lunedì 8 giugno 2020

60 milioni di morti

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peste-del-300C’è una strana e tragica coincidenza tra previsioni: all’inizio i modellatori epidemici alla Neil Ferguson prevedevano 60 milioni di morti nel mondo a causa del Covid, adesso la stessa cifra viene prevista da un istituto di ricerca inglese  per i decessi causati dai disastri sanitari ed economici dovuti alla paura del virus. Insomma la previsione apocalittica iniziale sbagliata o dolosamente falsata per soddisfare le brame vaccinali di Big Pharma e filantropi assortiti, ha destato tanto allarme da rischiare di ottenere lo stesso effetto attribuito al virus, ma per altre cause. Adesso i decessi attribuiti al virus, secondo criteri e protocolli a dir poco incerti e gonfiati,  sono circa 300 mila, una cifra 200 volte inferiore a quella che ha fatto andare in tilt il mondo e  la metà di quelle provocate delle normali ondate di influenza stagionale. Ma come in un feroce contrappasso, questa follia avrà un costo umano enorme, che in un certo senso sostituirà il virus.

I morti sono in realtà sono pochi su scala planetaria e pochissimi se si tiene conto che dappertutto, anche per ragioni di lucro, le cifre sono state gonfiate a dismisura grazie anche a test del tutto inaffidabili, come molti medici denunciano o come si comincia a vedere dalle marce indietro  degli organi ufficiali, come ad esempio l’Istituto superiore di sanità che il 5 giugno ci ha fatto sapere di non essere in grado di stabilire la reale causa di morte dei 33 mila e passa spacciati tout court come vittime del Covid, parandosi così il sedere rispetto ad ogni eventualità futura di indagini: già li sento, “Noi non abbiamo mai detto… sono stati i media, è stato il governo…” Come se ciò non bastasse la massima causa di decessi sia in Europa che in Nord America è stato dovuto a terapie sbagliate nella fase iniziale (nonostante dalla Cina fossero arrivate indicazioni precise sul fatto che si che il virus inducesse  trombosi e non provocasse polmonite) , ma soprattutto alla demenziale concentrazione proprio delle persone a rischio negli ospedali o nelle Rsa, queste ultime oltretutto con molto personale precario, dunque con contratti in due o tre strutture diverse che ha contribuito alla diffusione del virus. Tutto questo, assieme alle segregazioni che si sono rivelate non solo inutili ma addirittura controproducenti oltre che assurde e divisive permettendo, anzi obbligando la continuazione di alcune attività e bloccandone altre, ha causato una crisi dei sistemi sanitari nella loro totalità  per cui ogni altra patologia è stata trascurata e messa da parte : i cardiologi sia in Italia, che in Germania denunciano l’aumento esponenziale dei decessi per infarto (+ 30%) mentre è più che raddoppiata la mortalità per le altre patologie cardiovascolari; dal canto loro gli oncologi denunciano l’effetto nefando della sospensione delle cure contro i tumori, mentre si comincia a calcolare in termini statistici  il numero di morti dovuto al rinvio di interventi, di accertamenti diagnostici, di visite di controllo o del semplice intervento del medico di famiglia divenuto praticamente inaccessibile.
Poi c’è la drammatica crisi economica provocata dai blocchi, dalle segregazioni e dai distanziamenti sociali: qui naturalmente gli effetti sono più a lungo termine e a parte  i suicidi di cui si nota un imponente aumento ( secondo una ricerca americana si intensificherà per raggiungere i 75 mila alla fine dell’anno nei soli Stati Uniti), c’è da mettere in conto l’ondata di disoccupazione che specie in alcuni Paesi a sanità completamente privata escluderà dalle cure sanitarie e dall’accesso delle medicine altre decine di milioni di persone. Basti pensare che secondo un sondaggio del Kaiser family foundation uno su quattro  americani ha dovuto saltare i pasti in questi mesi e rivolgersi ai sussidi alimentari: tutta gente che certamente è priva di qualsia tutela assicurativo . sanitaria. Secondo la rivista Lancet nel mondo occidentale almeno 5  milioni di persone muoiono ogni anno a causa della scarsa o assente assistenza sanitaria e altrettante sono vittime degli errori sanitari o di infezioni ospedaliere: in Usa questo numero sfiora i 600 mila l’anno, mentre in Italia sfiora i 50 mila, con una quasi esatta proporzione rispetto alla popolazione. Ora questi numeri  sono destinati ad avere un’enorme impennata che probabilmente sarà tenuta sotto silenzio.
Ma è possibile che vi sia anche un’aumento di morti dovuto all’abuso di vaccini e in mancanza di quello contro il coronavirus ci si sta apprestando a rendere pressoché obbligatoria la vaccinazione antinfluenzale, tanto per non far scendere troppo gli affari: tuttavia i sospetti di una relazione crociata emergono non solo dalle vicende lombarde, ma soprattutto dalla Cina: nessuno si è preso la briga di riferire che il 1° dicembre del 2019, a Wuhan e nella sua provincia era scattato l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione. Ora non vorrei apparire come un antivaccinista per partito preso, ma qui le coincidenze sono talmente esplicite  che una scienza non dipendente dal denaro di Big pharma, dovrebbe precipitarsi a studiare la questione.
Naturalmente il baratro economico che si è spalancato all’improvviso avrà una ripercussione ancora più grave nelle aree del terzo mondo dove già i problemi di salute sono accentuati e lo saranno sempre di più perché la tecnica della paura epidemica si è rivelata così efficace che verrà riproposta ad ogni raffreddore come tecnica di governance: ogni autunno sarà buono per rinnovare l’allarme, tanto più che ormai gli spezzoni di rna attribuibili al coronavirus specifico sono così diffusi nella popolazione che non c’è alcuna difficoltà a rinnovare il panico. Non so davvero se il numero di 60 milioni di morti  come conseguenza dell’allarme Covid, abbia una qualche consistenza, ormai i numero sparati mi fanno orrore, ma di certo possiamo dire che entro l’anno i morti causati dalla narrazione epidemica saranno parecchi di più di quelli causati dall’epidemia. Ottimo risultato Bill.

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