domenica 28 giugno 2020

Sassari, ordini e divieti

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A pensar male si fa peccato,ma……..

Abbiamo passato mesi chiusi in casa, ci siamo adeguati ed abbiamo rispettato quanto impostoci preoccupati per la situazione sanitaria in atto, non abbiamo potuto coltivare relazioni familiari e di amicizia, non abbiamo potuto organizzare manifestazioni, attività ed eventi culturali e politici, ma abbiamo sempre tenuto presente che le norme messe in campo ledevano i diritti individuali di ciascuno di noi, in particolare quello alla libertà di circolazione e non solo, e che non lo avremmo mai potuto considerare normalità.

Nelle more di alcuni decreti, i presidenti di regione ed i sindaci potevano emettere ordinanze di recepimento e di ulteriore restringimento delle disposizioni, in questo frangente il sindaco di Sassari in alcune occasioni non si è certo tirato indietro.

Ma adesso siamo alla fase tre, quindi oltre il periodo stretto di quarantena, e si continua aggiungendo altri divieti a quelli già esistenti.

È di questi giorni l’ordinanza che vieta di “fumare in coda in aree pubbliche in attesa di accedere a esercizi commerciali, uffici, musei, ed ogni altro luogo; all’aperto presso le fermate dei mezzi pubblici; all’interno di parchi, giardini ed aree verdi accessibili al pubblico”.


Possibile che si debba arrivare a questo? Siamo sicuri che non ci sia altra maniera per invitare la gente ad avere, in alcune situazioni, un atteggiamento rispettoso degli altri, se non imponendo divieti?

L’altra ordinanza discutibile è quella che ordina ai negozi di vicinato del centro storico di chiudere alle 21 , posto che “i residenti segnalano sempre più frequentemente la presenza di assembramenti di persone dedite al consumo di bevande alcoliche nelle strade nelle ore notturne” e che rimanendo aperti fino a tardi oltre che, “causare disturbo per la quiete pubblica e disagio per i residenti,espongono le suddette aree a rischi potenziali di attecchimento di fenomeni di microcriminalità e degrado urbano”.

Non ci meraviglia l’innata attitudine del Sindaco a chiudere, vietare, ordinare, a considerarsi solo al comando, modalità che a quanto pare esercita anche nel consiglio comunale che tiene in ben poca considerazione.
Per questo ci pare di leggere, soprattutto in quest’ultima ordinanza, pretesti per chiudere le attività dei migranti extracomunitari che, è notorio, sono gli unici dei negozi di vicinato a rimanere aperti nel centro storico dopo le 21.

Le motivazioni, sono assolutamente non condivisibili.

Gli assembramenti ed i disturbi alla “quiete pubblica”, di cui molti residenti si starebbero lamentando ed a cui si fa riferimento sono quelli che si formano in alcune vie e piazze del centro, diventate luogo della socialità notturna cittadina con eventuali schiamazzi nei fine settimana, non certo quelli davanti ai piccoli negozi di vicinato.
Quanto poi al “rischio di attecchimento di microcriminalità e degrado” crediamo che bisognerebbe cercarlo altrove e per altre ragioni. Per la libertà di tutti ad uscire e il diritto al riposo di chi vive nella zona, noi al contrario, consideriamo la gente in strada e i negozi di vicinato aperti, presidio di sicurezza, spesso le uniche luci accese in vie altrimenti buie e deserte e per questo non frequentate.

Pensiamo che il Sindaco, che ha comunque gli strumenti per monitorare e vigilare, non mancano certo le telecamere in città, in questa fase dovrebbe evitare ulteriori atti di chiusura, ed utilizzare altri strumenti per invitare i cittadini a riprendere la quotidianità con buon senso ed accortezza.

Lo invitiamo, tanto per dirne una, ad esercitare con altrettanta fermezza il suo ruolo di garante e primo responsabile della salute dei cittadini, dando un’occhiata alla ripresa normale del servizio dei presìdi sanitari della città.

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