
Sono già nel giardino i suoi occhi.
Già cammina per il giardino.
Entrando dalle porte,
dalle finestre, dalle fessure,
rovinava la massa del sole.
Irruppe e, ripigliando il fiato,
si mise a parlare con voce di basso
"E' la prima volta dalla creazione
che costringo i miei fuochi a tornare indietro.
Mi hai invitato? Dammi il tè,
poeta, dammi la marmellata!"
Con gli occhi lacrimanti
per la calura che mi rendeva folle
gli indicai il samovàr
"Ebbene? siediti astro!"
Un diavolo mi aveva spinto a strillargli
le mie insolenze.
Confuso,
mi sedetti sull'orlo di una panca,
temendo che accadesse il peggio!
Ma una strana chiarezza fluiva dal sole
ed ecco, tralasciando il mio sussiego,
comincio pian piano
a conversare con l'astro.
Parlo di questo, di quello, e gli dico
che la Rosta mi esaspera,
e il sole
"D'accordo, ma non mi affliggerti,
non complicare le cose!
Pensi che per me sia facile risplendere?
Fanne tu stesso la prova!
Se ti ci metti, devi continuare,
splendendo sempre più a piena luce!"
Chiacchierammo così sino al buio,
cioè sino a quella che prima era la notte.
Come parlare qui di oscurità!
Prendendo dimestichezza,
ci demmo presto del tu.
E poco dopo con grande amicizia
già gli battevo la spalla.
E il sole pure "Tu ed io siamo compagni!
Andiamo poeta,
a fissare lo sguardo, a cantare
fra il grigio ciarpame del mondo.
Io verserò il mio sole
e tu il tuo con i versi "
Il muro d'ombre, la prigione delle notti
cadde sotto la doppietta dei soli.
Subbuglio di versi e di luce,
sfavilla a tutto spiano!
Se il sole si stanca e la notte
vuol coricarsi, torpida marmotta,
allora io d'improvviso
albeggio a tutta forza,
e il giorno scampana di nuovo.
Risplendere sempre, risplendere ovunque,
sino al fondo degli ultimi giorni,
risplendere e nient'altro!
Ecco la parola d'ordine mia -
e del sole!

Nessun commento:

Posta un commento