Addio alla vecchia Tarsu. La nuova gabella non più una tassa, ma una tariffa da saldare in 4 rate per rifiuti, illuminazione e altro.
Giulia Nitti
Si chiama Tares, è la versione aggiornata della Tarsu, (la tassa
sui rifiuti solidi urbani, già trasformata per molti comuni in Tia, la
tariffa di igiene ambientale), e la prima, salata rata, dovrà essere
pagata il primo gennaio. Insomma, dopo la stangata di Imu di fine anno,
il 2013 si apre con una nuova gabella. La novità è stata inserita in un
emendamento alla legge di stabilità che dovrà essere approvato entro
fine anno. La nuova tassa sui rifiuti prevede il pagamento di 4 rate
complessive, la prima a gennaio e le altre 3 ad aprile, luglio,
dicembre.
Acconti e conguagli
Ancora una volta spetterà ai Comuni mettere a punto le nuove
tariffe. Dunque, come per l'Imu, la prima sarà considerata come un
acconto, commisurato agli import di Tarsu o Tia del 2012, mentre il
conguaglio arriverà con le rate successive. L'emendamento, inoltre,
prevede che l'applicazione del criterio della superficie catastale per
il calcolo della tassa (che molti aspettavano, per un più equo calcolo
della tassa), diventi effettiva dopo la riforma del catasto, che però è
al momento naufragata insieme con la delega fiscale.Più cara
Ad ogni modo, la Tares sarà sicuramente più cara della Tarsu che l'ha preceduta. E, questo, in primo luogo, perché si tratta di una tariffa, e non di una tassa, vale a dire un prelievo che copre per intero il costo che l'amministrazione sostiene per effettuare il servizio di raccolta della nettezza urbana. In secondo luogo, perché coprirà il costo anche di altri servizi: la gestione dei rifiuti, e gli altri cosiddetti "servizi indivisibili", come illuminazione pubblica e manutenzione strade.
Bollettino o F24
Come per l'Imu, il pagamento potrà essere effettuato con bollettino postale o tramite modello F24 che permette anche di compensare la Tares con eventuali crediti fiscali.
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