Sanità al collasso.La bomba sta per esplodere. E questa volta non si scherza. Mentre si allarga il numero dei lavoratori che salgono sui tetti per protestare contro il mancato pagamento delle mensilità (ultimo caso ieri a Montecompatri, in provincia di Roma) il ministro Balduzzi è pronto, con le forbici in mano, all’ennesima strage di posti letto. Senza contare che tra gli interventi immediati ha proposto l’ennesimo aumento dei ticket. Il decreto con i criteri per individuare le regioni di riferimento per i costi standard in sanità sarà in Consiglio dei ministri la prossima settimana o comunque entro Natale. Un meccanismo infernale che agisce come un frullatore comparando bilanci di gestioni tra loro incomparabili per storia e struttura. Le regioni tentano di correre ai ripari promuovendo per il 16 dicembre una conferenza straordinaria. La situazione è drammatica perché da una parte ci sono i lavoratori senza stipendio e, dall’altra, il drastico taglio delle prestazioni e l’aumento dei costi a carico dei cittadini. In alcuni casi, come denuncia la Federconsumatori, si sta arrivando alla vera e propria negazione dei servizi: visite posticipate, liste di attesa interminabili e difficolta' nell'accesso alle cure. E’ inquietante come di fronte agli effetti della Spending review e dell’applicazione del Titolo V l’unico strumento usato è quello dei tagli lineari. Questo sta portando ad alcuni paradossi come l’azzeramento di alcune eccellenze (reparti oncologici) e, dall’altro, all’aumento degli sprechi attraverso l’appalto esterno (dialisi).
Negli ultimi 5 anni i tagli alle risorse al Servizio sanitario nazionale sono arrivati alla cifra intollerabile di 34 miliardi e 928 milioni di euro.
Nel Lazio i numeri sono quelli di un vero e proprio disastro: duemila letti da tagliare, quattro ospedali da chiudere, almeno 1500 licenziamenti annunciati. Anche qui una delle ultime proteste, quella dei lavoratori dell’Idi che non ricevevano la busta paga da mesi, ha riguardato uno dei poli d’eccellenza a livello europeo per quanto riguarda la dermatologia. Le cause della debacle sono molteplici, tra cui un uso clientelare delle nomine dei primari (1.600). Ma quello che sta accadendo è che la “cura” saranno i tagli indiscriminati nell’urgenza di rimettere in piedi bilanci da coma profondo. Nel resto d’Italia la situazione non è certo migliore dai migliaia di esuberi in Lombardia al taglio dei interventi non urgenti in Toscana, dai debiti della Campania alla minaccia di chiusura dell’ ospedale Valdese in Piemonte (oncologia).
Infine, il 12 dicembre ci sarà lo sciopero nazionale, per l’intera giornata, dei lavoratori della sanità privata. E' stato proclamato dal sindacato Fp Cgil per la difesa dei posti di lavoro, il rinnovo di tutti i contratti nazionali, la difesa della qualità dei servizi a tutela della salute dei cittadini e contro i tagli alla sanità. Dopo lo sciopero nazionale del 12 dicembre, è in programma una seconda giornata di lotta con manifestazione nazionale a Roma a gennaio 2013.
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