domenica 29 settembre 2013

Papa: "Mai adagiarsi ad avere, si diventa nullità". A San Pietro la messa per i catechisti

Papa: "Mai adagiarsi ad avere, si diventa nullità". A San Pietro la messa per i catechisti
 
Nell'omelia cita il profeta Geremia: "Noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, non delle cose, non degli idoli"
 
CITTA' DEL VATICANO - Papa Francesco torna a ripeterlo. Benessere, possedere, denaro. Sono il primo passo verso il niente. "Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso nullità", ha sottolineato papa Francesco, citando il profeta Geremia, nella messa per la Giornata dei Catechisti, mettendo in guardia contro "il rischio di adagiarsi, della comodità, della mondanità nella vita e nel cuore, di avere come centro il nostro benessere". "Se le cose, il denaro, la mondanità diventano centro della vita ci afferrano, ci possiedono e noi perdiamo la nostra stessa identità di uomini", ha detto il Pontefice.

"Se perdiamo la memoria di Dio - ha detto ancora Bergoglio -, anche noi stessi perdiamo consistenza, anche noi ci svuotiamo, perdiamo il nostro volto come il ricco del Vangelo!". "Chi corre dietro al nulla diventa lui stesso nullità - dice un altro grande profeta, Geremia. Noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, non delle cose, non degli idoli!", ha aggiunto.

In piazza S. Pietro Bergoglio ha celebrato la messa con i catechisti di tutto il mondo che hanno compiuto un pellegrinaggio a Roma in occasione dell'Anno della Fede. All'inizio del rito erano presenti circa 40 mila persone. Il pensiero del Papa è stato anche verso il conflitto in Siria, e lo ha fatto, prima della recita dell'Angelus in piazza San Pietro, rivolgendo "un saluto particolare" al patriarca greco ortodosso di Antiochia Youhanna X, che ha chiamato "mio fratello". "La sua presenza - ha detto - ci invita a pregare ancora una volta per la pace in Siria e nel Medio Oriente". Francesco ha abbracciato il patriarca, che aveva già incontrato nei giorni scorsi, e che è il fratello di uno dei due vescovi ortodossi rapiti in Siria.

Poi si è rivolto ai catechisti. Che sono cristiani che "custodiscono e alimentano la memoria di Dio", che "la custodiscono in loro stessi e la sanno risvegliare negli altri": il catechista "mette questa memoria al servizio dell'annuncio. Non per farsi vedere, non per parlare di sé, ma per parlare di Dio, del suo amore, della sua fedeltà".

"E' impegnativo questo! Impegna tutta la vita!", ha esclamato il Pontefice. "Il catechista - ha proseguito - è uomo della memoria di Dio se ha un costante, vitale rapporto con Lui e con il prossimo; se è uomo di fede, che si fida veramente di Dio e pone in Lui la sua sicurezza; se è uomo di carità, di amore, che vede tutti come fratelli; se è uomo di 'hypomoné', di pazienza e perseveranza, che sa affrontare le difficoltà, le prove, gli insuccessi, con serenità e speranza nel Signore; se è uomo mite, capace di comprensione e di misericordia".

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