domenica 29 settembre 2013

Cadono nel vuoto appelli del Capo dello Stato alla stabilità di governo.


Nell'ora della crisi Napolitano annuncia messaggio amnistia. "Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di un Parlamento che discuta e lavori e non che ogni tanto si sciolga" afferma Napolitano dall'interno del carcere napoletano di Poggioreale.

rainews24.it
"Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di un Parlamento che discuta e lavori e non che ogni tanto si sciolga". Queste parole pronunciate da Giorgio Napolitano dall'interno del carcere napoletano di Poggioreale fanno capire - ove a qualcuno non fosse ancora chiaro - come la pensa il capo dello Stato sulle elezioni anticipate.

Ma nonostante questo, e nonostante gli appelli del presidente alla calma e alla stabilità politica - nonché l'apertura piena verso un'amnistia con tanto di messaggio alle Camere (il primo in assoluto per Napolitano) -, Silvio Berlusconi ha scelto di aprire la crisi di governo con le clamorose dimissioni dei suoi ministri. E la palla è tornata - suo malgrado - nelle mani del presidente. Già da ieri i toni del Pdl si erano alzati contro il Quirinale.


La notte non ha portato consiglio, se oggi un ex moderato come Sandro Bondi si è spinto fino ad usare una parola contundente come "ricatto" legandola ai nomi di Giorgio Napolitano ed Enrico Letta. Segnali premonitori ed inquietanti del fatto che l'ira del Cavaliere era ormai incontrollabile ed il treno dello scontro troppo lanciato per fermarlo.

Eppure la giornata era iniziata con il barometro che indicava brutto ma stabile: il capo dello Stato era volato a Napoli per celebrare il settantesimo anniversario delle 'quattro giornate' e per lanciare un messaggio forte - e dalle tante implicazioni politiche - da un luogo simbolo come il carcere di Poggioreale.

"E' pronto un messaggio alle Camere sul tema del sovraffollamento delle prigioni", ha fatto sapere a sorpresa il presidente. Che non ha nascosto come ormai affrontare il tema sia "un imperativo umano e morale" dopo che anche la Corte di Strasburgo ha sanzionato l'Italia per lo stato disastroso dei suoi istituti penitenziari. Una mossa inaspettata ma che nasce da lontano.

Da tempi non sospetti Napolitano si interessa al degrado carcerario e chiede alle forze politiche di interessarsi al problema nonostante la difficoltà che presenta il varo di un provvedimento, che ormai necessita di una maggioranza di due terzi del Parlamento. Ciò non toglie però che la tempistica abbia fatto pensare ad una sorta di apertura al Pdl.

La pensano così, ad esempio, i grillini: "Napolitano, con grande tempismo e sotto il ricatto del Pdl, prepara un messaggio alle Camere per un provvedimento di clemenza nei confronti dei carcerati. Così Berlusconi sarebbe salvo e l'Italia eviterebbe di pagare le multe all'Europa per le indegne condizioni delle nostre carceri", hanno scritto in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle.

Ma che non fosse aria è stato subito chiaro: il Pdl si è mostrato prima insolitamente silenzioso nel commentare l'appello di Napolitano, poi sono giunte blande dichiarazioni di apprezzamento. Ma la rottura era nell'aria e il tema dell'amnistia o dell'indulto sembra non interessare più il centrodestra. Anche perché il presidente si era premurato di specificare come il messaggio sarebbe stato presentato dopo il previsto chiarimento della settimana prossima.

"Mi auguro che il clima politico sia sufficientemente svelenito perché il mio messaggio alle Camere possa avere un'accoglienza serena e garantire che il Parlamento lavorerà nei prossimi mesi", aveva risposto ai giornalisti che gli chiedevano se questa sua iniziativa avrebbe aiutato ad allentare la tensione. Ma così non è stato ed ora Napolitano si trova nella sua Napoli alle prese con quell'ennesima crisi di governo che proprio ieri aveva ancora una volta esorcizzato così: "La fine anticipata della legislatura è un'anomalia, una prassi tutta italiana", un Paese dove si è smarrito "ogni nozione di confronto civile e ogni costume di rispetto istituzionale e personale".

Nessun commento:

Posta un commento