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Carlo Cottarelli è tra i massimi responsabili delle mostruose
sofferenze inflitte alla Grecia, che hanno trasformato il paese in un
avanmposto del terzo mondo, con ospedali senza più medicine per curare i
bambini e le maggiori infrastrutture – porti, aeroporti – comprate
dalla Germania a prezzi di saldo. Lo afferma Fabio Lugano su “Scenari Economici”,
citando documenti ufficiali che confermano il ruolo nefasto
dell’economista neoliberale, scelto da Sergio Mattarella come candidato
premier alternativo a Giuseppe Conte. La colpa di Cottarelli? Fu tra i
dirigenti del Fmi che, quando la Grecia era commissariata dalla Troika,
non permisero ad Atene di tagliare il debito, accollandone interamente
il costo alle aziende e alle famiglie greche. Ragioni ideologiche:
Cottarelli, autore della spending review del governo Letta, secondo
l’insigne economista keynesiano Nino Galloni rifiuta di ammettere il
valore potenziale del deficit, capace di triplicare – in termini di Pil –
la spesa pubblica erogata. Nel caso della Grecia, ha invece rifiutato
la “ristrutturazione” del debito storico, che avrebbe permesso al paese
di tornare a respirare, evitando la catastrofe che non ha ancora finito
di travolgerlo.
Dato che sia Cottarelli che il collega Olivier Blanchard sono «molto
restii a rivelare il loro ruolo nella questione greca», e visto che
«sembra vogliano ripetere lo stesso frame con l’Italia», Fabio Lugano ha
scovato i documenti che comprovano il ruolo di Cottarelli
nel “martirio” della Grecia. «Nulla di segreto», premette Lugano su
“Scenari Economici”: «Tutta roba ufficiale messa a disposizione del
pubblico e già conosciuta». Il documento più interessante sulla
questione greca, scrive Lugano, è il report dell’Indipendent Evaluation
Office del Fmi, cioè l’ufficio che effettua l’audit sulle operazioni del
Fondo Monetario, che insieme a Bce e Commissione Europea faceva parte
della Troika incaricata di gestire la crisi
finanziaria ellenica. «Abbiamo già specificamente trattato questo tema
in precedenza, ma ci torneremo sopra in futuro – avverte Lugano – perchè
il tema dei moltiplicatori fiscali viene lì trattato in modo
approfondito e specifico, facendo notare come i moltiplicatori
utilizzati dal Fmi nella valutazione della politica fiscale fossero
completamente errati, pari ad un quinto di quanto verificato in
seguito». In altre parole: i tagli
inferti alla Grecia hanno prodotto solo il 20% del risultato atteso da
Cottarelli e soci, e al prezzo della devastazione sociale di un’intera
nazione.
Il ruolo “cottarellico” nella vicenda? Lugano lo scova a pagina 23
del report: «Il Fmi – si legge – rimase diviso sulle conseguenze e i
rischi legati a una ristrutturazione del debito». Per un pelo non
prevalsero i saggi, disposti ad aiutare davvero la Grecia. «Mentre la
maggioranza dello staff del Fmi era in modo crescente a supporto della
ristrutturazione del debito», quindi del reale salvataggio della Grecia,
«alcuni funzionari senior in posizioni chiave continuavano ad affermare
che il debito fosse sostenibile», cioè scaricabile sulle spalle di
aziende e famiglie, giovani e pensionati. Nel settembre 2010 – continua
il rapporto – il Fad pubblicò un paper affermando che, «per le economie
avanzate di oggi», incluse quelle «periferiche» dell’area euro,
«il default non è nell’interesse dei cittadini». Firmato: “Cottarelli e
altri, 2010”. «Il paper in questione lo trovate facilmente nel sito
Fmi, ma non aspettatevi molto», dice Lugano: «Le motiviazioni sono
deboli, alcune delle quali contestate nel medesimo report dell’Ieo –
come ad esempio la sua fobia per i moltiplicatori elevati, o la
sopportabilità di avanzi primari enormi».
Le scelte di Cottarelli, aggiunge Lugano, influenzarono quelle del Fmi
nel non insistere in un maggior taglio immediato del debito, «e
lasciarono gravato lo Stato greco di un fardello che non poteva
sopportare».
Comunque, poi – nonostante le previsioni di Cottarelli – alla fine si dovettero ugualmente effettuare due tagli
del debito, e nel 2017 il Fmi richiese addirittura un terzo taglio dei
conti, che però non venne concesso. Ma l’immane debito greco, così
gravoso solo perché denominato in euro
(moneta non sovrana), non doveva essere interamente “sostenibile” fin
dall’inizio? «Le affermazioni di Cottarelli si rivelarono completamente
erronee – sottolinea Lugano – e impedirono di affrontare in modo
immediato la crisi:
invece che risolvere il tutto il 12-24 mesi si è proseguito con una
specie di lenta agonia che non è ancora terminata». Conclude Lugano:
«Considerare l’euro o le economie anche periferiche al di fuori delle regole dell’economia
è stato un errore clamoroso, che viene ripetuto anche ora. Il problema
non è errare, ma perseverare nell’errore, in una politica che si è
dimostrata errata. Questa è la grande colpa dell’economista».
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mercoledì 15 agosto 2018
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