27 giugno 2011. Sono passati nove anni da quando
avevamo trascorso la notte a Chiomonte ad aspettare l’entrata delle
ruspe per prendere possesso dell’area e sgomberare la Libera Repubblica
della Maddalena.
comune-info.net Chiara Sasso
Da alcune settimane si era insediato un presidio con
tanto di campeggio, cucina da campo, lungo tavolo per mangiare, tendone
per incontri pubblici, area giochi per bimbi (il movimento Notav ha
acquisito una certa professionalità…), il tutto per cercare di impedire
l’apertura del cantiere.
Un luogo a ottocento metri di altitudine, fra
coltivazioni di lavanda e vigneti i più alti d’Europa.
La sera prima era stato lanciato l’allarme e
organizzata una fiaccolata alla quale avevano partecipato sei/settemila
persone.
Molti giornalisti presenti e Tv pronti a documentare gli
scontri che sicuramente ci sarebbero stati. Irreale era la luce, il
sorgere del sole, sulle montagne, confine francese.
Completamente
irreale era la musica della radio sintonizzata su programmi di
“Buongiorno mattino” che continuava a trasmetteva canzonette… mentre i
poliziotti, caschi blu, maschere antigas, scudi e manganelli avanzavano.
Irreale era la muraglia di persone di tutte le età appesa alle griglie
per opporsi con il proprio corpo alla ruspa che avanzava. Certo non
avevano l’attitudine a questo genere di cose, eppure, determinati.
Irreali erano le raccomandazioni che echeggiavano dal piazzale, ai
ragazzi o ai giornalisti: “Non calpestate la lavandaaaa”
(in un clima tesissimo con le ruspe e i poliziotti che stavano
salendo).
Qualcuno dei presidianti dopo aver trascorso la notte era
corso a lavorare, altri studenti erano scesi a valle per gli esami di
stato, alcuni docenti non avevano potuto sottrarsi a presenziare esami
universitari. Molti presidianti erano rimasti: i giornali avevano
titolato “Guerriglia”, 2.500 agenti di polizia avevano sfondato le
barriere, occupato spazi in autostrada.
Irreale era stata la tenuta sul
piazzale, fin quando era stato possibile, poi la decisione comune di
“indietreggiare” salendo per i viottoli di montagna, con i poliziotti
che menavano su chi si inciampava, chi cadeva. Una ritirata farsesca, in
alcuni momenti tragica, gente che stava male, limoni in tasca, chi
vomitava, chi non ce la faceva a salire.
L’immagine dall’alto presentava
le vigne inondate di gas lacrimogeni.
27 giugno 2020, sinceramente con tutto quello che è successo
nell’anno della pandemia non ci si aspettava un’assemblea così
partecipata: venerdÌ 26 giugno a Bussoleno. In un grande prato,
le sedie distanziate, le mascherine a proteggere. Da qualche giorno
Telt (la società Italo Francese) ha ripreso quello che dovrebbe essere
un nuovo allargamento di cantiere per la linea ad alta velocità Torino
Lione. I lavori iniziati la notte di domenica come da tradizione, di
notte come nel 2005 e nel 2011. Nasce un nuovo presidio permanente ai
mulini di Clarea per monitorare e disturbare i lavori. Moltissimi
giovani organizzano turni di pernottamento con tende e cibo. Appese a un
albero la bandiera Notav insieme a quella di Fridays For Future. Per
tutta la settimana vengono organizzate delle azioni in valle dove i
poliziotti vanno a pranzare o a dormire. Flash Mod anche da parte delle
donne che hanno accolto l’appello del collettivo cileno Lastesis per
riproporre la performance: “Un violador en tu camino” davanti ai
cancelli del cantiere di Chiomonte.
L’assemblea di venerdì portava in sé un grande stupore sugli ultimi fatti accaduti. Nonostante
la pandemia, la crisi economica, e la crisi sanitaria si continua
inesorabilmente nel proporre modelli di sviluppo e grandi opere
come la realizzazione di un tunnel di 57 chilometri doppia canna.
Nonostante la Corte dei Conti Europea si sia espressa in modo
inequivocabile sull’opera (relazione speciale n. 10 paragrafo 38)
evidenziando senza mezzi termini “che la costruzione di nuove grandi
infrastrutture di trasporto è una fonte rilevante di emissioni
di CO2 e vi è un forte rischio che gli effetti positivi siano
sovrastimati” non c’è la volontà politica di prendere in considerazione
altre strategie. Nonostante al governo vi sia il Movimento 5stelle (ex
Notav) nessuna voce si è elevata in merito per fermare i cantieri. Luca
Mercalli nei suoi articoli cita ancora una volta come la preoccupazione
della Corte dei Conti Europea che segnala l’opera come del tutto
incompatibile con il Green Deal europeo sia stata sottaciuta ovunque.
Intanto un nuovo libro a cura di Gigi Richetto va ad aumentare il numero
delle pubblicazioni sulla storia di questi trent’anni. “Camminando
Insieme. Mosaico di resistenza civile in valle di Susa”, scorrendo le
pagine sembra impossibile aver partecipato a tanti eventi, lotte che
hanno coinvolto migliaia di persone. Ora c’è un naturale cambio di
generazione e accanto ai presidianti con i capelli bianchi centinaia di
ragazzi.
Messaggio di Nicoletta Dosio:
“Il
presidio dei mulini di Clarea, la contestazione alle truppe occupanti e
ai loro collaborazionisti, mi parlano dei compagni miei coetanei, i
quali ancora resistono in prima fila, ma anche di tanti giovani e
giovanissimi, le nostre nuove energie, che, come e meglio di noi,
sapranno difendere i luoghi della nostra vita e mandare un messaggio
concreto di ribellione alle tante realtà sorelle e a chi, in ogni parte
del paese e del mondo, ha deciso di non arrendersi, di difendere il
futuro per sé e per tutti”.
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