Un altro barcone carico di immigrati è
affondato al largo della Libia. Sono quindici i cadaveri recuperati
finora dopo il nuovo naufragio. Oltre 210 profughi sono stati tratti in
salvo. Non si conoscono ancora i dettagli. Le autorità marittime
italiane sono state informate dall'equipaggio di un rimorchiatore al
servizio di alcune piattaforme petrolifere che si trovano a 50 miglia
dalle coste della Libia e a 100 miglia da Lampedusa. Una ventina i
cadaveri recuperati finora.
repubblica.it
Secondo la segnalazione
un'imbarcazione sulla quale c'erano circa 400 persone si sarebbe
rovesciata. Il numero di naufraghi è stato confermato anche dal
presidente della Croce rossa Francesco Rocca. Sul posto sono arrivate le
unità navali dell'operazione "Mare nostrum". Sul luogo dell'incidente
sarebbero già presenti anche alcuni mercantili che sono stati dirottati
in zona per le operazioni di soccorso.
"Non si sa ancora quante
fossero le persone a bordo - spiega il comandante della capitaneria di
porto di Lampedusa Giuseppe Cannarile - ma i superstiti dicono che
fossero centinaia. Siamo sul posto e stiamo lavorando senza sosta". Ieri
un'altra imbarcazione era naufragata al
largo delle coste libiche provocando la morte di almeno 40 migranti che
tentavano di attraversare il Canale di Sicilia. La situazione in
Sicilia resta di emergenza: in mattinata sono sbarcati altri 61 minori somali a Porto Empedocle, soccorsi da una nave della Marina militare, mentre ieri oltre 400 persone hanno preso terra a Trapani, dove le strutture di accoglienza sono al collasso da tempo.Il 3 ottobre scorso le acque di Lampedusa furono già teatro di un'altra tragedia, la più grande fino ad oggi.
Allora i morti recuperati al largo dell'isola dei Conigli, dove affondò
un barcone con oltre 500 migranti a bordo, furono 366."Il Governo Renzi
deve pretendere dall'Europa soluzioni condivise, urgenti, e
soprattutto diverse dalla sola sorveglianza a mare. Altrimenti le
stragi in mare non si fermeranno mai" ha detto il sindaco di Lampedusa,
Giusi Nicolini, commentando la nuova strage. E lancia, ancora una
volta, la proposta dei "canali umanitari controllati". "Se non è
possibile dalla Libia - spiega Nicolini - allora lo si faccia
dall'Egitto. La Siria è un problema che va affrontato con la gravità che
merita. Ieri c'è stato un altro naufragio, oggi l'ennesimo. Anche
durante 'Mare nostrum' abbiamo contato i morti. Insomma, ribadisco che
non è la soluzione a regime.
Come intervento emergenziale fa onore all'Italia".
Anche
il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, segretario
nazionale di Rifondazione Comunista. "Bisogna salvare queste persone
prima che sia troppo tardi - aggiunge - le lacrime di coccodrillo ogni
volta che muoiono in mare non servono
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