giovedì 3 marzo 2016

Ulivo 2.0 Vs Partito della Nazione. La minoranza Dem lancia la sfida dal luogo del "conclave" del governo Prodi.

RENZI SPERANZADue lustri dopo, nell’era del partito della Nazione, la sinistra del Pd ha scelto lo stesso luogo per lanciare la sfida a Renzi. Un Ulivo 2.0, l'idea dei nuovi apostoli. Che rompa – almeno questo è il tentativo - la retorica del nuovismo e della rottamazione, ma senza cadere nella nostalgia: “Il punto – spiegano i parlamentari a lavoro sull’iniziativa – è lanciare l’alternativa al renzismo, prima ancora che a Renzi, parlando di programmi, contenuti. Uscendo dalla personalizzazione del confronto e dallo schema lui il nuovo, noi il vecchio e i gufi”.
Proprio per questo, Roberto Speranza ha scelto un piano in due punti. A Perugia aprirà e chiuderà i lavori della due giorni, da cui uscirà una “piattaforma” di idee e programmi. Ma il grande annuncio della sua discesa in campo contro Renzi avverrà in un altro momento.
Una scelta di comunicazione, ma anche politica, di “rottamazione” della personalizzazione del confronto. Come è tutta politica la presenza di giovani talenti come Angelo Petrosillo, il giovane pugliese che ha inventato un aereo ultra-leggero che ha stupito il mondo. Uno che alla Leopolda verrebbe presentato come un ragazzo che “ha messo le ali ai suoi sogni”. Altro talento che sarà presente a San Martino in Campo è Agostino Sibillo, l’inventore del Cloud, tra i cento inventori più importanti di questo secolo. La sua presenza è la metafora che la sinistra non è solo conservazione, ma che si può andare avanti salvando i file (della sinistra) senza cancellarli. E soprattutto che l’innovazione non è solo monopolio del partito della Leopolda.
Aerei e nuvola (Cloud, appunto), giovani che non possono essere bollati come gufi, in uno dei luoghi dell’Ulivo, dove arriverà un bel po’ di sinistra, da Cuperlo a Pisapia. E dove proseguirà il martellamento sul congresso: “L’equivoco su cui gioca Renzi - proseguono le stesse fonti – è la rottamazione. L’unica cosa che vuole cancellare è il gruppo dirigente della sinistra, mentre resuscita Alfano e Verdini. Lui immagina uno schema col Pd al centro, snaturato, e due opposizioni antisistema, da un lato Salvini e dall’altro Grillo. Noi immaginiamo un Pd di centrosinistra e la democrazia dell’alternanza”.
La richiesta di congresso è stata già rispedita al mittente da tutto lo stato maggiore renziano all’insegna del “voi parlate di congressi, noi cambiamo l’Italia”. Un modo di fare che Massimo D'Alema, nel corso di una iniziativa a Genova ha bollato come "sbrigativo e autoritario". Il retropensiero della "sbrigatività" è che non è detto che il premier voglia farlo. Anzi, in parecchi pensano che il disegno di Renzi in verità sia questo: addebitare la sconfitta delle amministrative al vecchio Pd, con le sue correnti e i suoi cacicchi e puntare al referendum istituzionale, dove nelle urne nasce un’altra cosa, il partito della Nazione, il partito di Renzi, il partito della Leopolda che dir si voglia; a quel punto, incassato il plebiscito, puntare alle elezioni senza congresso, riempiendo le liste (e i capilista) di volti e nomi forgiati nella battaglia referendaria, evitando la conta interna al Pd (il congresso, appunto). Ecco perché, sul tema "congresso", anche a Perugia i toni saranno polemici come in questi giorni: “Il partito sta deperendo e dopo le amministrative Renzi dovrà misurarsi non con noi, ma con i dati di realtà”.

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