lunedì 12 maggio 2014

Un altro barcone carico di immigrati è affondato al largo della Libia. Sono quindici i cadaveri recuperati finora dopo il nuovo naufragio. Oltre 210 profughi sono stati tratti in salvo. Non si conoscono ancora i dettagli. Le autorità marittime italiane sono state informate dall'equipaggio di un rimorchiatore al servizio di alcune piattaforme petrolifere che si trovano a 50 miglia dalle coste della Libia e a 100 miglia da Lampedusa. Una ventina i cadaveri recuperati finora.
repubblica.it
Secondo la segnalazione un'imbarcazione sulla quale c'erano circa 400 persone si sarebbe rovesciata. Il numero di naufraghi è stato confermato anche dal presidente della Croce rossa Francesco Rocca. Sul posto sono arrivate le unità navali dell'operazione "Mare nostrum". Sul luogo dell'incidente sarebbero già presenti anche alcuni mercantili che sono stati dirottati in zona per le operazioni di soccorso.


"Non si sa ancora quante fossero le persone a bordo - spiega il comandante della capitaneria di porto di Lampedusa Giuseppe Cannarile - ma i superstiti dicono che fossero centinaia. Siamo sul posto e stiamo lavorando senza sosta". Ieri un'altra imbarcazione era naufragata al largo delle coste libiche provocando la morte di almeno 40 migranti che tentavano di attraversare il Canale di Sicilia. La situazione in Sicilia resta di emergenza: in mattinata sono sbarcati altri 61 minori somali a Porto Empedocle, soccorsi da una nave della Marina militare, mentre ieri oltre 400 persone hanno preso terra a Trapani, dove le strutture di accoglienza sono al collasso da tempo.Il 3 ottobre scorso le acque di Lampedusa furono già teatro di un'altra tragedia, la più grande fino ad oggi. Allora i morti recuperati al largo dell'isola dei Conigli, dove affondò un barcone con oltre 500 migranti a bordo, furono 366."Il Governo Renzi deve pretendere dall'Europa soluzioni condivise, urgenti, e soprattutto diverse dalla sola sorveglianza a mare. Altrimenti le stragi in mare non si fermeranno mai" ha detto il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, commentando la nuova strage. E lancia, ancora una volta, la proposta dei "canali umanitari controllati". "Se non è possibile dalla Libia - spiega Nicolini - allora lo si faccia dall'Egitto. La Siria è un problema che va affrontato con la gravità che merita. Ieri c'è stato un altro naufragio, oggi l'ennesimo. Anche durante 'Mare nostrum' abbiamo contato i morti. Insomma, ribadisco che non è la soluzione a regime.
Come intervento emergenziale fa onore all'Italia".

Anche il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. "Bisogna salvare queste persone prima che sia troppo tardi - aggiunge - le lacrime di coccodrillo ogni volta che muoiono in mare non servono

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