venerdì 27 settembre 2013

Quanti soldi a Miss Banalità.

Quarantamila euro per spiegare in video come è fatto un semaforo. Oppure che il vino in fondo fa bene alla salute. Sono le "Pillole del sapere" che Ilaria Sbressa, arrestata l'altro ieri insieme al marito, braccio destro di Federico Confalonieri, aveva venduto al Miur per milioni di euro. Una vergogna che si ritrova ancora (ma nascosta) sul web.

L'Espresso di Francesca Sironi
«Il Portogallo è lo Stato più occidentale dell'Europa continentale, si affaccia sull'Oceano Atlantico con circa 830 chilometri di costa e confina solo con la Spagna». Costo dell'informazione, copiata paro paro dall'incipit della pagina su Wikipedia: 40mila euro. E' l'inizio di una delle video "pillole" da tre minuti che la società Interattiva di Ilaria Sbressa ha venduto a peso d'oro al ministero dell'Istruzione durante il mandato di Mariastella Gelmini. Un bel pacchetto di video "educativi" che è costato in tutto oltre cinque milioni di euro. Lo scandalo, svelato dai documenti di un "corvo" sul Fatto Quotidiano e raccontato da Report in più puntate, rientra nell'indagine che ha portato due giorni fa all'arresto dell'imprenditrice e di suo marito, Andrea Ambrogetti, braccio destro di Fedele Confalonieri a Mediaset.
I video, pagati a caro prezzo dal Miur, sono una raccolta di ovvietà che farebbe tremare anche il più accanito sostenitore del "repetita iuvant". Oltre al Portogallo in rete se ne trovano pochi: ministero e Interattiva hanno fatto di tutto per cancellare le tracce dell'opera maestosa, i 12 video dedicati all'educazione delle nuove generazioni con mezzi "innovativi". Per fortuna qualche chicca resta. Su Vimeo http://vimeo.com/26918127 ad esempio si può ancora trovare tutta la serie dedicata alle Olimpiadi, un progetto voluto con forza dal ministro Gelmini e dal sindaco Alemanno per sostenere la candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2020. «Le specialità dell'atletica sono tantissime!», racconta entusiasta la voce maschile che accompagna le immagini create al computer: «Ci sono le corse ad ostacoli, in cui l'atleta deve saltare su una barriera» e tante altre discipline, come la pallanuoto, che, ricorda: «è uno sport acquatico, oltre che uno sport di squadra». Tutto condito da figurine che scorrono sullo schermo piatto e frasi che ripetono quello che ha già detto la voce: il massimo.

Ci sono poi i video rivolti agli studenti delle elementari, ben nascosti su un vecchio link a un comunicato di Indire, l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa. Ce n'è uno dedicato all'acqua, «un bene inestimabile» del cui valore parla un uomo sdraiato su un prato con dei bambini attorno, introduzione a un minifilm in cui vengono animati disegni e concetti che ogni italiano avrà visto migliaia di volte, perché sono presenti in tutti i libri di testo del mondo: la ricerca scientifica si è fermata al Sussidiario. Per giustificare i costi esorbitanti di ogni "Pillola", Indire cerca di sostenere che si tratta di "contenuti originali" e lo fa pubblicando altri quattro minuti di video realizzati per sensibilizzare sullo spreco: lunghe riprese di bambini impegnati in un laboratorio museale. I dipendenti di Interattiva d'altronde l'avevano detto a Sigfrido Ranucci: «Produrre questi filmati costa al massimo mille euro», ma al ministero non è sembrato un problema pagarli 40 volte tanto, proprio mentre tagliava drasticamente i fondi per la sicurezza degli edifici scolastici, per gli insegnanti di ruolo, per il materiale didattico "normale".

Meglio spendere milioni per un video che spiega com'è fatto il Semaforo. Sì proprio il semaforo, «un segnale luminoso con tre luci a forma di cerchio una sopra l'altra», spiega compita la narratrice, mentre scorrono le immagini di un test da scuola guida. Non manca un cortissimometraggio dedicato all'alcol, in cui è compresa anche la morale: bere fa male, è vero, ma un bicchiere di vino rosso al giorno può essere una panacea, e «forse per questo nei brindisi si dice: salute!».

Ilaria Sbressa però non era nota solo ai saggi del Miur. Anche il ministero degli Affari Esteri le aveva affidato numerose attività, fra cui l'apertura di una "web tv" per la «valorizzazione della lingua, della cultura e dell'impresa italiane» oltreconfine. Un progetto condiviso da Interattiva srl e dalla Rai, chiamato "Casa  italiana". Costo stimato, e sottoscritto nel 2008 dall'allora ministro Franco Frattini: due milioni di euro. Risultato: in Rete di Casa Italiana non c'è traccia. Sulla pagina di Interattiva però c'è un altro bel filmato ideato e prodotto dalla rete televisiva della stessa Sbressa (ABCtv) per la "Diplomazia economica" e finanziato sempre dal Mae: una sequenza di immagini e bandiere per promuovere un servizio dedicato a «grandi progetti per rendere l'Italia sempre più competitiva a livello internazionale». Come questo.

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