martedì 28 agosto 2018

DESECRETATI I DOCUMENTI DI SOCIETA’ AUTOSTRADE. PRIMA CHICCA: LA GRONDA CONVIENE SOLO A…

https://scenarieconomici.it



Cari amici,
sono stati resi pubblici da Autostrade per l’Italia tutti i documenti e le convenzioni relative con lo Stato. Una mole di documenti che, comunque, il ministro Toninelli ed il vice premier Di Maio avevano promesso sarebbe stati presto resi pubblici. Questa mossa da un lato toglie un’arma propagandistica al governo, ma dall’altro è anche un indice che la famiglia Benetton potrebbe mollare l’osso, che comunque, come indicato dal pezzo di Olindo Cervi di questa mattina, è stato già abbondantemente spolpato.

Pur non avendo avuto tempo di analizzare tutti i documenti, abbiamo trovato già qualcosa di interessante relativamente alla famosa “Gronda di Ponente”, cioè al raccordo autostradale da 35 km che deve congiungere la A12 con la A7 e la A 26, costituendo una sorta di “Tangenziale di Genova”, a pagamento.
La cosa interessante della Gronda è che non si è ancora capito quanto venga a costare- Ormai ci sono versioni che variano in modo enorme:
  • secondo il Sole 24 Ore e da comunicazioni pubbliche, il costo dell’opera era pari a 4,2 miliardi;
  • secondo SPEA SpA, la società di Engineering delle società autostrade, era pari a 2,5 miliardi;
Adesso arriviamo a quello che forse è il vero valore dell’opera, così come concordato fra le parti, e cioè…

3.291,275 euro

Questo è il valore che emerge dal documento aggiunta 2015 approvato dall’allora Governo Renzi con incluso prolungamento al 2038 delle concessioni autostradali e più vicino al 2,5 di SPEA che ai 4,2 de Il Sole.
Però c’è il trucco, che vi spieghiamo, ma per il quale dobbiamo farvi un rapido corso di Economia Aziendale.
Quando si valuta un’azienda o un’opera uno dei metodi più utilizzati è quello del “Valore Attualizzato Netto; nel quale si attualizzano, cioè si scontano, ad un determinato tasso di interesse, i flussi finanziari futuri, e si ricalcolano come se avvenissero ora, permettendo di comparare flussi finanziari , in entrata o in uscita. La formula generale per l’attualizzazione è la seguente:

Ora più alto è il tasso di attualizzazione, più bassi sono i  valori posticipati nel tempo, ed al crescere del tasso di sconto vengono calati i valori attualizzati netti.
Facciamo degli esempio. Ipotizziamo, come vedremo accadrà nei calcoli di ASPI, due classi di flussi: il primo che avviene nei primi 4 anni, ed una seconda classe di flussi nei 4 anni successivi. Ipotizziamo inoltre due situazioni, la prima con tasso di attualizzazione al 3%, ed il secondo con tasso di attualizzazione al 6%:
Valore attualizzato al 3% , primi 4 anni;

Con flussi constanti per 4 anni di 100 all’anno, il valore attualizzato è 371,71
Vediamo il valore con tasso al 6%

In questo caso il valore attualizzato è pari a 346,51;
Vediamo cosa succede se posticipiamo gli stessi flussi nel tempo. Tasso di attualizzazione al 3%:

Valore attualizzato 330,26
Tasso di attualizzazione al 6%

In questo caso il valore attualizzato è pari a 274,47.
Ora cosa succede: l’aumento dei tassi, o i tassi elevati, è tanto più sensibile quanto più avanti nel tempo sono i flussi finanziari. Al raddoppio dei tassi il calo del VAN è pari a 6,77% nel caso dei flussi immediati, mentre diventa pari al 16,89% per i flussi successivi.
Questo esatto calcolo è stato fatto per calcolare la durata della concessione : da un lato si sono messe le uscite per l’investimento, dall’altro i maggiori incassi per i successivi pedaggi da sfruttamento dell’opera:

Tutto bene, i flussi attualizzati si equivalgono… E no, non è proprio così, perchè, come abbiamo visto negli esempi prima, tutto dipende dal TASSO DI ATTUALIZZAZIONE, ed infatti ASPI investe 3,291,275 euro, e ne incassa 5,845,344.
Dove sta il trucco? Semplicemente nel TASSO DI ATTUALIZZAZIONE. Teoricamente dovrebbe essere pari a quello delle attività senza rischio più un premio al rischio. Nel 2015 i titoli di stato italiani decennali rendevano fra 1,35% ed il 2,28%, invece il tasso di attualizzazione in questo caso è stato del 7,18%! Come se una famiglia facesse un mutuo al 7% invece che al 2%, perchè così vuole in capofamiglia. 
Se chiedete ad ASPI vi risponderà che questa è la resa prevista per gli investimenti, così come concordato dallo Stato, però appare evidente che allo Stato NON CONVENISSE ASSOLUTAMENTE concludere una convenzione con ASPI, ma, invece indebitarsi al 2,28% (assumiamo il tasso massimo del 2015) quindi concludere una gara d’appalto AUTONOMA per l’autostrada e PAGARLA, incassando la differenza pari al 5% dei flussi annui circa. Tra l’altro il flusso di indebitamento avrebbe potuto essere distribuito nel tempo anche perchè comunque i tassi sono stati sotto il 2% sino a novembre 2017 ed anche ora sono ben inferiori al 7,18% utilizzato per attualizzare i flussi di società autostrade.
Questo tipo di conti viene fatto da qualsiasi privato che faccia un investimento e si trovi a finanziarlo, ed appare per lo meno particolare che NESSUNO al ministero abbia fatto due calcoli, causando così un danno alla collettività per diverse centinaia di milioni. Praticamente si è imposta una tassa occulta a tutti i cittadini, superpagando un servizio, ma facendo sborsare il corrispettivo a tutti gli italiani. 
UN altro dono del Governo Renzi che, sinora , era rimasto nascosto.

Nessun commento:

Posta un commento