Durissime reazioni dei sindacati di polizia e carabinieri per "Sulla mia pelle”. Fsp: “Ennesima gogna”. Sappe: "Infamati senza prove". Cocer: "Processo al cinema".
Il Cocer, organo di rappresentanza dei Carabinieri, ha espresso un giudizio molto duro, pur sottolineando di non aver intenzione di vedere il film.
"Ci sarebbe da indignarsi se si accertasse che lo stesso è stato prodotto con il contributo dello Stato. Infatti apparirerebbe alquanto strano che, con un processo ancora in corso per appurare la verità, organi dello Stato abbiano finanziato un film che sposta in una sala cinematografica un processo che proceduralmente, in uno Stato di diritto, andrebbe svolto in un'aula di Tribunale".Parla al Tempo Gianni Tonelli, ex segretario del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) oggi onorevole in quota leghista, in passato è stato protagonista di aspre polemiche con Ilaria Cucchi, sorella di Stefano:
"Rabbrividisco. Mi chiedo: si può mandare in mezzo mondo un film che dà allo spettatore un'idea non suffragata da sentenze? Ed è vero che lo Stato ha finanziato il film con 600mila euro? È questa la cultura italiana da esibire in una mostra internazionale? Io non mi farò intimidire, e da parlamentare andrò in fondo a questa storia"Sulla stessa linea anche il commento di Franco Maccari, presidente nazionale di Fsp Polizia di Stato:
"È impossibile contenere o sdegno per l'ennesima storia di ordinaria criminalizzazione di chi veste una divisa. A quando un film sul carabiniere Giangrande ferito a Palazzo Chigi? O sui poliziotti uccisi dal terrorismo rosso? A quando un film, pagato dallo Stato, sugli eroi in divisa? Basta con le gogne, le piaghe e le cicatrici che tanti appartenenti alle Forze dell'Ordine portano a vita 'sulla loro pelle'"Più pacate nei toni ma simili nella sostanza, infine, le parole del segretario del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, Donato Capece:
"La storia processuale ci ha visti oltraggiati e infamati senza uno straccio di prova: sia la sentenza di primo grado che quella di appello hanno assolto i poliziotti penitenziari. Lo hanno accertato due Corti e lo ha confermato infine la Cassazione. Nessuno deve più aprire o sollevare sospetti, ci aspettiamo da anni scuse che ancora non arrivano. Il carcere, e chi in esso lavora, non c'entra nulla con la triste vicenda Cucchi. E sarebbe giusto che questo venisse evidenziato nel film".
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