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C’è
una strana e tragica coincidenza tra previsioni: all’inizio i
modellatori epidemici alla Neil Ferguson prevedevano 60 milioni di morti
nel mondo a causa del Covid, adesso la stessa cifra viene prevista da
un istituto di ricerca inglese per i decessi causati dai disastri
sanitari ed economici dovuti alla paura del virus. Insomma la previsione
apocalittica iniziale sbagliata o dolosamente falsata per soddisfare le
brame vaccinali di Big Pharma e filantropi assortiti, ha destato tanto
allarme da rischiare di ottenere lo stesso effetto attribuito al virus,
ma per altre cause. Adesso i decessi attribuiti al virus,
secondo criteri e protocolli a dir poco incerti e gonfiati, sono circa
300 mila, una cifra 200 volte inferiore a quella che ha fatto andare in
tilt il mondo e la metà di quelle provocate delle normali ondate di
influenza stagionale. Ma come in un feroce contrappasso, questa follia
avrà un costo umano enorme, che in un certo senso sostituirà il virus.
I morti sono in realtà sono pochi su scala planetaria e pochissimi se
si tiene conto che dappertutto, anche per ragioni di lucro, le cifre
sono state gonfiate a dismisura grazie anche a test del tutto
inaffidabili, come molti medici denunciano o come si comincia a vedere
dalle marce indietro degli organi ufficiali, come ad esempio l’Istituto
superiore di sanità che il 5 giugno ci ha fatto sapere di non essere in
grado di stabilire la reale causa di morte dei 33 mila e passa
spacciati tout court come vittime del Covid, parandosi così il sedere
rispetto ad ogni eventualità futura di indagini: già li sento, “Noi non
abbiamo mai detto… sono stati i media, è stato il governo…” Come se ciò
non bastasse la massima causa di decessi sia in Europa che in Nord
America è stato dovuto a terapie sbagliate nella fase iniziale
(nonostante dalla Cina fossero arrivate indicazioni precise sul fatto
che si che il virus inducesse trombosi e non provocasse polmonite) , ma
soprattutto alla demenziale concentrazione proprio delle persone a
rischio negli ospedali o nelle Rsa, queste ultime oltretutto con molto
personale precario, dunque con contratti in due o tre strutture diverse
che ha contribuito alla diffusione del virus. Tutto questo, assieme alle
segregazioni che si sono rivelate non solo inutili ma addirittura
controproducenti oltre che assurde e divisive permettendo, anzi
obbligando la continuazione di alcune attività e bloccandone altre, ha
causato una crisi dei sistemi sanitari nella loro totalità per cui ogni
altra patologia è stata trascurata e messa da parte : i cardiologi sia
in Italia, che in Germania denunciano l’aumento esponenziale dei decessi
per infarto (+ 30%) mentre è più che raddoppiata la mortalità per le
altre patologie cardiovascolari; dal canto loro gli oncologi denunciano
l’effetto nefando della sospensione delle cure contro i tumori, mentre
si comincia a calcolare in termini statistici il numero di morti dovuto
al rinvio di interventi, di accertamenti diagnostici, di visite di
controllo o del semplice intervento del medico di famiglia divenuto
praticamente inaccessibile.
Poi c’è la drammatica crisi economica provocata dai blocchi, dalle
segregazioni e dai distanziamenti sociali: qui naturalmente gli effetti
sono più a lungo termine e a parte i suicidi di cui si nota un
imponente aumento ( secondo una ricerca americana si intensificherà per
raggiungere i 75 mila alla fine dell’anno nei soli Stati Uniti), c’è da
mettere in conto l’ondata di disoccupazione che specie in alcuni Paesi a
sanità completamente privata escluderà dalle cure sanitarie e
dall’accesso delle medicine altre decine di milioni di persone. Basti
pensare che secondo un sondaggio del Kaiser family foundation uno su
quattro americani ha dovuto saltare i pasti in questi mesi e rivolgersi
ai sussidi alimentari: tutta gente che certamente è priva di qualsia
tutela assicurativo . sanitaria. Secondo la rivista Lancet nel mondo
occidentale almeno 5 milioni di persone muoiono ogni anno a causa della
scarsa o assente assistenza sanitaria e altrettante sono vittime degli
errori sanitari o di infezioni ospedaliere: in Usa questo numero sfiora i
600 mila l’anno, mentre in Italia sfiora i 50 mila, con una quasi
esatta proporzione rispetto alla popolazione. Ora questi numeri sono
destinati ad avere un’enorme impennata che probabilmente sarà tenuta
sotto silenzio.
Ma è possibile che vi sia anche un’aumento di morti dovuto all’abuso
di vaccini e in mancanza di quello contro il coronavirus ci si sta
apprestando a rendere pressoché obbligatoria la vaccinazione
antinfluenzale, tanto per non far scendere troppo gli affari: tuttavia i
sospetti di una relazione crociata emergono non solo dalle vicende
lombarde, ma soprattutto dalla Cina: nessuno si è preso la briga di
riferire che il 1° dicembre del 2019, a Wuhan e nella sua provincia era
scattato l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione. Ora non vorrei
apparire come un antivaccinista per partito preso, ma qui le coincidenze
sono talmente esplicite che una scienza non dipendente dal denaro di
Big pharma, dovrebbe precipitarsi a studiare la questione.
Naturalmente il baratro economico che si è spalancato all’improvviso
avrà una ripercussione ancora più grave nelle aree del terzo mondo dove
già i problemi di salute sono accentuati e lo saranno sempre di più
perché la tecnica della paura epidemica si è rivelata così efficace che
verrà riproposta ad ogni raffreddore come tecnica di governance: ogni
autunno sarà buono per rinnovare l’allarme, tanto più che ormai gli
spezzoni di rna attribuibili al coronavirus specifico sono così diffusi
nella popolazione che non c’è alcuna difficoltà a rinnovare il panico.
Non so davvero se il numero di 60 milioni di morti come conseguenza
dell’allarme Covid, abbia una qualche consistenza, ormai i numero
sparati mi fanno orrore, ma di certo possiamo dire che entro l’anno i
morti causati dalla narrazione epidemica saranno parecchi di più di
quelli causati dall’epidemia. Ottimo risultato Bill.
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