Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa dovranno pagare una multa di un milione ciascuno. Confiscati 88 milioni di euro. Pene fino a 8 mesi inflitte a 9 manager. Assolto il direttore generale di Palazzo Marino all'epoca della giunta Albertini. Il pm Robledo: "Sentenza storica". Era un processo "pilota" a livello internazionale. Ma l'ente di Pisapia era uscito dal procedimento a febbraio con una transazione.
Il tribunale di Milano ha condannato 4 banche accusate di una truffa sui derivati ai danni del Comune di Milano. Il giudice Oscar Magi ha condannato a una pena pecuniaria di un milione di euro ciascuno Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa Bank. La sentenza ha anche disposto la confisca di 88 milioni di euro ai quattro istituti di credito. I fatti contestati risalgono al 2005. Magi ha condannato 9 imputati tra manager o ex a pene comprese tra i sei mesi e gli otto mesi e 15 giorni, e ne ha assolti quattro, come richiesto dall’accusa.
I condannati sono Marco Santarcangelo e Antonia Creanza (8 mesi e 15 giorni di carcere e 90 euro di multa ciascuno), Tommaso Zibordi (7 mesi e 15 giorni e 80 euro di multa), Gaetano Bassolino (7 mesi e 70 euro di multa), Carlo Arosio, William Francis Marrone, Fulvio Molvetti e Matteo Stassano (6 mesi e 15 giorni di reclusione e 60 euro di multa), Alessandro Foti (6 mesi e 50 euro di multa). Tra gli imputati assolti due funzionari delle banche, Simone Rondelli (JP Morgan) e Francesco Rossi Ferrini (JP Morgan), e Mario Mauri e Giorgio Porta, rispettivamente all’epoca dei fatti consulente e dirigente del Comune sotto la giunta Albertini. Gli istituti sono stati condannati per la violazione della legge 231 del 2001, quella che dispone la responsabilità amministrativa delle aziende per reati commessi dai propri dipendenti. Si conclude così uno dei primi processi a livello internazionale con al centro i derivati. In caso di condanne e assoluzioni il giudice ha accolto le richieste della stessa Procura.
Secondo la Procura, il Comune di Milano sarebbe stato raggirato dalle quattro banche che avrebbero fornito cattive informazioni all’amministrazione comunale in relazione ai contratti stipulati. L’oggetto del processo è uno swap trentennale stipulato nel 2005 su un bond bullet da 1,68 miliardi di euro con scadenza nel 2035. In ogni caso l’ente guidato da Giuliano Pisapia resta fuori da questo procedimento dopo l’accordo transattivo raggiunto lo scorso febbraio in sede civile che, oltre alla parte economica, prevedeva la revoca della costituzione come parte civile nel procedimento penale.
Una perizia disposta dal giudice Magi aveva stabilito, lo scorso maggio, che le banche, in sostanza, avrebbero male informato il Comune, il quale però avrebbe avuto fretta di concludere l’operazione. Il pm nella sua requisitoria aveva parlato di “aggressione alla comunità per l’opacità dell’operazione”. Lo scorso 21 marzo, invece, il giudice aveva deciso il dissequestro di 108 milioni di euro, sequestrati alle banche in fase di indagini, anche sulla base dell’accordo transattivo raggiunto nei mesi scorsi tra Comune e istituti di credito che porterà nelle casse dell’amministrazione oltre 400 milioni di euro nel giro di alcuni anni. Unica parte civile è l’associazione dei consumatori Adusbef che riceverà 50 milioni di risarcimento.
Il giudice Oscar Magi ha trasmesso alla procura gli atti del processo sui derivati in relazione alla posizione di Angela Casiraghi, ex dirigente a capo del settore finanza del comune di Milano, “in ordine al reato di falsa testimonianza”. La donna condusse le trattative per conto di palazzo Marino con le banche. La Casiraghi era stata sentita sia in fase di indagini che nel corso del processo e la presunta falsa testimonianza farebbe riferimento ad alcune sue affermazioni rese da teste nel dibattimento.
Il procuratore Robledo parla di “sentenza storica, perché è stato riconosciuto il principio fondamentale che ci deve essere trasparenza da parte delle banche nel contrattare con la pubblica amministrazione”. ”Deutsche Bank rimane convinta di avere agito correttamente, come pure i suoi dipendenti. La banca intende, quindi, ricorrere in appello confidando in una risoluzione positiva del processo”. E’ quanto fa sapere l’istituto di credito in una nota diffusa dopo la lettura del dispositivo. Dello stesso avviso anche Ubs e Jp. Sul processo, in ogni caso, incombe anche il rischio prescrizione, “tagliola” che, per la prima parte delle operazioni, potrebbe scattare già da metà gennaio prossimo.
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