https://comedonchisciotte.org
DI TONGUESSY
comedconchisciotte.org
Un paio di
recentissimi episodi mi hanno dato molto da riflettere su come la
linearità di certi atteggiamenti venga s/travolta dall’impeto tumultuoso
dell’universo indeterministico che ci circonda.
Il primo episodio
riguarda un paletto messo per evitare che certi SUV andassero a
parcheggiare sopra a dei tombini frantumandoli e lasciando quindi aperta
una voragine, possibile causa di incidenti. Nella realtà succede poi
che proprio quel palo diventasse causa di incidente.
Il secondo
episodio è relativo ad una visita fatta per alleviare le sofferenze di
una persona anziana alle fine della quale, mentre si apprestava a
ritornare a casa, una improbabile buca faceva cadere la volonterosa
contro lo spigolo di un muretto causando fratture multiple.
Il
male, ricordava qualcuno, è solo un eccesso di bene. E’ la madre
premurosa che impedisce al figlio di affrontare la vita e lo mantiene
sotto una confortevole campana di vetro. E’ il padre coscienzioso che
per evitare che il figlio abbia incontri sgraditi gli impone abitudini
disumane. Parafrasando: se fai le cose troppo per bene alla fine combini
un disastro. Torniamo quindi al vecchio dubbio: in medio stat virtus
oppure mediocritas? Fare del bene con convinzione è davvero l’unica
strada percorribile oppure fare qualcosa senza nessun motivo, perché
succede così, è la vera strada?
Questo è il terreno ideale per
battaglie epocali tra l’universo deterministico che la mente genera
incessantemente e l’universo indeterministico che il cuore osserva senza
peraltro permettere alla mente di capirlo. Non per cattiveria, ma
perché la mente proprio non ce la fa a capire queste mostruosità di
incongruenze logiche. Ma come, ti stai dannando per realizzare un futuro
semplice e senza problemi e combini un disastro? Tu pensa se ti fossi
dato da fare per combinare casini….magari risolvevi tutto. No?
Come
pensate si inserisca la recente supposta-pandemia in questo contesto?
Si tratta sempre di fare del bene, prevenendo episodi ritenuti
pericolosi tramite l’obbligo di precauzioni ritenute indispensabili.
Alla base di tutto questo c’è una chiara tassonomia: il bene è qui, il
male è lì. Punto.
Inutile che vi dica quanto queste tassonomie mi
siano antipatiche. Il bene non è un’entità solida e facilmente
verificabile come le dimensioni dell’armadio della camera da letto, ed
il male, se si tralascia la foga di certe narrazioni, non è un valore
immutevole nel tempo. Anzi.
Applicare quindi i principi
dell’etnoantropologia può essere d’aiuto. Le situazioni mutano. Panta
Rei, diceva Eraclito. Tutto scorre. Oggi si prendono in seria
considerazione i diritti degli eredi di quegli africani che ieri erano
oggetto di scherno e di lanciafiamme. Ieri era bene fare sesso con una
sposa dodicenne (Montanelli docet), oggi è bene portare in tribunale il
capro espiatorio delle fantasie di una minorenne.[1]
Fare del bene
è una questione indubbiamente complicata. Presuppone una fissità che la
Vita si rifiuta di riconoscere. Il che rende le operazioni oltremodo
disagevoli. Missionari piuttosto che Padri Pellegrini, oppure genitori
amorevoli? Quanto bene dovete spandere nell’universo prima che vi
rendiate conto che questo valore è così inconsistente da risultare di
dubbio valore se non addirittura dannoso?
Ma c’è di più. Fare del
bene non può esimersi dal farsi del bene. Diventare cioè il centro del
bene universale. Elargire bene a piene mani con l’evidente scopo di
rendersi consapevoli del proprio ruolo di benefici portatori. Per farlo
bisogna esserne consapevoli. Occorre cioè avere un alto livello di ciò
che normalmente oggi viene chiamato positività. Una persona altamente
positiva è quasi un oggetto di culto per l’aura di fiducia e potere che
emana.
E’ per questo che oggi esiste il motivatore, ovvero “chi è
dotato delle capacità e dell’autorevolezza necessarie per incoraggiare e
stimolare altri a raggiungere un obiettivo”.[2]
Ovviamente si tratta di persone dotate di carica positiva, ovvero di
capacità di valutare la situazione sempre come bicchiere mezzo pieno
anche quando è quasi vuoto. Questa cosa ha molto a che fare con la PNL
che, secondo il suo fondatore R.Bandler si sintetizza in una sola frase:
“siamo la sola macchina che può programmarsi.”
Cioè se ci programmiamo con criterio ci possiamo fare un sacco di bene. A sapere cos’è il bene, però.
Sprizzare positività da tutti i pori, secondo la vulgata attuale, è
segno di grande saggezza destinata a sicura fortuna. Vogliamo allora
parlare di Alex Zanardi? Persona di sicuro carisma e di indiscussa
positività. L’esempio vivente di quanto sia importante programmarsi
secondo criteri (pro)positivi. Nel 2001 subiva l’amputazione delle gambe
a seguito di un grave incidente durante una gara automobilistica, fatto
che non scalfisce minimamente il suo sorriso. Campione paralimpico
pluripremiato, Zanardi amava dire: «È possibile che se il fulmine m’è
arrivato tra capo e collo una volta mi colpisca nuovamente, ma rimanere a
casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere
di vivere, quindi no, io la vita me la prendo…»[3]
Non esiste quindi esempio migliore di automotivatore e di motivatore in
generale. Amato da tutti per il gradi di positività che da sempre riesce
ad esprimere, anche pochi giorni fa Zanardi “era allegro, come sempre.
Sulla salita gli ho fatto vedere l’aranciata, mi ha urlato dammene un
po’! Si scherzava, e in discesa andava piano, non era una grande
discesa, e poi c’era il rettilineo. All’imbocco della curva ha cambiato
traiettoria. E ha fatto una manovra azzardata.”[4]
Sappiamo come è andata. Eppure era una persona assolutamente positiva,
uno che faceva del bene a sé e agli altri, un esempio di umanità e
coraggio. Non riesco a vedere lati negativi. La personificazione del
bene. Risultati? Giudicateli voi.
Cambiate quindi alimentazione per
fare del bene ma ricordatevi che Steve Jobs pur concedendosi cibi vegani
super-bio da 1000€/kg morì molto più giovane di mio nonno che affrontò
fame, miseria e campi di concentramento.
Secondo me, in totale
disprezzo verso il karma e verso chiunque veda una relazione tra
pensiero positivo, bene e destino, esiste un universo indeterministico.
Che se ne frega di tutte queste strutture mentali e opera come meglio
gli aggrada. Cioè fa quel cazzo che vuole, che siate positivi o
negativi, che abbiate riprogrammato la vostra struttura mentale e
linguistica (PNL) oppure no, che siate carnivori o vegani, degli infami
oppure dei santi. Non cambia nulla.
Motivatevi finché ce la fate, ma
ricordatevi che neanche i dinosauri avevano colpe così gravi da
meritarsi l’estinzione. Il gioco è da qualche altra parte. Cercate di
trovarlo.
Tutto andrà bene alla fine. Se non va bene, allora non è la fine. – John Lennon, prima che gli sparassero
Tonguessy
Fonte: www.comedconchisciotte.org
28.04.2020
[1]https://www.ilgazzettino.it/nordest/vicenza_bassano/violenze_mario_balotelli_vicentina-5130879.html
[2]http://www.treccani.it/vocabolario/motivatore_(Neologismi)/
[3]https://it.wikipedia.org/wiki/Alex_Zanardi
[4]https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/19/alex-zanardi-incidente-in-handbike-per-lex-pilota-portato-in-ospedale-in-elicottero-fonti-ospedaliere-condizioni-molto-gravi/5841263/
Nessun commento:
Posta un commento