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A pensar male si fa peccato,ma……..
Abbiamo
passato mesi chiusi in casa, ci siamo adeguati ed abbiamo rispettato
quanto impostoci preoccupati per la situazione sanitaria in atto, non
abbiamo potuto coltivare relazioni familiari e di amicizia, non abbiamo
potuto organizzare manifestazioni, attività ed eventi culturali e
politici, ma abbiamo sempre tenuto presente che le norme messe in campo
ledevano i diritti individuali di ciascuno di noi, in particolare quello
alla libertà di circolazione e non solo, e che non lo avremmo mai
potuto considerare normalità.
Nelle
more di alcuni decreti, i presidenti di regione ed i sindaci potevano
emettere ordinanze di recepimento e di ulteriore restringimento delle
disposizioni, in questo frangente il sindaco di Sassari in alcune
occasioni non si è certo tirato indietro.
Ma
adesso siamo alla fase tre, quindi oltre il periodo stretto di
quarantena, e si continua aggiungendo altri divieti a quelli già
esistenti.
È di questi giorni l’ordinanza che vieta di “fumare
in coda in aree pubbliche in attesa di accedere a esercizi commerciali,
uffici, musei, ed ogni altro luogo; all’aperto presso le fermate dei
mezzi pubblici; all’interno di parchi, giardini ed aree verdi
accessibili al pubblico”.
Possibile
che si debba arrivare a questo? Siamo sicuri che non ci sia altra
maniera per invitare la gente ad avere, in alcune situazioni, un
atteggiamento rispettoso degli altri, se non imponendo divieti?
L’altra ordinanza discutibile è quella che ordina ai negozi di vicinato del centro storico di chiudere alle 21 , posto che “i
residenti segnalano sempre più frequentemente la presenza di
assembramenti di persone dedite al consumo di bevande alcoliche nelle
strade nelle ore notturne” e che rimanendo aperti fino a tardi oltre che, “causare
disturbo per la quiete pubblica e disagio per i residenti,espongono le
suddette aree a rischi potenziali di attecchimento di fenomeni di
microcriminalità e degrado urbano”.
Non ci meraviglia l’innata attitudine del Sindaco a chiudere,
vietare, ordinare, a considerarsi solo al comando, modalità che a
quanto pare esercita anche nel consiglio comunale che tiene in ben poca
considerazione.
Per
questo ci pare di leggere, soprattutto in quest’ultima ordinanza,
pretesti per chiudere le attività dei migranti extracomunitari che, è
notorio, sono gli unici dei negozi di vicinato a rimanere aperti nel
centro storico dopo le 21.
Le motivazioni, sono assolutamente non condivisibili.
Gli
assembramenti ed i disturbi alla “quiete pubblica”, di cui molti
residenti si starebbero lamentando ed a cui si fa riferimento sono
quelli che si formano in alcune vie e piazze del centro, diventate luogo
della socialità notturna cittadina con eventuali schiamazzi nei fine
settimana, non certo quelli davanti ai piccoli negozi di vicinato.
Quanto poi al “rischio di attecchimento di microcriminalità e degrado”
crediamo che bisognerebbe cercarlo altrove e per altre ragioni. Per la
libertà di tutti ad uscire e il diritto al riposo di chi vive nella
zona, noi al contrario, consideriamo la gente in strada e i negozi di
vicinato aperti, presidio di sicurezza, spesso le uniche luci accese in
vie altrimenti buie e deserte e per questo non frequentate.
Pensiamo
che il Sindaco, che ha comunque gli strumenti per monitorare e
vigilare, non mancano certo le telecamere in città, in questa fase
dovrebbe evitare ulteriori atti di chiusura, ed utilizzare altri
strumenti per invitare i cittadini a riprendere la quotidianità con buon
senso ed accortezza.
Lo
invitiamo, tanto per dirne una, ad esercitare con altrettanta fermezza
il suo ruolo di garante e primo responsabile della salute dei cittadini,
dando un’occhiata alla ripresa normale del servizio dei presìdi
sanitari della città.
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