Dopo un malore nella notte, il leader radicale ha accettato di sottoporsi alla terapia in vena. A preoccupare sono soprattutto le sue condizioni renali, compromesse da nove giorni di sciopero della fame e della sete.
Dopo un malore nella notte, Marco Pannella ha accettato una terapia endovenosa per la reidratazione. Ad annunciarlo lo stesso leader da Radio Radicale. Pannella si trova ricoverato da alcuni giorni in una clinica romana per le conseguenze dovute allo sciopero della sete attuato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema del sovraffollamento delle carceri. Pannella, spiegano a Radio Radicale, non ha bevuto ma accettato la terapia.”Il problema è semplice – ha spiegato il leader – ho detto, ho giurato che se uno di quelli che ho evocato, un Vasco Rossi, avesse ritenuto di poter annunciare ‘mi candido per la battaglia per l’amnistia, la giustizia, la libertà, per uscire dalla infamante condizione di flagranza criminale dello Stato italiano, una campagna lanciata dal Natale 2005, dalla Santa Pasqua del 2006, dal 25 aprile scorso anno, da battaglie comuni, ho giurato che se uno di questi darà corpo a questa lista avrei bevuto. Questa cosa formale non c’è stata”.
Pannella ha avuto un mancamento ieri sera, al suo rientro in clinica dopo aver partecipato alla trasmissione RadioCarcere, ieri sera a Radio Radicale. Il professor Claudio Santini, in diretta sulla stessa emittente questa mattina, ha informato che Pannella ha accettato la terapia. “Abbiamo appena cominciato una terapia endovenosa – ha affermato il medico – con una soluzione di acqua e zucchero. Abbiamo appena iniziato a reidratare Pannella. Vediamo l’esito, che non è scontato, di questa terapia. Si tratta di vedere se attraverso l’idratazione riprende la diuresi, e quindi il recupero della funzione renale”.
Ieri, neanche la visita di Mario Monti era bastata a interrompere lo sciopero della fame e della sete contro la condizione dei detenuti nelle carceri. Il leader dei Radicali, che non mangia e non beve da nove giorni, aveva ringraziato il premier, ma era rimasto fermo sulle sue posizioni. Per il secondo giorno consecutivo Pannella aveva lasciato la clinica contro il parere dei medici, questa volta per intervenire a Radio Radicale: “Non accetto il ricatto di chi dice ‘molla’. Molla cosa? Per vivere io? Certo che voglio vivere, ma cosa mollo? Cinque, dieci milioni di processi? Non dipende da me… Se io bevo non siete più preoccupati, l’Italia è preoccupata se bevo o non bevo? Ma vi rendete conto? Vi pare possibile che si stia trepidando per la mia vita quando ci sono migliaia di vite torturate?”.
All’uscita dalla clinica, Monti ha affermato di aver trovato Pannella “lucido e intellettualmente combattivo“. Il premier e il leader dei Radicali hanno parlato di legalità, giustizia e della situazione carceraria, in Italia e in Europa. Pannella ha esposto le ragioni e gli obiettivi della sua azione, mirata ad ottenere l’amnistia e il voto ai detenuti, e Monti – fa sapere Palazzo Chigi in una nota – dall’incontro “ha tratto spunti che si ripromette di approfondire”.
Le condizioni dell’ottantaduenne leader radicale sono giudicate “preoccupanti” dai medici che lo stanno assistendo. Nell’ultimo bollettino medico di ieri si leggeva che ”si sta ormai assistendo allo sviluppo del previsto danno renale. La ripresa dell’idratazione e di un apporto calorico adeguato – ribadiscono i medici – non sono più procrastinabili e il rischio di conseguenze irreparabili è sempre più consistente. Si ribadisce tutto questo all’onorevole Pannella, che tuttavia conferma il rifiuto delle prescrizioni terapeutiche reidratanti”. Nel pomeriggio di lunedì Pannella aveva abbandonato il ricovero per un paio di ore, facendovi rientro su invito dell’equipe medica per scongiurare conseguenze dal punto di vista clinico.
Sulla battaglia civile portata avanti nell’ultima settimana da Pannella è intervenuto stamane anche Adriano Celentano che su twitter ha scritto: ”Possibile che si debba rischiare la vita fino a questo punto per avere giustizia!”. E’ giunta inoltre anche la solidarietà dell’ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti: “Marco Pannella sta testimoniando,con la sua civile e drammatica testimonianza, l’intollerabilità di una situazione di illegalità e di inumanità. Non ho titoli per rivolgere appelli a chi che sia – ha affermato l’ex segretario di Rifondazione comunista – ma penso sia indispensabile che tutte le autorità istituzionali che possono, Presidente della Repubblica, Parlamento, presidente del Consiglio e Governo, debbano prendere l’iniziativa per accogliere la domanda che vive nella nobile testimonianza di Marco Pannella”.
Tra le tante personalità che hanno provato a incontrare o che hanno espresso la loro vicinanza a Pannella, ieri è stata la volta anche del ministro della Giustizia Paola Severino, la quale si è recata nella clinica romana Nostra Signora della Mercede dove è ricoverato il leader dei Radicali, non potendolo però incontrare su divieto dei medici. Solidarietà è stata espressa anche dai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, nonché dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani che in una nota ha sottolineato come “la sua testimonianza richiama le forze politiche all’evidente violazione dell’articolo 27 della Costituzione, che indica la finalità riabilitativa del carcere e vieta l’applicazione di pene disumane”.
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