lunedì 31 dicembre 2012

Negli ospedali medici senza contratto "Stanotte non possiamo lavorare"

Cresce la preoccupazione nelle strutture della sanità pubblica di Roma e del Lazio. Il decreto firmato dal commissario Bondi ancora non è arrivato. Al policlinico Umberto I, chirurghi, anestesisti e ortopedici non sanno se devono prendere servizio proprio durante il Capodanno. I sindacati sul piede di guerra.

repubblica.it di VALERIA FORGNONE Nell'incertezza fino all'ultimo. Più di 3400 precari, tra chirurghi, anestesisti, ortopedici di Roma e del Lazio non conoscono il destino del loro posto di lavoro. La proroga del loro contratto che scade stanotte, non è ancora arrivata nelle varie strutture sanitarie pubbliche dove si attende il decreto firmato lo scorso 29 dicembre dal commissario straordinario alla Sanità del Lazio, Enrico Bondi, che proroga i precari con contratto subordinato a tempo determinato e con incarico di collaborazione, in coerenza con la legge di stabilità approvata dal Parlamento. E tra i medici cresce l'apprensione. Il direttore del Dea del policlinico Umberto I, Claudio Modini, è stato rassicurato dall'amministrazione dell'ospedale che la Regione sta per inviare i contratti ma nelle strutture sanitarie non è arrivato nulla. "Se non firmiamo i nostri contratti non possiamo lavorare", spiegano i medici del reparto d'emergenza del policlinico. Insomma: nessuna copertura assicurativa, niente turni e niente assistenza medica proprio nella notte di Capodanno quando il rischio incidenti è altissimo.
"Il problema potrebbe diventare molto serio - spiega Modini - Il direttore amministrativo, Marta Branca, mi ha accertato che tutti i contratti dei dipendenti del Dea sono stati rinnovati ma manca il decreto del commissario Bondi. C'è tensione fino all'ultimo. In tutto il policlinico sono 400 i precari che attendono notizie sul loro futuro, un centinaio fanno parte del reparto d'emergenza. Sono medici del pronto soccorso e delle strutture d'emergenza in cui lavora, da anni, un 50 per cento di precari. Si tratta di chirurghi e anestesisti, di guardia durante la notte e di altri che dovrebbero iniziare il turno domani - continua il direttore del Dea - Noi dottori lavoriamo anche 24 ore ma l'amministrazione ha degli orari da rispettare: se il decreto tarda ad arrivare negli uffici molti reparti dell'Umberto I si fermeranno".

Tra i medici del policlino c'è preoccupazione. L'anno scorso hanno avuto il contratto il 30 dicembre alle ore 16. Oggi ancora nulla. In molti preferiscono rimanere anonimi ma si sfogano. "Non sappiamo cosa fare. Con il nostro stipendio portiamo avanti la famiglia - racconta un chirurgo 38enne del pronto soccorso e del reparto di chirurgia d'emergenza da 6 anni precario, con un figlio - Io attacco domani alle 8 e stacco alle 20, non so se devo prendere servizio al policlinico. Per legge se non abbiamo un contratto non possiamo lavorare. La situazione poi si complica nella notte di Capodanno quando si registrano molti incidenti. I colleghi che devono attaccare alle 20 dovranno scegliere se lavorare o lasciare il turno scoperto. Non possono metterci in questa condizione, così rischiamo noi e i pazienti".

I sindacati sul piede di guerra.
"Nonostante siano passate alcune settimane dalla nostra richiesta di incontro, il commissario Bondi continua ad agire senza tener conto delle condizioni reali dei lavoratori del comparto sanitario - che in alcuni casi pur garantendo il proprio servizio non vengono retribuiti - e senza considerare come la contrazione dei servizi stia facendo aumentare le spese delle famiglie e l'allungamento delle liste d'attesa, a discapito soprattutto delle persone anziane e delle fasce deboli", incalza Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Tommaso Ausili, segretario generale della Cisl del Lazio e Luigi Scardaone, segretario generale della Uil di Roma e del Lazio. "E' necessario vengano bloccati tutti i provvedimenti finora adottati dal commissario - continuano - e che le scelte in materia di sanità vengano consegnate alla nuova gestione regionale. Non servono tagli, lo ribadiamo, ma un'opera di riorganizzazione, di riqualificazione dell'intero settore e di stabilizzazione del personale". "Se Bondi non cambierà registro, Cgil, Cisl e Uil del Lazio indiranno prossimamente uno sciopero che coinvolgerà anche tutti i lavoratori dell'indotto, senza escludere, come extrema ratio, una mobilitazione generale".

Nei giorni scorsi l'allarme è arrivato dal Nidil, il sindacato dei lavoratori atipici della Cgil, che per l'occasione ha lanciato una campagna ad hoc: "Capodanno 2013. Non restare da solo". L'invito, rivolto ai "collaboratori" in scadenza, è di recarsi nelle sedi Cgil per valutare il tipo di contratto e studiare le vie d'uscita possibili.

Nessun commento:

Posta un commento