Marco Pizzuti
Comedonchisciotte.org
Prima di parlare dei rischi per la salute del 5G e dei motivi per cui più di 200 autorevoli scienziati di tutto il mondo hanno firmato una moratoria per chiederne la sospensione dell’installazione (fino a quando non saranno stati effettuati studi sulla sicurezza), è indispensabile fare una premessa: le cellule di ogni organismo vivente costituiscono l’equivalente biologico di un microchip al silicio. Per quanto poco noto infatti, i robot e gli esseri viventi hanno molto più in comune di quanto crediamo. Ogni singola funzione cellulare viene svolta mediante un complesso scambio di segnali informatici di natura chimica ed elettromagnetica e per questo motivo anche le frequenze non ionizzanti (che non dispongono di abbastanza energia per rompere i legami chimici del Dna) utilizzate dalla telefonia mobile, possono creare pericolose interferenze per la nostra salute, da un semplice mal di testa fino al cancro. Persino i famigerati radicali liberi (molecole in grado di danneggiare le cellule) devono la loro carica tossica ad un semplice squilibrio elettrico.
Fino ad oggi però tutta la normativa sull’elettrosmog a tutela della salute pubblica, ha preso in considerazione solo gli effetti termici (il riscaldamento del corpo) prodotti dalle onde elettromagnetiche, escludendo a priori, quelli biologici. Nel gennaio del 2020 però, la corte d’appello di Torino, ha pronunciato una sentenza storica con cui ha condannato l’Inail al pagamento di una indennità a un dipendente della Telecom che per motivi di lavoro era stato 4-5 ore al giorno al telefono cellulare a aveva sviluppato un tumore del nervo acustico. La corte d’appello, non solo ha riconosciuto il nesso causale tra l’esposizione alle radiofrequenze emesse dal cellulare e lo sviluppo della neoplasia ma ha anche stabilito che gli studi negazionisti erano viziati da gravi conflitti d’interessi con l’industria.1
Con il 5G, i timori per l’elettrosmog sono aumentati ulteriormente poiché le nuove radiofrequenze non andranno a sostituire le precedenti (o almeno non in tempi brevi) come affermano i produttori ma si andranno a sommare ad esse. Non a caso, le compagnie telefoniche hanno già chiesto l’innalzamento del limite dei 6V metro fino ai 61V metro.
Le preoccupazioni degli scienziati però non riguardano solo la quantità dell’elettrosmog ma anche e soprattutto, la qualità. Le bande ad alta frequenza del 5G infatti, pur non penetrando oltre i 10 mm del corpo umano per via del cosiddetto effetto pelle, hanno dimostrato di avere una maggiore risonanza a livello biologico, producendo effetti anche a potenze elettriche molto basse. L’equipe di ricerca guidato dal prof. Carlo Ventura ad esempio, è riuscita a riprogrammare le cellule staminali utilizzando esclusivamente delle onde ad alta frequenza e a bassa potenza.2
La dottoressa Margherita Maioli, ha impiegato le radiofrequenze a 2.4 Ghz del Wi-Fi a 2 milliwatt per produrre effetti sulle cellule staminali embrionali di topo che una volta esposte, hanno promosso la trascrizione dei geni coinvolti nel differenziamento cardiaco, muscolare e neuronale, favorendone la differenziazione. Tale reazione cellulare ha evidenziato una chiara risposta delle cellule staminali embrionali alle onde ad alta frequenza ma molto presto saremo tutti immersi nelle onde del 5G (con frequenze che partendo dai 3,6 Ghz potranno arrivare fino ai 300 Ghz) senza averne ancora studiato tutti gli effetti sull’uomo, sulla flora e sulla fauna.3
Peraltro, molti diversi studi sulle onde millimetriche ad alta frequenza che verranno utilizzate dal 5G già esistono e non sono affatto rassicuranti. L’ingegnere aerospaziale Ronald Neil Kostoff, autore di oltre 200 studi scientifici peer reviewed, ha persino pubblicato una relazione scientifica di più di 1000 pagine sul 5G dall’eloquente titolo: “Il più grande esperimento medico non etico della storia”. Tuttavia, visti gli enormi interessi in gioco sia commerciali, che geopolitici e militari (tutte le smart weapons e le flotte di droni verranno controllate mediante il 5G), è già praticamente certo che gli scienziati in allarme non potranno mai ottenere nessun confronto alla pari sui grandi media. Gli scienziati critici verranno semplicemente censurati, screditati e bollati come antiscientifici esattamente come venne fatto a suo tempo per il tabacco, il piombo, il DDT e in molti altri casi analoghi, perché le lobby e i poteri che hanno investito sul 5G, non hanno alcuna intenzione di fare marcia indietro per arrivare a compromessi per la salute.
Comedonchisciotte.org
Prima di parlare dei rischi per la salute del 5G e dei motivi per cui più di 200 autorevoli scienziati di tutto il mondo hanno firmato una moratoria per chiederne la sospensione dell’installazione (fino a quando non saranno stati effettuati studi sulla sicurezza), è indispensabile fare una premessa: le cellule di ogni organismo vivente costituiscono l’equivalente biologico di un microchip al silicio. Per quanto poco noto infatti, i robot e gli esseri viventi hanno molto più in comune di quanto crediamo. Ogni singola funzione cellulare viene svolta mediante un complesso scambio di segnali informatici di natura chimica ed elettromagnetica e per questo motivo anche le frequenze non ionizzanti (che non dispongono di abbastanza energia per rompere i legami chimici del Dna) utilizzate dalla telefonia mobile, possono creare pericolose interferenze per la nostra salute, da un semplice mal di testa fino al cancro. Persino i famigerati radicali liberi (molecole in grado di danneggiare le cellule) devono la loro carica tossica ad un semplice squilibrio elettrico.
Fino ad oggi però tutta la normativa sull’elettrosmog a tutela della salute pubblica, ha preso in considerazione solo gli effetti termici (il riscaldamento del corpo) prodotti dalle onde elettromagnetiche, escludendo a priori, quelli biologici. Nel gennaio del 2020 però, la corte d’appello di Torino, ha pronunciato una sentenza storica con cui ha condannato l’Inail al pagamento di una indennità a un dipendente della Telecom che per motivi di lavoro era stato 4-5 ore al giorno al telefono cellulare a aveva sviluppato un tumore del nervo acustico. La corte d’appello, non solo ha riconosciuto il nesso causale tra l’esposizione alle radiofrequenze emesse dal cellulare e lo sviluppo della neoplasia ma ha anche stabilito che gli studi negazionisti erano viziati da gravi conflitti d’interessi con l’industria.1
Con il 5G, i timori per l’elettrosmog sono aumentati ulteriormente poiché le nuove radiofrequenze non andranno a sostituire le precedenti (o almeno non in tempi brevi) come affermano i produttori ma si andranno a sommare ad esse. Non a caso, le compagnie telefoniche hanno già chiesto l’innalzamento del limite dei 6V metro fino ai 61V metro.
Le preoccupazioni degli scienziati però non riguardano solo la quantità dell’elettrosmog ma anche e soprattutto, la qualità. Le bande ad alta frequenza del 5G infatti, pur non penetrando oltre i 10 mm del corpo umano per via del cosiddetto effetto pelle, hanno dimostrato di avere una maggiore risonanza a livello biologico, producendo effetti anche a potenze elettriche molto basse. L’equipe di ricerca guidato dal prof. Carlo Ventura ad esempio, è riuscita a riprogrammare le cellule staminali utilizzando esclusivamente delle onde ad alta frequenza e a bassa potenza.2
La dottoressa Margherita Maioli, ha impiegato le radiofrequenze a 2.4 Ghz del Wi-Fi a 2 milliwatt per produrre effetti sulle cellule staminali embrionali di topo che una volta esposte, hanno promosso la trascrizione dei geni coinvolti nel differenziamento cardiaco, muscolare e neuronale, favorendone la differenziazione. Tale reazione cellulare ha evidenziato una chiara risposta delle cellule staminali embrionali alle onde ad alta frequenza ma molto presto saremo tutti immersi nelle onde del 5G (con frequenze che partendo dai 3,6 Ghz potranno arrivare fino ai 300 Ghz) senza averne ancora studiato tutti gli effetti sull’uomo, sulla flora e sulla fauna.3
Peraltro, molti diversi studi sulle onde millimetriche ad alta frequenza che verranno utilizzate dal 5G già esistono e non sono affatto rassicuranti. L’ingegnere aerospaziale Ronald Neil Kostoff, autore di oltre 200 studi scientifici peer reviewed, ha persino pubblicato una relazione scientifica di più di 1000 pagine sul 5G dall’eloquente titolo: “Il più grande esperimento medico non etico della storia”. Tuttavia, visti gli enormi interessi in gioco sia commerciali, che geopolitici e militari (tutte le smart weapons e le flotte di droni verranno controllate mediante il 5G), è già praticamente certo che gli scienziati in allarme non potranno mai ottenere nessun confronto alla pari sui grandi media. Gli scienziati critici verranno semplicemente censurati, screditati e bollati come antiscientifici esattamente come venne fatto a suo tempo per il tabacco, il piombo, il DDT e in molti altri casi analoghi, perché le lobby e i poteri che hanno investito sul 5G, non hanno alcuna intenzione di fare marcia indietro per arrivare a compromessi per la salute.
- https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/14/cellulare-e-tumori-corte-di-appello-di-torino-conferma-nesso-tra-uso-e-cancro-allorecchio-spesso-studiosi-sono-in-conflitto-dinteresse/5670261/
- Staminali riprogrammate: ricercatori sassaresi nel team, La Nuova Sardegna, 14 novembre 2012 – https://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/11/13/news/staminali-riprogrammate-ricercatori-sassaresi-nel-team-1.6023905
- https://www.microbiologiaitalia.it/batteriologia/questa-e-musica-per-le-staminali/
Per ulteriori approfondimenti – Marco Pizzuti, Dossier 5G, Mondadori Editore, 2020
Nessun commento:
Posta un commento