sabato 25 agosto 2018

Migranti. Ordine di sbarco dalla Diciotti per tutte le donne e 5 uomini, 2 casi sospetti di tubercolosi.

Il ministro dell'Interno ringrazia i militari a bordo della nave ormeggiata da 5 giorni al porto di Catania. Il procuratore di Agrigento avvia le audizioni.

Tutte le donne e cinque uomini lasciano la nave Diciotti della Guardia costiera ormeggiata da cinque giorni al porto di Catania. Lo sbarco è stato ordinato dall'ufficio di Sanità marittima di Catania per motivi sanitari. 
Stamattina erano saliti a bordo medici e ispettori del ministero della Salute. Per due dei migranti si sospetta abbiano la tubercolosi. Fonti del Viminale precisano che in questi casi non è necessario il via libera del ministero dell'Interno. Sulla Diciotti restano 134 migranti.
"Sono tranquillissimo e sto lavorando, con buone prospettive, a una soluzione positiva. Ogni denuncia è per me una medaglia al valore". 
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commenta così la situazione. Poco prima fonti del Viminale avevano fatto riferito di una situazione di "assoluta tranquillità" e di "una linea della fermezza" che "non cambia".

Salvini ha inoltre espresso "ringraziamento e sostegno" ai militari a bordo dell'imbarcazione e a "tutti gli uomini della Guardia costiera e della marina militare per l'impegno e il sacrificio di questi anni e di queste ore". "A tutte loro e a tutti loro - ha aggiunto - garantisco che il mio obiettivo da ministro è che possano tornare a fare il lavoro per cui si sono arruolate e arruolati, ovvero difendere i confini e la sicurezza dei cittadini italiani".
Le trattative a Bruxelles per la ridistribuzione dei migranti ospitati sulla nave continuano "certamente", ha garantito il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, a margine della sua visita di Stato a San Marino.
Intanto, in mattinata, sono iniziate le audizioni del procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, nell'ambito dell'inchiesta sulla Diciotti. Negli uffici della procura di Roma, iil capo dei pm agrigentini sta ascoltando alcuni funzionari del ministero dell'Interno come persone informate sui fatti.
"È innegabile appurare che oggi ci troviamo di fronte ad un'Europa divisa, ad un'Europa che vuole arrivare su Marte e poi si ferma a Catania! Davanti a una tale chiusura, l'Italia deve mostrarsi in grado di reagire. E quando lo fa, deve tenere sempre a mente un punto, chiaro e inequivocabile: la difesa e la tutela delle nostre Forze Armate", scrive su Facebook il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.
L'avvocato molisano Salvatore Di Pardo si muove sul fronte legale per conto delle ong, presentando un ricorso urgente al Tar di Catania. Secondo il legale la decisione presa dal ministro dell'Interno sarebbe illegittima perché i migranti sarebbero già in territorio nazionale e al momento non si conoscono gli atti formali che impedirebbero lo sbarco dei migranti. Secondo Di Pardo non si rintraccerebbero neanche le competenze delle decisioni al di là della indagine penale che è appunto contro ignoti.
Fa sentire la sua voce anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. "Nel corso della storia - ha dichiarato - l'Europa ha riconosciuto il fondamentale obbligo morale e legale di venire in aiuto alle persone in fuga dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni. È giunto il momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i paesi competere in una corsa al ribasso su chi può assumersi la responsabilità minore per le persone soccorse in mare. È pericoloso e immorale mettere a rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo, mentre gli Stati sono impegnati in un braccio di ferro politico per soluzioni a lungo termine".

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