domenica 1 settembre 2013

Per l'acqua aumenti da rimborsare. La sentenza del Consiglio di Stato.


Saranno restituiti ai cittadini i maggiori esborsi pagati nelle bollette dell'acqua dal 21 luglio 2011 al 31 dicembre dello stesso anno.



ROMA - Saranno restituiti ai cittadini i maggiori esborsi da loro pagati nelle bollette dell'acqua dal 21 luglio 2011 al 31 dicembre dello stesso anno, cioè dopo il referendum del giugno 2011 che abrogò la remunerazione del 7% del capitale investito e prima dell'applicazione del nuovo regolamento che vale dal primo gennaio 2012. È questa la conseguenza del parere che il Consiglio di Stato ha reso all'Autorità per l'energia in merito agli effetti pratici del referendum in quel periodo in cui alcune norme erano state abrogate e le nuove non erano ancora in vigore.
Il Consiglio di Stato ha deciso che le bollette dell'acqua relative a quei sei mesi successivi al referendum «non sono coerenti» col quadro normativo uscito dalla consultazione, in particolare a essere «in contrasto» con il referendum è il criterio dell'«adeguatezza della remunerazione dell'investimento». Lo stesso organo giurisdizionale ha anche deciso che sia l'Autorità per l'energia a decidere il criterio per restituire ai cittadini quel 7% di remunerazione del capitale pagato in più.

E l'Autorità ha già deliberato: l'ha fatto ieri pomeriggio con una decisione, che probabilmente sarà pubblicata oggi, e che porta il titolo di «Avvio di procedimento per la restituzione agli utenti finali della componente tariffaria del servizio idrico, relativa alla remunerazione del capitale per il servizio idrico integrato, abrogata in esito al referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011, con riferimento al periodo 21 luglio 2011-31 dicembre 2011, non coperto dal metodo tariffario transitorio».
L'Autorità ha scartato il metodo del conguaglio in bolletta e ha scelto quello della restituzione secca: saranno ora i gestori, in base alla decisione emessa, a rendere quello che hanno percepito ingiustamente, senza compensarlo in bolletta. Tutto ciò per il periodo che finisce il 31 dicembre 2011. Ma c'è dell'altro. Come abbiamo detto l'Autorità dal 2012 è stata ritenuta competente a emanare il nuovo regolamento tariffario che doveva tener conto dell'abrogazione della remunerazione del 7% del capitale. Quel regolamento è stato emanato pochi giorni fa e vale a decorrere dal gennaio 2012.
Cosa succederà ora? Che l'Autorità dovrà vagliare una per una le tariffe applicate dai 3 mila gestori dal 2012 e fino all'emanazione delle nuove regole, e verificare la loro congruenza al novello regolamento. Nel caso di discrepanze, le aziende idriche dovranno restituire la differenza, ma in questo caso sotto forma di conguaglio in bolletta. Ma per il Forum italiano dei movimenti per l'acqua, che ha guidato la carica del referendum abrogativo, la questione non sta in questi termini. Il nuovo regolamento dell'Autorità non va bene perché «la remunerazione del capitale investito viene reintrodotta sotto mentite spoglie». Secondo il Forum dunque la restituzione del 7% non va operata soltanto sulle bollette comprese tra il 21 luglio 2011 e il dicembre dello stesso anno, ma anche per le bollette che partono dal 2012 e arrivano all'emanazione del nuovo regolamento. Intanto il Forum esulta e considera la pronuncia del Consiglio di Stato una propria vittoria: «I gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette».

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