giovedì 17 marzo 2016

Referendum No Trivelle. Roberto Speranza: "Il Pd si astiene sul referendum sulle trivelle? Spero di no". Emiliano: "Astensione? Un refuso burocratico".

"Apprendo dal sito dell'Agcom che il Pd avrebbe assunto la posizione dell'astensione al referendum di Aprile sulle trivelle in mare. Spero che ciò non sia vero".

ROBERTOSPERANZALo afferma in una nota Roberto Speranza, deputato della minoranza Pd che guida Sinistra riformista. "È una posizione che non condivido affatto e che non credo possa essere compresa da una parte significativa dei nostri elettori. Al netto di una discussione di merito che sarebbe bello fare anche con chi legittimamente può pensarla diversamente mi chiedo come e dove sarebbe stata assunta questa scelta. La segreteria non si riunisce da mesi. La direzione e l'assemblea non mi risulta abbiano mai discusso di questo referendum. Si può andare avanti così?", domanda Speranza.
Speranza fa riferimento a un documento dell'Autorità garante per le comunicazioni che elenca i soggetti politici favorevoli, contrari o che hanno scelto l'astensione sul referendum del 17 aprile. Nel comunicato Agcom risulta che il Partito democratico abbia scelto l'astensione.
Sul caso interviene anche il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza (Pd): "Il Pd si astiene, dove e chi ha deciso? Spero non sia vero e chiedo al gruppo dirigente nazionale di rivedere questa posizione". Lacorazza è capofila delle Regioni referendarie, riferendosi a una posizione di astensione del Pd rispetto al referendum "anti trivelle" del 17 aprile pubblicata sul sito dell'Agcom.
Secondo Lacorazza, "c'è ancora tempo. Sono iscritto al Pd, ci resto e non mi astengo. E farò campagna referendaria per il SI al referendum del 17 aprile. Insieme a circa cento consiglieri regionali, iscritti al Pd ed espressione di centinaia di migliaia di preferenze dirette, ho promosso e votato i quesiti referendari. Aggiungo che ci sono altre e numerose adesioni di consiglieri nelle regioni che non hanno promosso il referendum che si stanno mobilitando per le ragioni del 'sì'. Centinaia di Sindaci e amministratori locali, iscritti e simpatizzanti al Pd hanno alimentato, con responsabilità e rispetto, il dibattito avviato dal decreto Sblocca Italia e sulle conseguenze negative per il territorio. Mesi di discussioni aperte e trasparenti, dibattiti che hanno attraversato le istituzioni e che hanno attraverso l'art. 75 della Costituzione italiana, portato al referendum. Il Pd avrebbe scelto l'astensione. Chi ha deciso questo strappo? Perché si è scelto di politicizzare il referendum con l'astensione? Un partito democratico - conclude Lacorazza - può dire agli elettori di non votare?".

Sulla presunta astensione al referendum dice la sua anche il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, durante un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. “Non mi risulta - afferma - che il Partito Democratico abbia assunto nell’assemblea, che si è svolta pochi giorni fa, alcuna decisione su questo punto così importante e nevralgico per la politica energetica del Paese. Credo che si tratti di un refuso burocratico ma se non fosse così deve essere cambiato lo Statuto del Partito Democratico”.
“Ci deve essere un meccanismo – aggiunge Emiliano - nel quale la linea politica del partito viene stabilita da organismi che io non conosco e questo non può essere. Quindi lo escludo nella maniera più assoluta”. Sul referendum, conclude il presidente pugliese, “una posizione del partito è necessaria ma da quello che mi risulta non è stata ancora adottata. Non vorrei che anche su questo si adottasse la tecnica del ‘detto non detto’ che ha in qualche maniera inficiato la credibilità del Pd su tutta la vicenda del referendum”.
"Non sappiamo dove e quando il nostro partito abbia scelto" la posizione dell'astensione sul referendum anti-trivelle. "La segreteria del nostro partito non si riunisce dall'estate", fa notare il senatore dem Miguel Gotor, esponente della minoranza del partito. "La posizione dell'astensione- aggiunge- è la più sbagliata. Un partito grande e popolare come il Pd sta scommettendo sulla non partecipazione dei cittadini. Mi sembra nella sostanza un errore grave. Sul metodo, poi, noi abbiamo appreso dell'astensione ieri sera da un'agenzia".
"Io andrò a votare e voterò sì- spiega Gotor- perché mi sembra molto importante investire sulle energie rinnovabili. Fare trivellazioni entro dodici miglia dalla costa significa danneggiare l'eco-sistema. Poi questo è un referendum promosso da 9 regioni che riconoscono che c'è un problema. E io penso che sia importante per il Pd, per la sua coscienza ambientalista, dare questo segnale".
Gotor ribadisce che "puntare sull'astensione è sbagliato ed è anche sbagliato che il governo abbia rifiutato di accorpare il referendum alle amministrative. Ciò avrebbe consentito un risparmio di 300 milioni che in un momento di crisi come questa avrebbe consentito di aiutare settori in crisi. E penso ad esempio all'università, che è l'unico comparto pubblico che mantiene bloccati gli scatti di carriera".

Nessun commento:

Posta un commento