sabato 29 dicembre 2012

Monti: mi candido a premier con mia agenda per l'Italia


La formazione si presentera' con una unica lista in Senato e piu' liste alla Camera

Mario MontiMario Monti si candida alla premiership del Paese, dando vita ad una coalizione politica con "vocazione maggioritaria" composta da una 'sua' lista elettorale rivolta principalmente alla societa' civile alleata con partiti politici tradizionali, come Udc e Fli. Al voto, la formazione si presentera' con una unica lista in Senato e piu' liste alla Camera, ma con un denominatore comune nello slogan "Agenda Monti per l'Italia".
Alla fine il professore rompe gli indugi, chiarendo definitivamente che non solo sara' in campo nelle elezione di fine febbraio, ma ci sara' da leader di uno schieramento che non punta a collocarsi al centro dello schieramento, ma mira dritto alla societa' civile e ai tanti delusi dalla politica che vogliono riformare l'Italia.
L'annuncio arriva al termine di un vertice fiume con centristi e 'montiani' che sostengono la sua Agenda. Riunione che, secondo un partecipante, si e' svolta nel convento delle suore di Sion, fra Trastevere e Monteverde. Nel corso della quale, nonostante il pressing di quanti volevano una sola lista anche a Montecitorio, il premier decide di optare per liste separate a Montecitorio.

I motivi sono principalmente tre : non vuole 'contaminare' troppo la sua offerta politica; la legge elettorale consiglia di restare separati alla Camera (al Senato
la scelta e' obbligata); infine, la par condicio limiterebbe troppo gli spazi tv.

Terminato il vertice, Monti a sorpresa convoca una conferenza stampa in Senato: e' chiaro che non intende attendere ne' il discorso di Capodanno del capo dello Stato; ne' nuovi sondaggi. Il dado e tratto e ormai deve annunciarlo al Paese. Spiega che "l'emergenza non e' finita" perche' nonostante il "seme" posto in quest'anno di governo, "moltissimo resta" da fare, soprattutto per la crescita e l'occupazione. Il suo
impegno politico, precisa subito, non e' rivolto solo al "centro", ne' vuole "inserirsi fra destra e sinistra".

Semmai punta a "rompere barriere e confini" per "introdurre nuovi criteri di aggregazione" politica. Monti si colloca sopra le parti, nel senso che punta a chiunque sia "disposto a impegnarsi per le riforme", vincendo le resistenze di "corporazioni, lobby e forme arcaiche di sindacalismo". Un'operazione di "rinnovamento" della politica, ci tiene a sottolineare, che rifiuti "promesse elettorali vacue e populismo".

L'elettorato a cui si rivolge e' quello di chi abbia voglia di cambiamento e non sia rappresentato da nessun partito. In una parola i potenziali astenuti. Una platea molto
vasta. E non a caso ammette candidamente di avere una "vocazione maggioritaria". E in caso arrivasse secondo? "Credo che potremo avere risultati significativi", risponde,
aggiungendo un britannico "Wait and see'...".

Il suo, precisa pero', non e' un partito perche' non e' "l'uomo della provvidenza". Semmai una "formazione politica", un "rassemblement" di diverse forze, unite da uno
"statuto" e "standard" esigenti e molto rigidi. Perche', chiarisce a scanso di equivoci, sara' lui a "vigilare" sulle candidature, anche delle liste alleate. Con l'aiuto di Enrico
Bondi che valutera' pendenze penali e eventuali "conflitti d'interesse". Un punto su cui Monti insiste molto, e nel farlo sottolinea che "anche il presidente Casini" ha accolto le sue condizioni. E non e' un caso che citi proprio l'Udc.

In cambio del via libera a questi rigidi criteri di "governance", spiega, ha accettato di "essere capo della coalizione". Precisa che non rinuncera' al seggio di senatore a
vita, perche' e' un "onore" concessogli dal presidente Napolitano, ma soprattutto perche' ritiene che la "legittimazione popolare" della sua agenda sia molto "piu'
significativa" dell'elezione in un collegio.

Respinge le accuse del Pdl, sottolineando che tanti presidenti del Consiglio prima
di lui hanno fatto campagna elettorale. E fa capire che sara' piu' in televisione che nei comizi. Infine, pur dicendosi "grato" per il sostegno del Vaticano, ci tiene a sottolineare che "la nuova formazione politica unisce credenti e non credenti" e che e' "molto importante rispettare la liberta' di coscienza" individuale su certi temi.

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