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DI GIUSEPPE MASALA
L’intervista
concessa dalla Merkel ad alcuni giornali europei in occasione
dell’inizio del semestre a guida tedesca credo possa essere definita di
rilevanza storica perché chiarisce la sostanza dell’europeismo tedesco:
un europeismo che non pare azzardato definire “utilitaristico” che ha
come motto «ci sto fino a quando mi conviene». Questo è il passaggio
chiave (tradotto dalla versione pubblicata dal britannico Guardian) in
merito alla supremazia del diritto europeo rispetto a quello degli Stati
nazionali e dunque sulla recente sentenza della Corte costituzionale
tedesca in merito alle operazioni di quantitative easing della BCE.
Domanda:
«La legislazione europea viola le leggi nazionali o viceversa? Il
sistema giuridico europeo non dovrebbe in definitiva avere più peso di
quelli nazionali in linea di principio?».
Risposta della Merkel:
«Non è che questo argomento non sia mai stato discusso prima che la
Corte costituzionale federale [tedesca] emettesse la sua sentenza sulla
Banca centrale europea. Senza dubbio, il diritto europeo ha la
precedenza sul diritto nazionale, ma non sappiamo dove inizia e finisce
il regno del diritto europeo. L’essenza dell’Unione europea sta negli
Stati membri che trasferiscono poteri. Nella terra di confine tra le
sfere di giurisdizione del diritto nazionale ed europeo, può verificarsi
attrito se il livello europeo definisce i suoi limiti in modo più ampio
rispetto, ad esempio, al Parlamento tedesco. Questo è ciò che stiamo
vedendo nel caso della BCE.
Se la Corte costituzionale [tedesca] rileva
che è stato superato un confine, si rivolge alla Corte di giustizia
europea e richiede una revisione. Fino ad ora, tutti i disaccordi sono
stati risolti. Ora abbiamo un conflitto. Questa è la natura della
bestia, poiché uno Stato nazionale sarà sempre in grado di rivendicare
poteri particolari a meno che tutti i poteri non vengano trasferiti alle
istituzioni europee, il che sicuramente non accadrà».
Ciò che si evince dalle parole della Merkel può essere riassunto nei seguenti 4 punti:
1) Karlsruhe ha ragione;
2)
gli atti della BCE sono ultra vires, ergo le politiche monetarie si
trasformano in politiche fiscali cosa espressamente proibita dai
trattati;
3) scordatevi che cambio la Costituzione per andare verso un’unione fiscale;
4) l’Europa federale potete solo sognarla.
Mi
pare di poter dire che se questa è la posizione della Merkel la“new
decision” spedita al Bundestag dalla BCE (per interposta Bundesbank) non
passa. Gli storici ci diranno se tutto questo balletto al quale
assistiamo dal 5 maggio sia preordinato – come è giusto immaginare a
questo punto – o se in Germania esista veramente una frangia
“europeista” disposta ad andare verso l’unione fiscale come vorrebbero
farci credere i nostri media. Perché qui il tema è chiaro: fino a quando
ai tedeschi è convenuto hanno preso e si sono strafogati, ora che per
salvare il carrozzone dell’euro devono rimetterci (andando verso forme
di unione fiscale) senza tanti problemi stanno salutando o almeno così
mi sembra.
P.S. Rimane la scempiaggine e l’idiozia di una classe
dirigente italiana, che ha governato per trenta anni accettando di
cedere la sovranità monetaria senza che ci sia mezza intenzione da parte
della controparte di andare verso un’unione fiscale. Ci siamo svenati
per nulla inseguendo una chimera chiamata Stato federale europeo. E
questa è una responsabilità storica enorme.
Giuseppe Masala
27.06.2020
Link: https://www.ilparagone.it/interventi/la-merkel-gela-gli-europeisti-leuropa-federale-non-si-fara-mai/
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