venerdì 26 giugno 2020

Vitalizi, il colpo di coda della Casta: al Senato la commissione annulla la delibera sul taglio del privilegio. Crimi (M5s): “Schiaffo al Paese”

Il Fatto Quotidiano

Il colpo di coda arriva in serata, dopo i tg dell’ora di cena e quando la maggior parte dei quotidiani ha già chiuso la prima pagina del giorno dopo. La commissione Contenziosa del Senato ha accolto i ricorsi sul taglio dei vitalizi presentati dagli ex parlamentari. Vuol dire in pratica che è stata annullata la delibera dell’Ufficio di Presidenza di Palazzo Madama che ricalcolava col sistema contributivo l’assegno per gli ex senatori. Tre i voti a favore e due i contrari, quelli dei senatori della Lega, Simone Pillon e Alessandra Riccardi, che ha lasciato il Movimento 5 stelle pochi giorni fa. A confermare la notizia è anche il presidente della commissione, Giacomo Caliendo, senatore di Forza Italia: “La commissione contenziosa del Senato ha accolto in parte i ricorsi e ha annullato la delibera sui vitalizi in alcune parti. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni e vediamo se ci saranno eventuali impugnazioni. Non aggiungo altro, visto il mio ruolo”. Caliendo aveva annunciato nei mesi scorsi l’intenzione di astenersi dal giudizio, dopo le polemiche scatenate da uno scoop del Fatto Quotidiano, su una bozza di delibera che restituiva agli ex parlamentari il loro privilegio: quel documento, però, era stato preparato molto prima della camera di consiglio. Oltre al presidente, a Pillon e Riccardi, gli altri componenti dell’organo sono quattro tecnici, due avvocati e due giudici: tre su quattro hanno votato per il ripristino degli assegni, se Caliendo ha mantenuto l’impegno di astenersi.
M5s: “La casta si tiene il malloppo” – 
Uno dei primi commenti arriva da Vito Crimi, capo politico ad interim del M5s: “Ci provavano da mesi: lo hanno fatto di notte, di nascosto. E’ uno schiaffo a un Paese che soffre. La casta si tiene il malloppo, noi non molleremo mai per ripristinare lo stato di diritto e il principio di uguaglianza. Chi dobbiamo ringraziare per questa operazione, la presidenza del Senato?”.”Ma davvero c’è ancora qualcuno che pensa ai vitalizi nonostante un’emergenza di questa portata? Senza parole. Chi pensa di gioire allora non ha capito nulla. Se ci sono interessi da tutelare sono solo quelli dei cittadini italiani che hanno sofferto per mesi gli effetti di questa pandemia. Abbiamo già abolito i vitalizi e non abbiamo alcuna intenzione di ripristinarli”, scrive su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Tutti contro il Movimento 5 Stelle! Sono schifato ed amareggiato! Noi non molliamo, ma questa gente deve vergognarsi”, è il post il viceministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni. Fonti del Pd, invece, fanno trapelare “sconcerto” per la decisione del Senato. “Il Partito democratico è totalmente contrario alla decisione assunta dalla commissione contenziosa del Senato sui vitalizi”, sottolineano le stesse fonti. “Il Pd non è presente nella commissione contenziosa del Senato che ha deliberato sui vitalizi. Quando la vicenda venne affrontata in Consiglio di Presidenza nel 2018, i rappresentanti del Pd avevano proposto una soluzione alternativa che non venne presa in considerazione dall’allora maggioranza. Una soluzione, quella del Pd, che non avrebbe esposto il Senato alla situazione attuale”, dice la vicepresidente di Palazzo Madama, Anna Rossomando. Molto più soft la reazione di Matteo Salvini, leader del Carroccio: “Come Lega – dice – cercheremo di cambiare la decisione”. Commenta la decisione anche il commissario europeo, ed ex premier Paolo Gentiloni che twitta: “A volte ritornano. Il mondo aspettava che l’Italia tornasse ad accapigliarsi sui vitalizi”

Esultano gli ex parlamentari: “Ripristinato Stato di diritto”- Esulta, ovviamente, Maurizio Paniz, ex deputato di Forza Italia e avvocato che ha difeso la maggior parte degli ex senatori che hanno fatto ricorso: “E’ stato ripristinato lo Stato di diritto. Questa è soddisfazione professionale – dice- ma anche sul piano dei rapporti personali che ho intrattenuto con centinaia di ex senatori che ho assistito. E’ un risultato che mi ripaga dell’impegno e degli insulti e minacce ricevuti. Io non ho difeso un privilegio ma un diritto, e in uno Stato di diritto questa è una vittoria di tutti“. Che cosa succede ora? Paniz lo spiega a Repubblica.it: “Gli effetti sono almeno tre: il Senato può impugnare l’annullamento all’organismo di secondo grado, che in questo caso è il Consiglio di giurisdizione dello stesso Senato. Vanno risarciti gli arretrati, e la Camera potrebbe subire gli effetti di questa decisione”. Si vedrà.
Lo scoop del Fatto e le accuse di conflitti d’interessi alla commissione – Intanto questo è l’epilogo di una vicenda che definire tormentata è un eufemismo. Tutto l’iter del lavoro della commissione è stato inquinato da ombre, accuse di conflitto d’interessi e dimissioni. Il momento più alto dello scontro è arrivato con lo scoop del Fatto Quotidiano, che il 30 gennaio aveva pubblicato la bozza di delibera con il quale si accoglieva il ricorso degli ex parlamentari, preparata molto prima che si concludesse la camera di consiglio. Due mesi prima, nel novembre del 2019 Elvira Evangelista, senatrice M5s, lasciò la commissione perché, disse, “tra i membri c’è un intreccio di relazioni amichevoli e professionali“. Il riferimento era per i componenti nominati dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Come presidente era stato scelto Caliendo, senatore di lungo corso di Forza Italia, storicamente molto vicino alla seconda carica dello Stato e al suo capo di gabinetto, l’ex senatore e ministro Nitto Palma. In quei giorni il senatore del M5s, Primo Di Nicola, aveva fatto notare come Caliendo avrebbe dovuto decidere su un trattamento vantaggioso di cui beneficerà direttamente, in quanto percettore di vitalizio. Per questo motivo i 5 stelle avevano chiesto di azzerare i componenti e il lavoro della commissione. Richiesta bocciata: Caliendo aveva solo annunciato al Senato che si sarebbe astenuto nel giudizio sul ricorso degli ex parlamentari. Le accuse di conflitto erano state lanciate dal M5s anche su Cesare Martellino, giudice e componente tecnico dell’organo interno a Palazzo Madama. Martellino è stato collega di Nitto Palmaalla Procura di Roma, all’Ufficio indagini della Federcalcio e al Comitato organizzatore dei mondiali del ’90″. Quindi era arrivato lo scoop del Fatto a raccontare di quella bozza di delibera per ripristinare i vitalizi, scritta molto prima della camera di consiglio. “È falso” si difese in quei giorni Caliendo, definendo quella bozza come “una vecchia ipotesi“. Eppure la decisione della tarda serata di giovedì 25 giugno conferma quella notizia: il Senato ripristinerà i vitalizi senza la sforbiciata imposta dal ricalcolo su base contributiva in vigore dal 1 gennaio 2019. Vuol dire che l’assegno sarà ripristinato per oltre 700 ex senatori, cancellando il risparmio da 22 milioni di euro all’anno.

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