martedì 7 agosto 2018

Classe dirigente. La pacchia sta finendo per Tulliani&co.

Il Parlamento sta per approvare il Trattato di mutua assistenza penale con gli Emirati. Il cognato di Fini e altri latitanti potranno essere estradati.

Dalle oasi dorate alle carceri italiane il passo potrebbe essere molto breve. La Camera approverà oggi la legge che renderà operativo il Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione con gli Emirati Arabi. Il provvedimento già passato al vaglio della commissione Giustizia una volta ratificato permetterà il rientro in Italia di un cospicuo numero di latitanti felicemente ormeggiati nei resort di Dubai. Due nomi su tutti: l'ex parlamentare di Forza italia Amedeo Matacena e il cognato di Gianfranco Fini Giancarlo Tulliani.
Il "Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale" era stato siglato dal governo italiano nel settembre del 2015 ad Abu Dhabi, ma sospeso per gli effetti di una direttiva europea. Negli Emirati vige infatti la pena morte e in caso di estradizione verso il Paese contraente sarebbe stati inflitta la pena capitale. In base al nuovo accordo la condanna "prevista in loco" dovrà essere commutata in pena detentiva. 
Il Trattato internazionale siglato dal vecchio governo Gentiloni, timbrato dal nuovo Parlamento, permetterà il rientro in Italia di latitanti già condannati in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa ma anche per chi in Italia è stato già chiesto il rinvio a giudizio per corruzione.
Il Parlamento voterà due proposte abbinate: l'atto trasmesso alla Camera appena insediata dal precedente governo Gentiloni, e la proposta di legge presentata dai deputati dem Walter Verini e Lia Quartapelle - sostenuta in commissione Antimafia dall'altro pd Davide Mattiello - potrebbe far scattare le manette ai polsi dei latitanti il giorno stesso in cui da Palazzo Madama arriverà il via libera definitivo, presumibilmente a settembre, alla ripresa dei lavori.
Giancarlo Tulliani, arrestato in modo rocambolesco, è tornato in libertà nel dicembre del 2017 pagando una ricca cauzione. Era stato indagato per riciclaggio internazionale insieme al cosiddetto re dello slot Francesco Corallo. Amedeo Gennaro Raniero Matacena, ex berlusconiano ed ex armatore, è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Fu arrestato a Dubai nel 2013 dall'Interpol. Circa un anno dopo l'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola fu arrestato a sua volta dalla Dia con l'accusa di averne favorito la latitanza pianificando una fuga verso il Libano. Mafie ed organizzazioni segrete si muovono sempre più agevolmente su scala internazionale, anche grazie alla complicità di "specialisti" locali.
Gli Emirati Arabi da tempo sono diventati uno snodo essenziale per la criminalità organizzata e l'assenza di un Trattato di cooperazione giudiziaria e di estradizione ha recintato latitanze eccellenti.
La colonia che ha scelto i paradisi di Dubai è una delle più numerose, comprende il narcotrafficante Raffaele Imperiale, Samuele Landi, ex ceo di Eutelia, condannato in primo grado a nove mesi nel 2015 per il crac della società.

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