Roma. Discarica di Falcognana, Orlando firmerà il decreto Brunetta all'attacco: «E' un imbroglio».
Il ministro difende la scelta della discarica
ilmessaggero.it mauro evangelisti
ROMA - Entro una decina di giorni il ministro dell’Ambiente,
Andrea Orlando, firmerà il decreto per consentire di portare una piccola parte dei
rifiuti già trattati (circa il 20 per cento) nella discarica della Falcognana.
Solo dopo il commissario per l’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, potrà
avviare le procedure per siglare un accordo con la Ecofer Ambiente,
proprietaria dell’impianto. In linea teorica, si potrebbe fare in tempo a
portare le prime 300 tonnellate di rifiuti già il primo ottobre, ma visto che
siamo già a metà settembre è più probabile che l’avvio dei rifiuti nella nuova
discarica non coincida con la chiusura di Malagrotta, prevista per il primo
ottobre.
Per evitare proroghe, si
conta sulla gara a inviti per trasportare i rifiuti in altre regioni che sta
portando avanti l’Ama. Solo che anche in questo caso i tempi sono molto
stretti: le buste saranno aperte il 18 settembre, ci saranno dunque solo
tredici giorni per assegnare il servizio (probabilmente a più di un’azienda) e
organizzare i viaggi dei camion.
C’è un altro provvedimento del ministro Orlando a rappresentare
una scialuppa per Roma: il 19 agosto ha firmato un decreto in base al
quale si possono portare i rifiuti in altre regioni senza che vi sia
l’assenso delle amministrazioni locali.
LA TORTA
Ormai sia Regione che Comune ripetono che non ci sarà proroga per
Malagrotta. C’è però un problema: questo scenario tiene conto solo degli
scarti dei Tmb (impianti di trattamento meccanico biologico) di Ama.
Una fetta più consistente esce da quelli del privato, di Manlio Cerroni,
che organizzerà autonomamente il trasferimento dei «suoi» rifiuti fuori
dal Lazio. Secondo un calcolo svolto da Massimiliano Iervolino, dei
Radicali, che ha attinto ai dati diffusi dallo stesso Cerroni in una
lettera alle istituzioni, stiamo parlando di circa 1.200 tonnellate al
giorno. Cerroni ha già fatto sapere che esistono ancora volumetrie
disponibili a Malagrotta. Questo lo scenario. Una cosa è certa: su
Falcognana il Governo, il Comune e la Regione vanno avanti. Ieri il
ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, ha risposto a un’interrogazione
del presidente dei deputati del Pdl, Renato Brunetta (proprietario di
una villa non lontano dalla discarica autorizzata nel 2003 a ricevere
rifiuti pericolosi): «La conversione del sito per accogliere rifiuti
urbani già trattati è poco onerosa in termini di minore impatto
ambientale ed essendo stata allestita per lo smaltimento di rifiuti
pericolosi presenta un livello di tutela superiore. A Falcognana possono
essere conferiti 1,5 milioni di metri cubi di rifiuti, numeri che
consentirebbero un utilizzo stimato della discarica per circa due anni.
Non serve aumentare nè la volumetria nè la capacità della discarica».
Orlando ha ribadito che le verifiche della finanza su Ecofer hanno dato
un esisto confortante, perché non ci sono pericoli di infiltrazioni
della malavita organizzata. «Il sito di Falcognana è una soluzione
immediata, ma comunque temporanea. I camion non passeranno davanti al
Divino Amore, seguiranno un percorso differente».
LA PROTESTA
Brunetta ha replicato con durezza ad Orlando, ha ricordato che i due
soci di Ecofer hanno alcune condanne penali e ha chiesto l’intervento
del ministro Cancellieri: «Un imbroglio. È stata presa una decisione in
totale opacità, senza alcun coinvolgimento delle popolazioni, delle
istituzioni». Il paradosso è che il commissariamento fu chiesta dal
governatore del Lazio, Renata Polverini (fedelissima di Berlusconi).
Sull’Ardeatina intanto continua la protesta: martedì pomeriggio nuovo
corteo dalla Falcognana fino al Divino Amore. E il «Coordinamento no
Discariche No Inceneritori Municipio IX e Pomezia» condanna «fermamente
l'atteggiamento del ministro Orlando».
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