sabato 28 settembre 2013

LA DECISIONE NELLA NOTTE. Siria, sì unanime dell'Onu per distruggere le armi chimiche entro il 2014.


Approvata la risoluzione. Ban Ki-moon: «Voto storico». Accordo per conferenza di pace a Ginevra per metà novembre.

corriere.it
John Kerry all'Onu vota per approvare la risoluzione (Ap)Via libera dell'Onu alla rimozione dell'arsenale chimico in Siria. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha adottato all'unanimità la risoluzione sulla distruzione delle armi chimiche in Siria, votando nella notte tra venerdì e sabato. I Quindici convocati hanno esaminato il testo - presentato congiuntamente da Stati Uniti e Russia - e nella notte lo hanno approvato. «Un voto storico» ha affermato il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon aggiungendo che gli esperti dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) arriveranno in Siria martedì per le prime operazioni. Il rispetto dei dettami dell'Opac e del Consiglio di sicurezza Onu verrà verificato su base regolare dopo i primi 30 giorni dall'adozione della risoluzione e quindi ogni 30 giorni.«Il successo della missione degli esperti per la distruzione delle armi chimiche in Siria dipende dal fatto che le autorità di Damasco rispettino pienamente gli impegni e garantiscano la sicurezza del personale Opac e Onu», ha aggiunto il segretario generale della Nazioni unite, ribadendo che tutte le parti devono cooperare. Lo smantellamento dell'arsenale siriano dovrebbe concludersi «entro la prima metà del 2014», secondo il comitato esecutivo dell'Opac, riunito all'Aja in presenza di una delegazione siriana. E così, arrivano anche i primi soldi per l'operazione. «La Gran Bretagna finanzierà un contributo iniziale di tre milioni di dollari all'Opac», ha detto il ministro degli Esteri britannico William Hague dopo il voto Onu.

VITTORIA STORICA - Per quanto riguarda la bozza di risoluzione proposta, arrivata dopo una maratona negoziale, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov aveva affermato: «Abbiamo trovato l'accordo con gli Usa». E l'accordo era stato definito una grande vittoria per la comunità internazionale dal presidente americano Barack Obama. Adesso, il passo avanti: il voto favorevole dell'Onu allo smantellamento, che il segretario di Stato americano John Kerry ha commentato con toni decisi: «Questa sera, per la prima volta - ha detto Kerry -, abbiamo dichiarato con una sola voce che l'uso delle armi chimiche è una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale, in ogni caso, tempo e luogo queste armi vengano utilizzate» USO DELLA FORZA NON AUTOMATICO - La bozza di risoluzione non è sotto l'ombrello del Capitolo 7 della carta Onu, che prevede l'uso della forza. Il documento prevede, in caso di inadempienza con i dettami della risoluzione, incluso l'uso di armi chimiche, il riferimento a misure di cui al Capitolo 7. Ovvero che ci dovrà essere una nuova risoluzione. Il progetto, che si articola in 22 paragrafi, «condanna nei termini più forti» qualsiasi uso di armi chimiche in Siria, e in particolare l'attacco del 21 agosto scorso. «L'uso di armi chimiche - si legge - costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale». Il documento decide quindi che la Siria non può usare, produrre, acquistare o trasferire alcun tipo di arma chimica e sottolinea che questo vale per tutte le parti nel Paese mediorientale. Riafferma altresì che gli Stati membri dell'Onu si devono astenere dal fornire qualsiasi sostegno a chi tenti di produrre o trasferire tali armi. Tra i punti cardine del testo, si sostiene la decisione dell'Opac del 20 settembre che contiene le procedure sul disarmo chimico, si decide che Damasco deve rispettare tale decisione, e cooperare pienamente con l'organizzazione dell'Aja. Il rispetto dei dettami dell'Opac e del Consiglio di Sicurezza verrà verificato su «base regolare» dopo i primi 30 giorni dall'adozione della risoluzione e quindi ogni 30 giorni.
«DOCUMENTO VINCOLANTE» - Usa e Cina concordano sulla necessità che documento sia vincolante. Mosca ha fatto sapere che la Russia è pronta a contribuire al controllo dei siti di armi chimiche siriani, quando il presidente Bashar al Assad distruggerà gli arsenali chimici e le fabbriche dove si producono. Allo stesso tempo, Assad, in un'intervista a una tv venezuelana, ha detto di ritenere che «le possibilità di un'offensiva militare (degli Usa) sono sempre presenti», ma ha anche confermato che il suo governo intende rispettare l'impegno di distruggere le sue armi chimiche. «La Siria è impegnata a rispettare tutti gli accordi che ha firmato», ha detto.
LA CONFERENZA DI PACE A NOVEMBRE - Riguardo alla conferenza di pace sulla Siria, la cosiddetta «Ginevra 2», Ban Ki-moon ha dichiarato che punta a organizzarla per la metà di novembre. La prospettiva di portare attorno a un tavolo i protagonisti del conflitto siriano, che in due anni e mezzo ha causato oltre 100 mila morti e milioni di profughi e sfollati, è però ulteriormente complicate dalla frammentazione dell'opposizione al regime di Assad. Il problema dei profughi e della loro assistenza sanitaria non è stato sottovalutato: in un incontro sponsorizzato da Unione Europea e Giordania sono stati raccolti impegni per quasi 900 milioni di dollari per gli aiuti.
AUTOBOMBA A RAKUS, ALMENO 20 MORTI - Nel frattempo in Siria si continua a combattere. E un'autobomba a Rankus, 30 km a nord di Damasco, venerdì ha causato almeno 20 vittime, e ferito altre 30 persone, secondo quanto denuncia l'Osservatorio siriano per i Diritti umani. Altri attivisti parlano, invece, di 37 vittime e oltre 100 feriti, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters. L'esplosione è avvenuta all'uscita di una moschea dopo la preghiera.

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