L'economista leghista, presidente della Commissione Finanze del Senato, sul Fatto contro i vincoli di bilancio e l'impostazione germanocentrica dell'Europa.
Alberto Bagnai è uno degli osservati
speciali sulla manovra finanziaria. Il presidente della Commissione
Finanze del Senato, insieme al suo collega Claudio Borghi, alla guida
della presidenza della Commissione Bilancio della Camera, rappresenta
l'ala più eurocritica, posizionata dalla Lega in due poltrone
strategiche, perché da lì passerà la Legge di Bilancio e in quelle
commissioni prenderà forma. In un'intervista al Fatto Quotidiano
l'economista ridimensiona il tutto, ma non nasconde le sue posizioni di
sfida all'Europa di oggi, contro i vincoli di bilancio "senza basi
scientifiche", contro l'impostazione germanocentrica, contro le
"regolette europee deleterie per la dialettica democratica e per
l'economia".
"Se io e Borghi fossimo degli squilibrati, avremmo già approfittato dei superpoteri che ci vengono attribuiti per far saltare il banco, così come, d'altra parte, se i mercati fossero onnipotenti e nemici di questo governo, non avrebbero fatto passare agosto senza attaccarci. Forse la realtà è più complessa" [...] "La Commissione che presiedo viene coinvolta nella legge di bilancio solo in sede consultiva e comunque un presidente non ha alcun potere di alterare i testi sottoposti all'esame della sua Commissione. Evidentemente c'è molta ignoranza sui meccanismi di una democrazia parlamentare, scusabile all'estero, sospetta in Italia".Bagnai rimidensiona anche gli allarmismi sulla fuga degli investitori stranieri dall'Italia.
"I flussi netti in uscita a maggio e giugno si sono fermati, erano dovuti al caos nella fase di formazione del Governo, però la direzione sta cambiando"Quella che l'economista leghista non sminuisce è l'esigenza di cambiare l'Europa, i vincoli che l'Ue pone agli Stati membri, il sistema dei contributi comunitari.
"Il disastro di Genova ha evidenziato le gravissime carenze infrastrutturali del Paese. Il limite del 3 per cento, peraltro, non ha alcun fondamento scientifico. Sta al Governo, nella sua collegialità, decidere in che conto tenerlo". [...] "Il Piano Savona? Un Paese con un surplus estero ha uno spazio fiscale che non si esaurisce nelle regolette imposte da Berlino senza rispettarle. Per il resto, il Governo è un organo collegiale, vedremo quale sarà la sintesi". [...] "Il budget comunitario, gestito da una catena di comando interamente tedesca, dopo il siluramento mascherato della commissaria Kristalina Georgieva, risente ancora della precedente impostazione tedesca in tema migratorio: sostanzialmente, quella di gestire i flussi in base ai problemi demografici tedeschi, ignorando i problemi creati agli altri partner europei. Nel frattempo la cancelliera tedesca Angela Merkel su questa gestione scellerata si avvia a perdere in Baviera e poi nell'intero Paese. Paradossalmente, mettendo il veto a un budget simile, il nostro Governo risolverebbe ai tedeschi un grosso problema". [...]Bagnai parla di "irrazionalità del processo di integrazione europea".
"Se il processo di elaborazione della legge di bilancio non fosse rigidamente calendarizzato dall'Ue con il cosiddetto semestre europeo, ci saremmo risparmiati pantomime inutili come la discussione in Aula di un Def sostanzialmente vuoto e ora magari staremmo già parlando di concrete misure di intervento. La pervasività delle regolette europee nel processo normativo ed esecutivo è deleteria per la dialettica democratica, e a valle per l'economia".
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