Affollata assemblea oggi alla facoltà di
lettere della Sapienza. Il pienone delle occasioni importanti quando in
molti sentono l’esigenza di vedere e sentire direttamente che cosa bolle
in pentola. L’aula I di Lettere è piena, poche le “penne bianche” nel
pubblico, a indicare che nuove generazioni stanno animando i movimenti e
i conflitti sociali nei vari territori.
Poco prima che cominci l’assemblea raccogliamo le
valutazioni di alcuni attivisti che hanno contribuito al percorso che
porterà alla manifestazione nazionale del 19 ottobre. Che aria tira?
Chiediamo cercando di scandagliare a centottanta gradi i molti aspetti
di questa convocazione. “Ci sono compagni da tante città, segno che
l’iniziativa cammina sulle gambe giuste” commenta Luca Fagiano del
Coordinamento di lotta per la casa di Roma. “Adesso si tratta di far
parlare queste lotte verso l’assedio del 19 ottobre, ma si arriva al 19
non per poi tornare indietro ma per rilanciare il conflitto”. Ha l’aria
soddisfatta anche Paolo Di Vetta dei Blocchi Precari Metropolitani che
insieme all’Asia-Usb hanno costruito in tutto il paese una rete di
resistenza e iniziativa sul terreno della lotta per l’abitare. “C’è un
ble clima dentro e fuori da quet’aula. Sul percorso ci stanno tutti. E’
un bel segnale, unitario, inclusivo. Ci sono tutte le condizioni per una
giornata importante”. Ne parliamo poi con Nicoletta Dosio, figura
storica del Movimento No Tav (ed anche tra i fondatori di Ross@).
L’annuncio del suo intervento provocherà un lunghissimo e solidale
applauso di tutta l’assemblea verso la lotta della Val di Susa e dei No
Tav. “Il 19 ci saremo, la lotta contro
Cominciano gli interventi. L’aula ha le finestre
chiuse e il sistema elettrico va in tilt avviluppando in un’afa
micidiale le centinaia di persone presenti. Irene riassume il percorso
che ha portato i movimenti di lotta per il diritto all’abitare a
concepire e convocare la giornata nazionale del 19 ottobre e di come si
sia intersecata con quella del 18 quando è previsto lo sciopero generale
convocato dai sindacati di base e “conflittuali” ci tengono ormai a
precisare un po’ tutti. Sottolinea come da sabato 12 a sabato 19 sia prevista una settimana di mobilitazione su tutti i territori per preparare la manifestazione a Roma.
C’è Alessio del movimento No Muos siciliano, che
ieri sera ha occupato gli uffici del parlamento regionale della Sicilia e
che oggi manifesterà in massa per le strade di Palermo contro “lo
strumento di morte e di guerra per le popolazioni rappresentato dal Muos
di Niscemi”. Anche i No Muos si attiveranno per la settimana di
mobilitazione sui territori dal 12 al 19 ottobre.
Un lungo applauso accoglie l’intervento di Nicoletta Dosio del movimento No Tav. “La Tav
è uno degli aspetti della lotta, insieme possiamo farcela. La
resistenza in Val di Susa non demorde. Saremo a Roma il 19 per l’assedio
ai palazzi del potere e di quel partito trasversale degli appalti e
degli affari. E’ ormai una data anche nostra”.
Intervengono i lavoratori della logistica
protagonisti di un ciclo di lotte e scioperi durissimi in molte città
che hanno protagonisti i facchini dentro un snodo ormai strategico
dell’organizzazione capitalistica del lavoro. Intervengono gli studenti e
i precari che occupano “Degage” , una delle occupazioni di case sorte
con gli tsunami tour dei mesi scorsi nella capitale. Si fa sentire
chiaro e forte anche Abu del movimento migranti e rifugiati. Mette sotto
accusa quel mondo di ong e associazioni no profit che hanno incassato
1,3 miliardi di euro per gestire “l’emergenza nordafrica” ossia l’enorme
flusso di profughi dai paesi coinvolti nelle rivolte o nelle guerre in
Medio Oriente (Libia, Siria etc.). “I migranti ormai sono dentro e sono
parte del conflitto sociale” dice Abu “Saremo in piazza anche il 18
dentro lo sciopero generale insieme ai lavoratori e poi tutti insieme il
19 ottobre, non solo contro questo governo ma contro l’austerità. Siamo
soggetti diversi ma con bisogni comuni”.
E’ poi Pierpaolo Leonardi della Usb a cercare di
spiegare le connessioni tra lo sciopero generale del 18 e la
manifestazione del 19 ottobre: “i soggetti sociali che saranno in piazza
il 18 e il 19 non sempre dialogano, questa volta la sfida è quella di
partire insieme dalla piazza e proseguire insieme. Gli allarmismi sulla
manifestazione? Certo che ci saranno i caschi in piazza, ci saranno
quelli degli operai dell’Ilva o dei Vigili del Fuoco". Leonardi
sottolinea l'improtanza della "staffetta" tra il corteo dei lavoratori e
dei sindacati di base e quello dei movimenti sociali il giorno
successivo: "Ci vediamo tutti in Piazza san Giovanni, lì si arriva e lì
si riparte".
Un attivista milanese resoconto del movimento di
resistenza agli sfratti nella sua metropoli (tre giorni fa hanno
occupato la sede milanese dell’Anci). Sarà poi l’intervento di un
compagno del Collettivo Militant a precisare le distanze e le differenze
con la manifestazione del 12 ottobre “piazzata” appena una settimana di
quella del 19 ottobre dalle forze raccoltesi intorno all’appello di
Rodotà, Landini etc. Una scelta che non è stata decisamente apprezzata.
Militant invita a cogliere i segnali di lotta che vengono dagli altri
paesi europei come Grecia e Spagna ma anche quelli normalizzatori – di
segno completamente diverso - che vengono dai risultati elettorali in
Germania. Anche Miliucci dei Cobas sottolinea la distanza con la
manifestazione del 12 e la necessità di non farsi più “rappresentare” da
qualcuno ma di perseguire la strada dell’autorappresentazione dei
contenuti e dei soggetti sociali che praticano il conflitto.
Giorgio Cremaschi di Ross@, afferma nel suom
intervento che questo è “un segnale di ripresa di iniziativa che non era
scontato, soprattutto in una fase in cui vogliono cancellare tutto ciò
che non è compatibile con il palazzo”. “Siamo tutti No Tav – dice
Cremaschi – perché in Val di Susa è in corso un esperimento bipartizan
nella cancellazione dei diritti civili e sociali. Alfano è andato lì per
legittimare la repressione”. Anche Cremaschi è severo verso la
manifestazione convocata il 12: “La difesa della Costituzione è
innanzitutto lotta contro la dittatura dei trattati europei che l’hanno
già stravolta ma anche – e qui ha rimediato un applauso – per le
responsabilità del peggior presidente della repubblica, Giorgio
Napolitano”. Ross@ sarà presente nella settimana di mobilitazione dal 12
al 19 ottobre e nelle manifestazioni convocate per il 18 e 19. “Sono
segnali importanti, perché dobbiamo ammetterlo siamo stati fermi un
anno, l’ultima grande manifestazione di opposizione è stata quel 27
ottobre dello scorso, il No Monti Day”.
Si susseguono diversi interventi, ma toccherà ad
Andrea del Centro sociale Askatasuna di Torino a fare il punto sulle
caratteristiche della manifestazione del 19 ottobre. “Dalla Val di Susa e
da Torino verrà giù la gente che sta lottando: uomini, donne, anziani,
bambini, in molte cose simili a quelli che stanno occupando le case o
opponendosi agli sfratti”, il corteo dunque dovrà tenere conto di questa
composizione sociale e dei suoi obiettivi. Detto da chi sta facendo la
resistenza in Val di Susa o nella metropoli torinese è importante, ed è
importante chi chiunque ne tenga ben conto.
Una assemblea ricca dunque con molte realtà di
lotta e conflitti che hanno preso una parola, ma anche con un limite che
va evidenziato. Molti hanno raccontato cosa stanno facendo sul piano
della lotta e quali sono i loro nemici di classe che trovano sul campo:
gli affaristi della Tav, gli speculatori immobiliari, il sistema
“grigio” delle cooperative ma, pochi o nessuno hanno indicato il nemico
nella sua complessità e nella sua unitarietà di interessi, il contesto
in cui si colloca la manifestazione del 19 o lo sciopero generale del 18
ottobre (se ci sarà o non ci sarà il governo non sarà un dettaglio).
C’è ancora una bella discussione da fare nelle prossime settimane e nei
prossimi mesi, ma l’impressione generale è positiva, soprattutto perché
si intende partire “insieme” e proseguire “insieme” come hanno segnalato
molti interventi. La strada della ricomposizione politica e di classe è
ardua e complicata ma va perseguita con grande determinazione e
maturità.
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