domenica 1 settembre 2013

Civitavecchia. Un’azienda speciale gestirà l’acqua pubblica

Il sindaco Tidei cambia rotta e ripiega su una società che si affianchi alla holding Hcs.

 Vincenzo Bisbiglia

CIVITAVECCHIA Un’azienda speciale, in house, che si occupi della gestione idrica. È la prospettiva, nonostante le resistenze dell’ala «moderata» della coalizione di governo, che l’amministrazione comunale si pone per il futuro prossimo, specialmente dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ribadisce la necessità di mantenere l’acqua in un regime di gestione pubblica. La sinistra radicale a Civitavecchia, ma non solo, è convinta che la municipalizzata romana (partecipata solo in quota minoritaria da privati) non rispetti i requisiti dettati dal referendum del 2011, e perciò si opporrà con tutte le proprie forze alla cessione del servizio ad Acea Ato 2. Così il sindaco Tidei sarà costretto a ripiegare su una società nuova di zecca che si affianchi ad Hcs, destinata per buona parte ad essere ceduta all’esterno.

«La nostra amministrazione - spiegano i consiglieri di Sel, Gennaro De Crescenzo e Giulio Agostini - paga ora lo scotto di aver tergiversato sull'argomento, principalmente a causa della mancanza di identità di vedute al suo interno, relegando al solo atto simbolico del ricorso al Consiglio di Stato la sua azione politica. Uno dei circoli della qualità recentemente costituiti dal Sindaco si occupa appunto della questione acqua: esso ha già iniziato a lavorare con l'obiettivo di costituire l'azienda speciale, mentre sono sotto gli occhi di tutti gli indubbi risultati conseguiti dall'assessorato e dall'Ufficio Acquedotti, capaci di invertire una tendenza negativa consolidata e garantire una stagione estiva senza problemi, a dimostrazione che se si vuole, il pubblico è capace di funzionare come e meglio del privato».
Insomma, il risultato del referendum in primis, «che rimane una pietra miliare irremovibile per chiunque», poi «la ritrovata convergenza in maggioranza sull'argomento», quindi «la proposta di legge regionale per adeguare la gestione del servizio idrico allo spirito referendario» lasciano pensare che la strada sia già segnata. Sulla questione si discuterà ampiamente nel Pd, dove ci sono le maggiori sacche di resistenza. Per Clemente Longarini, coordinatore locale del partito, il pronunciamento «deve indurre l'attuale maggioranza ad una attenta discussione e a ponderato approfondimento senza pregiudizi ideologici».
«Al di là delle posizioni di principio - spiega - il nostro partito ribadisce che le sentenze vanno comunque rispettate e che sta alla politica trovare le soluzioni migliori per farlo nell'interesse del servizio e della collettività».

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