Il presidente della Repubblica pone il suo interrogativo durante la visita nel carcere di Poggioreale a Napoli. Un tema quello del sovraffollamento delle carceri su cui interviene anche il Guardasigilli: "Prioritario terreno di intervento". Ma nei giorni di tempesta politica il capo dello Stato sembra indicare una via d'uscita.
La richiesta di riflessione avviene in un luogo che è dura realtà, ma anche simbolo. E suona così ancora più efficace. “Pongo al Parlamento un interrogativo: se esso ritenga di prendere in considerazione la necessità di un provvedimento di clemenza, di indulto e di amnistia” dice il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita nel carcere di Poggioreale. Il sovraffollamento delle carceri è un tema che nell’estate scorsa è tornato più volte nell’agenda della politica. Ma nei giorni di tempesta politica, con il Pdl alla perenne caccia del salvacondotto per il leader Silvio Berlusconi - condannato in attesa di decidere tra servizi sociali e domiciliari - tanto da prospettare le dimissioni di massa di tutti i parlamentari e una inevitabile crisi del governo Letta, il capo dello Stato sembra indicare ancora una volta la via per la tanto agognata stabilità politica che ci chiedono Ue, Fmi e i mercati. Che poi il Cavaliere possa beneficiare e in che modo di provvedimenti di clemenza del Parlamento è tutto ancora da capire.
Napolitano ha annunciato un suo intervento alle Camere: “Ho pronto un messaggio al Parlamento sulla situazione delle carceri” e deputati e senatori dovranno tenere conto della richiesta del Quirinale. “Mi auguro che il clima politico sia sufficientemente svelenito perché il mio messaggio alle Camere possa avere un’accoglienza serena e garantire che il Parlamento lavorerà nei prossimi mesi”.
“Non è solo la sentenza di Strasburgo (che ha condannato l’Italia per il trattamento inumano nelle carceri) che noi dobbiamo rispettare; noi dobbiamo rispettare un imperativo umano e morale” ha aggiunto il presidente che ha raccolto gli applausi di detenuti, guardie carcerarie e volontari.
Intanto alla voce del capo dello Stato si aggiunte quella del Guardasigilli. Il sovraffollamento nelle carceri “è una vera e propria emergenza civile, oltre che etica e morale, che ci allontana sempre più inesorabilmente dalla funzione di rieducazione che il costituente ha assegnato alla pena” ribadisce il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, nell’intervento che ha inviato al Congresso straordinario dell’Unione delle camere penali. Per questo il sistema penitenziario rappresenta “un prioritario terreno di intervento” e in particolare “l’eccesso di carcerazione che ancora connota la nostra legislazione”. Bisogna “sempre più far leva sulle misure alternative alla detenzione carceraria, ovviamente senza trascurare le altrettanto forti esigenze di sicurezza”, sostiene il Guardasigilli, che pone tra priorità anche la questione della “durata irragionevole dei processi”.
L’amnistia estingue i reati. L’indulto, di cui l’ex premier ha già beneficiato proprio per la il processo Mediaset (la condanna era a 4 anni, ma 3 sono stati condonati, ndr) cancellerebbe oltre la pena (in parte) anche quella accessoria se dovesse passare uno dei disegni di legge depositati in Senato da Pd-Pdl. Berlusconi, come si sa, è stato condannato all’interdizione dai pubblici uffici, pena che dovrà essere rideterminata dalla corte d’Appello di Milano il 19 ottobre. Quali conseguenze eventuali provvedimenti di clemenza potrebbero avere sulla sua agibilità politica e l’imminente decadenza politica è ancora tutta da capire. Certp è che nelle 206 carceri italiane ci sono quasi 66mila detenuti a fronte di una capienza di 46.945 posti.
“Fa piacere che il presidente della Repubblica chieda finalmente il coraggio al Parlamento per una cosa straordinaria, l’amnistia e l’indulto” dice presidente dell’Unione delle camere penali Valerio Spigarelli che sottolinea la “felice consonanza” con la posizione dei penalisti: “Anche l’avvocatura penale chiede l’amnistia, assieme a riforme strutturali”.
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