lunedì 29 giugno 2020

Il 2 luglio è sciopero per la sanità pubblica. Tu da che parte stai?


Dopo essere stati per mesi considerati gli eroi del Paese, omaggiati con applausi e canti, ben presto però dimenticati, i lavoratori e le lavoratrici della sanità e delle coop sociali, scendono in piazza a reclamare quello che spetta loro.
L’Unione Sindacale di base ha proclamato per il 2 luglio una giornata di sciopero nel settore della sanità, pubblica e privata, e nei settori sociali appaltati al cosiddetto Terzo Settore.
I lavoratori e le lavoratrici della sanità e dei servizi socio-sanitari-assistenziali, per esempio gli operatori e le operatrici delle RSA per anziani e disabili e dei servizi di assistenza domiciliare, sono stati i più duramente colpiti durante la pandemia e il lockdown, costretti a continuare a lavorare (anche sotto ricatto del posto di lavoro a volte) in luoghi di lavoro che erano diventati delle bombe biologiche, mandati allo sbaraglio senza dispositivi di protezione individuali, senza linee guida uniformi, senza tamponi tempestivi, con il terrore di infettarsi e diffondere il virus ai propri cari.

Il sacrificio è stato enorme: medici, infermieri, OSS, operatori delle coop sociali, tantissimi fra loro sono stati contagiati, hanno lottato strenuamente contro il virus e ora che le luci dei riflettori sono spente e nessuno parla più degli eroi, ecco che gli eroi, ricominciano a lottare e lo fanno scioperando con l’USB il 2 luglio.
Lo sciopero proclamato dall’Unione Sindacale di Base, che vedrà i lavoratori in presidio a Montecitorio dalle 10,30 del mattino, è chiamato per rivendicare la dignità e i salari dei lavoratori della sanità, sia pubblica che privata, e dei lavoratori del terzo settore.
Si chiede la stabilizzazione di tutti i precari, i quali pur sapendo di rischiare di perdere il lavoro alla fine della pandemia non si sono sottratti ai pericoli del proprio mestiere; si rivendica un aumento salariale e un vero Bonus Covid, non una mancia da 100 euro lordi riparametrati alle ore di lavoro effettuate, molti lavoratori delle coop sociali con la sospensione dei servizi educativi e riabilitativi sono stati lasciati senza un reddito nel pieno di una pandemia e per altri il salario è diventato FIS all’80%, che è poi scomparso tra le pieghe dell’INPS, perché la maggioranza delle cooperative non l’ha anticipato.
I lavoratori e le lavoratrici chiedono poi la fine delle esternalizzazioni e degli appalti e la reinternalizzazione di tutti i servizi, specificatamente quelli che afferiscono alla sanità. Le esternalizzazioni, cioè l’affidamento ai privati di servizi che prima erano erogati dal pubblico, sono state una delle conseguenze del linciaggio ideologico che ha dipinto il pubblico come un baraccone inefficiente e costoso e proponeva come soluzione il privato sburocratizzato, agile, manageriale ed efficiente.
La verità è che privatizzando i servizi pubblici o appaltandoli a cooperative il centro di gravità passa dal paziente/cittadino che riceve un servizio gratuito e universale ai profitti che i privati possono avere a danno del pubblico, a danno dei cosiddetti “utenti” che ricevano un servizio peggiore per contenere i costi e a danno dei lavoratori vedono la loro salute e sicurezza immolata sull’altare del dio denaro.
Come si conviene ai veri eroi i lavoratori e le lavoratrici della sanità e delle coop sociali scendono in piazza anche e soprattutto per rivendicare un servizio sanitario che sia davvero nazionale e non frammentato in 20 servizi sanitari regionali; che non sia più vampirizzato dalla sanità privata che sceglie gli ambiti in cui operare per trarne il maggior profitto e lascia al pubblico i pronto soccorso, le terapie intensive, i reparti di malattie infettive (come è stato palese con il Covid 19).
Il 2 luglio si sciopera perché la sanità e il welfare siano davvero pubblici, universali e gratuiti perché la salute e il benessere di tutti e tutte sono diritti irrinunciabili. Voi da che parte state?

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