giovedì 30 agosto 2018

Il Film e la realtà. Le vere divise hanno espresso solidarietà, chi ci attacca non rappresenta nessuno.

Il film sulla morte di mio fratello farebbe infuriare le divise? Ma chi sono queste "divise"? E a quale titolo e con quale ragione di causa parlano? Non mi risulta che nessuno dei presunti interlocutori abbia visto il film.


Per quanto riguarda le dichiarazioni del Cocer rimango basita in quanto avevo ricevuto la loro solidarietà personale per quanto accaduto a mio fratello quando venni ricevuta da loro insieme al comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette. Ho rispetto per loro e li invito a guardare il film insieme a me e la mia famiglia. Dopodiché vedremo se se la sentiranno ancora di parlare di gogna mediatica. Furono proprio loro a dirmi che la gogna l'aveva subita Stefano e non i protagonisti di quelle intercettazioni che sono oggi a processo. Sono certa che quando lo avranno visto cambieranno parere e mi abbracceranno come è già successo con il Generale Del Sette.
"Per distanza temporale e le particolari circostanze, gli ultimi giorni di Stefano Cucchi sono oramai un fatto storico quindi è naturale che se ne parli e diventino oggetto di rappresentazioni animate da impegno civile"...
"L'Arma rinnova anche in questa occasione la solidarietà ai familiari del giovane geometra mentre segue con attenzione la vicenda giudiziaria". Queste mi risultano essere parole del comando generale dell'Arma.  
Queste possono essere chiamate "le divise".

Per quanto riguarda le dichiarazioni di Donato Capece del Sappe, mi meraviglia che solo ieri esprimeva solidarietà alla mia famiglia e oggi prende questa posizione senza nemmeno aver visto il film che racconta come gli unici che possono essersi interessati per vari motivi alle condizioni fisiche di mio fratello sono stati proprio gli agenti di polizia penitenziaria, insieme ai carabinieri Schirone e Colicchio.
A Gianni Tonelli e Franco Maccari non rispondo neanche, sono proprio quelli che hanno speculato per ottenere visibilità sulla morte di mio fratello e quella di Federico Aldrovandi, offendendo più volte la mia famiglia e quella di Federico. Per me non rappresentano proprio nessuno se non se stessi e le proprie ambizioni politiche e personali. Con loro parlerò al processo perché sono imputati per questo su ordine del GIP e auspico che il tribunale di Roma finalmente fissi la prima udienza, che attendiamo ormai da anni dopo il provvedimento del GIP di Roma di imputazione coatta, impedendo loro di nascondersi dietro la prescrizione.
Io ho rispetto per tutte le divise e lo avrò sempre ma per quelle vere, come ho dimostrato ampiamente e ho avuto modo di affermare a due ministri della giustizia, al comandante della polizia Franco Gabrielli e a due Comandanti Generali dell'Arma

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