Il ministro dell'Interno ringrazia i militari a bordo della nave ormeggiata da 5 giorni al porto di Catania. Il procuratore di Agrigento avvia le audizioni.
Tutte le
donne e cinque uomini lasciano la nave Diciotti della Guardia costiera
ormeggiata da cinque giorni al porto di Catania. Lo sbarco è stato
ordinato dall'ufficio di Sanità marittima di Catania per motivi
sanitari.
Stamattina erano saliti a bordo medici e ispettori del
ministero della Salute. Per due dei migranti si sospetta abbiano la
tubercolosi. Fonti del Viminale precisano che in questi casi non è
necessario il via libera del ministero dell'Interno. Sulla Diciotti
restano 134 migranti.
"Sono tranquillissimo e sto lavorando,
con buone prospettive, a una soluzione positiva. Ogni denuncia è per me
una medaglia al valore".
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini,
commenta così la situazione. Poco prima fonti del Viminale avevano fatto
riferito di una situazione di "assoluta tranquillità" e di "una linea
della fermezza" che "non cambia".
Salvini ha inoltre espresso
"ringraziamento e sostegno" ai militari a bordo dell'imbarcazione e a
"tutti gli uomini della Guardia costiera e della marina militare per
l'impegno e il sacrificio di questi anni e di queste ore". "A tutte loro
e a tutti loro - ha aggiunto - garantisco che il mio obiettivo da
ministro è che possano tornare a fare il lavoro per cui si sono
arruolate e arruolati, ovvero difendere i confini e la sicurezza dei
cittadini italiani".
Le trattative a Bruxelles per la
ridistribuzione dei migranti ospitati sulla nave continuano
"certamente", ha garantito il ministro degli Esteri, Enzo Moavero
Milanesi, a margine della sua visita di Stato a San Marino.
Intanto, in mattinata, sono iniziate le
audizioni del procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, nell'ambito
dell'inchiesta sulla Diciotti. Negli uffici della procura di Roma, iil
capo dei pm agrigentini sta ascoltando alcuni funzionari del ministero
dell'Interno come persone informate sui fatti.
"È innegabile appurare che oggi ci
troviamo di fronte ad un'Europa divisa, ad un'Europa che vuole arrivare
su Marte e poi si ferma a Catania! Davanti a una tale chiusura, l'Italia
deve mostrarsi in grado di reagire. E quando lo fa, deve tenere sempre a
mente un punto, chiaro e inequivocabile: la difesa e la tutela delle
nostre Forze Armate", scrive su Facebook il ministro della Difesa,
Elisabetta Trenta.
L'avvocato molisano Salvatore Di Pardo
si muove sul fronte legale per conto delle ong, presentando un ricorso
urgente al Tar di Catania. Secondo il legale la decisione presa dal
ministro dell'Interno sarebbe illegittima perché i migranti sarebbero
già in territorio nazionale e al momento non si conoscono gli atti
formali che impedirebbero lo sbarco dei migranti. Secondo Di Pardo non
si rintraccerebbero neanche le competenze delle decisioni al di là della
indagine penale che è appunto contro ignoti.
Fa sentire la sua voce anche l'Alto
Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati Filippo Grandi. "Nel
corso della storia - ha dichiarato - l'Europa ha riconosciuto il
fondamentale obbligo morale e legale di venire in aiuto alle persone in
fuga dalla guerra, dalla violenza e dalle persecuzioni. È giunto il
momento di porre fine al botta e risposta che ha visto i paesi competere
in una corsa al ribasso su chi può assumersi la responsabilità minore
per le persone soccorse in mare. È pericoloso e immorale mettere a
rischio la vita dei rifugiati e dei richiedenti asilo, mentre gli Stati
sono impegnati in un braccio di ferro politico per soluzioni a lungo
termine".
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