Paolo Ferrero, segretario del PRC ha dichiarato testualmente: "Oggi ho denunciato che vi sono manovre di infiltrazione da parte dei servizi nei confronti di Rifondazione. L’ho fatto perché se qualcuno ha idea di far succedere qualcosa di strano, sappia che siamo al corrente delle loro manovre. Loro si muovono nell’ombra, nell’ambiguità e lavorano per far casino. Noi siamo per la luce, la chiarezza, le battaglie alla luce del sole".
La denuncia è forte e netta, anche se per il momento non dettagliata con nomi e circostanze. Certo, buona parte del caos interno in questo momento a Rifondzione appare persino "eccessivo" rispetto alla tradizione di questo partito.
L'invito che rivolgiamo a tutti i compagni è di mantenere gli occhi bene aperti. C'è un regime in forte crisi strutturale, gente che sta perdendo la certezza del dominio, che è abituata ad alzare polveroni e spaccare tutto (partiti, collettivi, sindacati, ecc). In genere gli infiltrati dei "servizi" scelgono di annidarsi in mezzo a chi urla di più e capisce di meno, tra chi chiama tutti "traditori" (o magari maledice "la casta", come va di moda adesso) e prova a trasformare la ricerca dell'unità possibile nell'impossibilità di unirsi (magari in nome dell'"unità").
Complicato? Solo per chi non conosce la storia del movimento operaio....
*****
Sbaglia chi pensa o dice che "i servizi segreti devono essere messi davvero male se si riducono a infiltrare Rifondazione Comunista".
Sbaglia anche se è certamente vero che il gruppo dirigente del Prc appare incapace - e non da oggi - di sciogliere i nodi strategici che tengono questo partito avvinto alla logica dei "cartelli elettorali", il cui capofila - come una maledizione biblica - resta sempre il Pd. E proprio questa incapacità sembra aver aperto un'autostrada alla contestazione "basista" del gruppo dirigente.
Ma stanno realmente così le cose? Certamente no. Nella conflittualità interna al Prc giocano ormai allo scoperto forze che non sono riconducibili alla normale "dialettica interna" di un partito ormai extraparlamentare. E' vero, la "strategia" immaginaria del gruppo dirigente punta apertamente al rientro nella "comunità della politica", finanziamenti pubblici compresi. Ma quanti si oppongono sono una "variopinta schiera" (citazione marxiana, cercatevela) che nasconde difficoltà autentiche, indignazione comprensibile e manovre putride.
Peraltro niente affatto "nuove", queste ultime. Tornano a galla storie decisamente datate, confusione senza limiti, attacchi pretestuosi (ancorché, come detto, favoriti da una politica spesso suicida), professionisti delle scissioni e delle spaccature. Ricorrenze che ci portano a individuare delle frequenze inquietanti, facilitate da un atteggiamento irresponsabile praticato per anni dal "partito della rifondazione comunista", entro le quali si sono infilati come una lama nel burro quelli che la rivista dei servizi segreti - Gnosis - descrive con grande chiarezza come "agenti di influenza" ovvero gli infiltrati del Sisde o come si chiama adesso. Alcune testimonianze riportano di pressing ripetuti dei servizi su alcuni militanti o simpatizzanti soprattutto nelle città di provincia più che nelle grandi aree metropolitane. L'obiettivo non dichiarato è quello di "cooptarli in provincia" per poterne utilizzare le azioni quando, per ragioni di studio o di lavoro, si trasferiscono in città più grandi e politicamente più attive.
Ripetiamo: se il vertice attuale del Prc avesse preso atto di un fallimento strategico (i "cartelli elettorali" a un tanto al chilo), tutto ciò non sarebbe stato possibile. Ma questo non cambia il quadro attuale; dove nulla può escludere che Rifondazione sia davvero "attenzionata" da agenti di influenza di professione. Speriamo ovviamente che si apra una stagione di confronto serio sulle prospettive, dopo che il Prc avrà provveduto a rimuovere il tumore che sta provando a ucciderlo. Paradossalmente, ma neppure troppo, il "bacio delle morte" è probabilmente arrivato dalla decisione di promuovere una "lista Ingroia", in cui il magistrato antimafia è stato - ahivoi e ahiloro - supportato da una pletora di sbirri che metà bastava...
Ora c'è un problema da risolvere. E c'è da augurarsi che il Prc riesca nell'impresa. Ci sembra infatti che negli apparati dello Stato - checché ne pensino i media che ironizzano a sproposito sulla notizia dell'infiltrazione - esista un "disegno" abbastanza preciso; "ripulire gli angoli" da ogni "sporcizia" non controllata. Spazzar via i "diversi" e quanti potrebbero - malgrado loro - rappresentare un'alternativa possibile. Non pensiamo infatti che il Prc sia oggi "pericoloso" per l'assetto di potere in virtù della propria "saggezza". La sua scelta a favore del 12 ottobre (invece che del 18 e 19) ne rappresenta per intero la debolezza. Ma a prescindere dalle sue intenzioni soggettive, il Prc rappresenta ancora un'aggregazione politica di una certa congruità (alcune decine di migliaia di iscritti), fatta di persone che non hanno ancora deciso di arrendersi allo strapotere della Trojka e dei suoi esecutori in Italia. Questo insieme - al di là del gruppo dirigente - nelle intenzioni del potere "deve" andare definitivamente disperso, polverizzato, cancellato dallo scenario politico.
Come si fa, però, a riconoscere degli sbirri in mezzo a compagni perbene? Ci vuole orecchio, avrebbe sentenziato Jannacci. O almeno saper riconoscere il "giro" che da venti anni o poco più infiltra l'uno dopo l'altro prima i centri sociali, poi alcune frange del sindacalismo di base e ora direttamente le organizzazioni politiche o settori di movimento. Una storia che arriva da lontano e vorrebbe andare ancora più lontano.
Si può fermare, sia detto tra noi...
Per una visione meno "impressionistica" e più scientifica del problema:
//www.contropiano.org/documenti/item/19046-agenti-di-influenza-ovvero-infiltrazione-e-controllo
Nessun commento:
Posta un commento