il manifesto
La prima esultante reazione del presidente del Consiglio
autorizza qualche preoccupazione: «L’annuncio del Giubileo è una
buona notizia che il governo italiano accoglie con i migliori
auspici. Roma — assicura Matteo Renzi — si farà trovare pronta come
l’Italia, che quest’anno ospita l’Expo». Quanto siano in ritardo i
lavori per l’esposizione di Milano (in calendario tra sei settimane)
è infatti noto.
Più ragionato il commento del sindaco di Roma
Ignazio Marino: «È una lieta notizia per Roma. Si tratta di un
importante appuntamento religioso e un’occasione, per credenti e
non credenti, per riflettere sul senso della vita». Teme
commissariamenti, il primo cittadino, e mette le mani avanti:
«Roma è da subito pronta ad affrontare questo evento mondiale, così
come lo è stata in occasione della beatificazione dei due papi il
27 aprile del 2014», appena l’anno scorso. Non basta. Dal Campidoglio
fanno sapere che senza attendere la regia di nessuno, nei prossimi
giorni prenderanno contatto con il Vaticano e con il governo. E in
quell’occasione apriranno con palazzo Chigi il dossier dei costi:
pochi mesi fa Palazzo Chigi, con il piano di rientro, ha riconosciuto
al Campidoglio 110 milioni di euro l’anno per gli extracosti. Ma
certamente il comune chiederà risorse aggiuntive. Immediata è la
polemica nel Pd, con i filo renziani che polemizzano con il
sindaco: «Roma nelle condizioni attuali non è pronta. Bisogna al più
presto creare una cabina di regia con governo e regione. Gestire
milioni di pellegrini, che non sono turisti, in una città non
organizzata può rappresentare un pericolo anche grave, il
Giubileo dura un anno — è la replica diretta dei deputati romani del
Pd Michele Anzaldi e Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd Lazio, a
Marino — non è certamente paragonabile a singole giornate, anche
impegnative, che la città si è trovata a gestire di recente».
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