Showdown nel governo Letta di larghe intese, sulla scia del rinvio del provvedimento per lo stop dell'aumento dell'Iva. «I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni».
Letta: la responsabilità dell'aumento dell'Iva è di Berlusconi
«Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l'alibi dell'Iva», scrive Letta in una nota diffusa da palazzo Chigi. «La responsabilità dell'aumento dell'Iva è invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria per assumere provvedimenti che vanno poi convertiti». Proprio per questo, ieri «si era deciso di andare al chiarimento parlamentare e si era concordemente stabilito di postporre a dopo il voto in Parlamento i provvedimenti economici necessari. Gli italiani sapranno rimandare al mittente una bugia così macroscopica e un simile tentativo di totale stravolgimento della realtà. In Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità d'innanzi al Paese».
«Gli italiani non abbocchino a Berlusconi sull'Iva», ha scritto Enrico Letta in un tweet, rimandando al mittente l'accusa di Silvio Berlusconi di aver bloccato il rinvio dell'aumento dell'Iva. Fonti di palazzo Chigi osservano che il tentativo di Berlusconi di rovesciare la questione è contraddetto dai fatti che sono sotto gli occhi tutti. La decisione del Cdm di ieri, aggiungono le stesse fonti, è ovviamente frutto dell'annuncio delle dimissioni dei parlamentari Pdl, che non avrebbero garantito la conversione dell'eventuale decreto. «In Parlamento - ha detto Letta in una nota diffusa da palazzo Chigi - ognuno si assumerà le proprie responsabilità dinnanzi al Paese».
Letta informato da Alfano
Fonti di palazzo Chigi spiegano che il presidente del Consiglio è stato informato in anticipo da Alfano di quanto Berlusconi aveva deciso, ed è in costante contatto con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che si trova a Napoli. «Non si andrà ad elezioni perché troveremo una soluzione in Parlamento: sono sicuro che in Parlamento c'è una maggioranza in grado di evitarlo», ha detto il viceministro Stefano Fassina. Si tratta ora di capire quando ci sarà la verifica in Aula richiesta dal capo del Governo. Lunedì, nel pomeriggio, si riunirà la capogruppo del Senato. Potrebbe essere forse quella l'occasione per incardinare la richiesta di fiducia avanzata da Letta nel calendario parlamentare.
Epifani: aprono formalmente crisi al buio
Le dimissioni dei ministri del Pdl, mette in evidenza il segretario del Pd, Epifani, nell'intervento alla festa del Centro democratico, «sono una ulteriore azione di sfascio per l'azione del governo». «Non ricordo mai la minaccia di dimissioni di parlamentari in maggioranza», ha detto, «é davvero un atto inquietante, come ha detto il presidente della Repubblica. Se il centrodestra voleva aprire la crisi c'é una via maestra: vai in Parlamento e dichiari aperta la crisi». Secondo il segretario del Pd cambiare la legge elettorale prima di tornare alle urne «é un passaggio obbligato». «Si antepone il destino di una sola pesona agli interessi del paese», ha detto Epifani. «Speravo non si avesse un livello di irresponsabilità così alto». L'irresponsabilità «sta salendo a livelli che non erano razionalmente valutabili», ha detto il segretario del Pd Guglielmo Epifani. Contro la crisi di governo Cgil, Cisl e Uil sono pronti alla mobilitazione e lunedì, in un vertice convocato in questi minuti, i leader Camusso, Bonanni e Angeletti faranno il punto della situazione. «Una crisi ora è da irresponsabili», ha tuonato il segretario Cisl, Raffaele Bonanni.
La nota di Berlusconi: i ministri del Pdl si dimettano
La comunicazione del vicepremier arriva dopo una manciata di minuti rispetto alla nota di Silvio Berlusconi: l'ultimatum di Letta, sottolinea il leader del Popolo della libertà, è irricevibile, inaccettabile. La decisione dell'aumento dell'Iva è una grave violazione patti governo. Quindi «ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani». Ed è strappo tra Pd e Pdl.
I ministri del Pdl: non più condizioni per restare
«A seguito dell'invito del presidente Berlusconi a dimetterci dal governo per le conclusioni alle quali il consiglio dei ministri di ieri è giunto sui temi della giustizia e del fisco - si legge in una nota congiunta Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello - non riteniamo vi siano più le condizioni per restare nell'esecutivo dove abbiamo fin qui lavorato nell'interesse del Paese e nel rispetto del programma del Popolo della Libertà. Rassegniamo le nostre dimissioni anche al fine di consentire, sin dai prossimi giorni, un più schietto confronto e una più chiara assunzione di responsabilità».
Cicchitto: sarebbe servita una discussione approfondita
Il deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto critica le modalità con cui si é arrivati alle dimissioni dei ministri del Pdl. Prima di arrivare a questo passo, è il suo ragionamento, sarebbe stata necessaria «una discussione approfondita» negli organismi dirigenti e nei gruppi parlamentari del Pdl.
Morra (M5s): non siamo disposti a fare da stampella
Intanto il M5s ha chiuso all'ipotesi di un rimpasto di governo e di un Letta bis. «Assolutamente non siamo disposti a fare da stampella - chiarisce Nicola Morra, capogruppo M5S al Senato -. Ragioneremo su quanto avvenuto, ma penso che a fronte dell'esperienza fallimentare di questi soggetti non si possa che tornare alle urne».«Ora ci sarà sicuramente qualche smottamento - continua Morra -. Non credo riusciranno a fare un governo di scopo, piuttosto tenteranno un Letta bis per vivacchiare qualche altro mese. Sono curioso di vedere cosa succede il 4 ottobre, perchè di certo la caduta del governo non pregiudica la possibilità di far lavorare Aula e giunta» per le elezioni sulla decadenza di Silvio Berlusconi.
Sc: ora i migliori si uniscano
«Altro che ricatto sull'Iva. Le dimissioni dei ministri del Pdl sono il ricatto di Berlusconi al Paese, alla sua credibilità internazionale, alla tenuta economica e sociale dell'Italia, al futuro dei nostri giovani. Continua così l'irresponsabilità dei maggiori esponenti del Pdl, spinti da un Berlusconi sempre più padrone e sempre meno leader politico», sostiene Gianluca Susta, presidente dei senatori di Scelta Civica. Ora, conclude, i migliori si uniscano.
Maroni: ora subito al voto
Il segretario della Lega Nord Roberto Maroni ha accolto con favore le annunciate dimissioni dei ministri Pdl e ha auspicato che si vada a elezioni anticipate al più presto. «Bene le dimissioni dei ministri del Pdl, ora si vada subito al voto per eleggere un governo che dia risposte concrete al Nord». E ha detto di sperare che non ci sia un Letta bis: «io spero di no, il rischio c'é, immagino, soprattutto al Senato c'é chi non vuole lasciare il "cadreghino"».
Vendola chiude alle elezioni anticipate, si fa fatica a trovare maggioranza
«Non si va a elezioni anticipate, si fa la fatica di cercare una maggioranza. Non con un dibattito al chiuso dei corridoi, del Transatlantico cercando qualche anima pia, ma parlando direttamente al Paese», ha detto alla festa di Cd Nichi Vendola.
Grillo: bisogna andare al voto
Nessuna trattativa con i partiti, scrive Grillo sul suo blog. «Bisogna andare al voto per vincere e salvare l'Italia. È l'ultimo treno. Napolitano non si opponga. I prossimi mesi saranno per cuori forti. In alto i cuori». Beppe Grillo invoca le elezioni subito. E lancia un forte attacco al Capo dello Stato. «L'Italia non può più reggersi sulle spalle di un ultra ottuagenario che sta, volontariamente o meno non importa, esercitando poteri da monarca che nessuno gli ha attribuito. Napolitano deve rassegnare le dimissioni. È a lui che dobbiamo questo impasse. Alle sue alchimie va attribuito lo sfacelo istituzionale attuale»
Montezemolo: atto di grave irresponsabilità
«Le dimissioni dei ministri del Pdl, in un momento difficilissimo per il Paese, sono un atto di grave irresponsabilità che può avere conseguenze drammatiche per i cittadini». Lo ha sottolineato Luca Cordero di Montezemolo aggiungendo che «l'Italia rappresenta nuovamente agli occhi del mondo un'anomalia e un fattore di instabilità, e questo gli italiani davvero non lo meritano». «Per gli imprenditori che combattono sui mercati
internazionali - ha proseguito - questo atto é un vero e proprio tradimento da parte di una forza politica che dovrebbe rappresentarne più di altre le istanze. Spero che persone come Lupi, Quagliariello, Sacconi, Gelmini, Lorenzin e lo stesso Alfano, riflettano bene - ha concluso - prima di decidere di assecondare, fino alla fine, una deriva populista e irresponsabile che riporta il Paese sul ciglio del baratro e che non corrisponde al sentire di milioni di elettori moderati».
Napolitano: no a campagne elettorali a getto continuo
In mattinata il presidente della Repubblica ha durante la visita del carcere di Poggio Reale a Napoli, ha ricordato: «Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, ma di risolvere i problemi concreti e di continuità. Abbiamo bisogno che il Parlamento discuta e lavori, non che ogni tanto si sciolga. Abbiamo bisogno di continuità nell'azione di governo, nei provvedimenti, per risolvere i problemi del Paese».
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