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Negli
ultimi anni ho avuto spesso la tentazione di definire come sospetto o
ipocrita, vuoto o violento, quasi tutto ciò che ormai da una quarantina
d’anni arriva dal mondo anglosassone, cuore del liberismo in tutte le
sue declinazioni e i suoi istinti sempre più scoperti, ma me ne sono
astenuto sia perché sarebbe stata una generalizzazione indebita, sia
perché so come l’immaginario italiano sia attratto da una pervicace
quanto insensata mitologia di quel mondo dominato da un esprit de
geometrie come alibi per l’insensatezza. Ma certo più si avanti, più
quella tentazione si fa forte e credo che gli ultimi due giorni siano
stati un calvario per l’intelligenza e l’onestà intellettuale.
Cominciamo con il classico business is business del teriantropo Bill
Gates, il vaccinatore folle, il quale sentendo che nel mondo ci sono 9,2
milioni di contagiati dice che il “quadro del Covid 19 è più tetro del
previsto”. Strano perché il caro, stupido Bill, sembra non sapere che
ogni anno ci sono circa 600 milioni di contagiati di influenza e che
solo in Italia sono dai 10 ai 12 milioni. Tanto per la cronaca nel 2015
sono morte nel nostro Paese 54 mila persone di questa affezione, circa
20 mila in più dei decessi attribuiti non si con quanta onestà e
consistenza al Covid. Ma si sa che i vaccini hanno la forma del dollaro e
che in ogni caso l’anamnesi dell’intelligenza di Gates e soprattutto di
quelli che lo stanno ad ascoltare è più tetra delle peggiori
previsioni.
A questo si lega una cosa che mai mi sarei aspettato, ma che
definisce bene il collasso del pensiero politico che sta travolgendo gli
Usa e purtroppo anche l’Europa: la deputata Alexandra Ocasio Cortez che
in passato avevo interpretato come uno dei personaggi che avrebbero
potuto iniettare istanze di sinistra nel corpaccione amorfo del partito
democratico ha prodotto un twit inimmaginabile : “È fondamentale che
i governatori mantengano le restrizioni sulle imprese fino a dopo le
elezioni di novembre perché la ripresa economica aiuterà a rieleggere
Trump. Alcune chiusure o perdite di posti di lavoro sono un piccolo
prezzo da pagare per essere liberi dalla sua presidenza”. Un
piccolo prezzo da pagare? Ma va al diavolo. E infatti Ocasio Cortez ha
capito di aver scritto una cazzata stratosferica e dopo una mezz’ora ha
cancellato il twitt, anche se ormai esso girava in migliaia di copie.
Badate bene una cazzata non tanto perché dimostra come anche quelli che
paiono più vicini ai ceti popolari se ne freghino dei destini della
“minuta gente” e siano disposti a sacrificarla esattamente come altrove
non esitano ad affamare le popolazioni per ottenere i cambi di regime
che ritengono opportuni, ma perché rivela a pieno gli ingranaggi
mediatici e le intenzioni non dichiarate con cui è stata costruita la
narrazione della pandemia. Una gaffe che non le verrà facilmente
perdonata.
Infine una chicca che viene dall’Australia dove la televisione pubblica ha proposto questa domanda: “Gli scacchi sono razzisti?”
. Questo a causa del fatto che il bianco muove per primo. Purtroppo gli
scacchi non sono stati inventati da Edison che notoriamente ha
inventato tutto ciò che era già stato inventato e possibilmente anche
commercializzato, rendendo a pieno lo spirito degli Usa, ma sono nati in
India dove il bianco è il colore dell’infelicità oltre che del lutto e
dove in ogni caso la popolazione ha pelle piuttosto scura. Faccio notare
a proposito di stupidità e follia, che l’Australia è stato il primo
Paese in cui si sono prodotti studi (ovviamente di valore zerografico)
secondo i quali il complottismo in ogni sua forma, compreso il
semplice dissenso dalle verità ufficiali, è una forma di disturbo
mentale, cosa che ha aperto la via ai tribunali dell’inquisizione sulle
cosiddette fake news. Alla faccia.
In ogni caso dentro tutto questo si scorge un vuoto politico e
culturale, un buco nero di straordinarie dimensioni che trasforma tutto
in un gelatinoso spirito settario dove sia i fatti che le idee non hanno
più alcun ruolo, essendo del tutto dipendenti dall’emotività mediatica.
E’ il risultato di un mezzo secolo di ultra capitalismo nel quale il
valore di verità è determinato dal mercato e dove spesso anche
l’opposizione a questo diventa essa stessa merce da vendere e da
utilizzare.
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